CRONACA

Il prezzo della trasparenza

In una conferenza stampa a Stoccolma, il 29 agosto, il Karolinska Institutet ha annunciato che una commissione indipendente ha smentito le accuse mosse a Paolo Macchiarini.

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CRONACA – Un anno fa Matthias Corbascio, Thomas Fux, Karl-Henrik Grinnemo e Oscar Simonsson, quattro medici dell’Ospedale Universitario Karolinska (poi detto OUK), denunciavano, anche via stampa, dati falsi in sette articoli, violazioni del codice etico, conflitti d’interesse e altri comportamenti disonesti del chirurgo Paolo Macchiarini, riguardanti tre trapianti di trachea ai quali avevano partecipato e di cui avevano firmato i resoconti usciti sulle riviste specializzate.

Le conclusioni dell’indagine non sono state pubblicate, ma solo un comunicato del Karolinska Institutet accompagnato da alcuni commenti del suo pro-rettore Anders Hamsten. Lasciano un po’ a desiderare.

Hamsten aveva affidato una valutazione dei “sospetti” al prof. Bengt Gerdin, molto legato ai quattro medici dell’OUK. Li aveva consultati, ma nessuno degli altri co-autori, prima di ripeterne i giudizi e di aggiungere una propria condanna morale, diffusa anche dai media italiani.

Era prematura:

“La disamina di Bengt Gerdin è stata molto preziosa per l’indagine, ma nei documenti cui aveva accesso mancavano dati significativi sullo stato pre- e post-operatorio di due pazienti,” dice il prof. Hamsten. “I commenti del prof. Macchiarini e dei suoi co-autori hanno avuto un’influenza significativa sulla valutazione del caso. Ora che abbiamo in mano tutto il materiale rilevante, abbiamo un quadro molto più chiaro di quanto è successo.” … Il prof. Macchiarini e i suoi co-autori hanno fornito oltre 1000 pagine di commenti e documenti, comprese le cartelle cliniche dei medici del primo paziente, in Islanda, dimostrando che sui punti cruciali, le sue condizioni sono state descritte correttamente negli articoli.

Ma occorre salvare la reputazione di Bengt Gerdin, che ha sbagliato la disamina di tre casi su tre, e dei suoi protetti che aspirano a cariche importanti nel nuovo OUK, quindi Macchiarini va rimbrottato lo stesso:

Alcuni  aspetti della [sua] ricerca non corrispondono ai nostri criteri di alta qualità

Chi vuol saperne di più deve accontentarsi di un “aspetto” di cui è responsabile il pro-rettore:

L’interazione tra il Karolinska Institutet e l’ospedale universitario Karolinska non ha funzionato in maniera soddisfacente.

Qualche colpa da espiare il “visiting professor” ce l’avrà pure, infatti dovrà

Sottoporre errata corrige alle riviste che hanno pubblicato alcuni degli articoli scientifici e rettificare le manchevolezze che l’indagine ha messo in luce.

Ci aveva già pensato. Il problema è che non riguardano “punti cruciali” come precisa per esempio questo rifiuto inviato a tutti gli autori:

Thank you very much for the additional information. From the Editor point of view an erratum is not indicated, as this information has no influence on the core aspects and conclusions of your review article.

Riuscirà Hamsten a costringere le riviste a ricredersi?

Il prezzo della trasparenza è stato altissimo non solo per Macchiarini, descritto nei media italiani come un imbroglione dal cvincongruente” e un falsario magari a capo di una banda di malfattori. Ora sono pubblici anche i conflitti d’interesse, i motivi di rancore e l’assenza di integrità scientifica dei suoi accusatori (rif. bibliografia).

Da qui altre domande. L’OUK incaricherà una commissione indipendente di indagare sul comportamento di Corbascio, Fux, Grinnemo e Simonsson? E l’Università di Firenze sul comportamento di alcuni suoi baroni, ora che la magistratura ha prosciolto Macchiarini dalle loro accuse di frode e tentata estorsione e i rinviati a giudizio sono altri?

Bibliografia

Il riassunto delle puntate precedenti e quelli di Retraction Watch.

La denuncia di M. Corbascio, T. Fux, K.-H. Grinnemo e O. Simonsson

La disamina di B. Gerdin

I commenti (senza le cartelle dei pazienti, per tutelarne la privacy) di P. Macchiarini Ola Hermanson.

Leggi anche: Scienziati e politici, parlarsi si può

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Crediti immagine: Karolinska Univ. Hospital via Scanpix/Corbis/Reuters 

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