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Il matematico Camillo De Lellis ha vinto il XVII premio Renato Caccioppoli

Per la quinta volta dal 1970 le motivazioni del riconoscimento includono studi che riguardano i problemi sulle superfici minime, ma anche risultati da applicare alla fisica. Ecco come ce li ha raccontati il vincitore, che oggi ha ritirato il premio

Camillo_De_LellisCULTURA – Dal 7 al 12 settembre l’Università di Siena ospita il XX Congresso dell’Unione Matematica Italiana (UMI), un appuntamento lungo una settimana che raccoglie ricercatori e professori universitari, ma soprattutto studiosi di matematica neolaureati, titolari di borse di ricerca e dottorandi. L’apertura del congresso è l’occasione per la consegna di oltre dieci premi nazionali gestiti dall’UMI, fra cui spicca il premio quadriennale Renato Caccioppoli, in onore del matematico italiano che nella prima metà del secolo scorso diede importati contributi nello studio dell’analisi funzionale e delle equazioni differenziali, oltre che nel cosiddetto calcolo delle variazioni.

Il premio Caccioppoli viene assegnato a un matematico italiano che si sia distinto anche al di fuori del nostro Paese e che, al momento del bando, abbia al massimo 38 anni. Il riconoscimento, del valore di diecimila euro e attribuibile a una sola persona, viene assegnato a partire dal 1970 a una commissione di cinque matematici dell’UMI.

Il vincitore della diciassettesima edizione del premio è Camillo De Lellis, nato a San Benedetto del Tronto nel 1976 e oggi professore universitario a Zurigo, già noto ai media soprattutto per aver vinto nel 2013 il prestigioso premio Fermat per la matematica. Noi di OggiScienza abbiamo incontrato De Lellis per conoscere un po’ meglio di che cosa si occupi, e per entrare nel dettaglio delle motivazioni della commissione, che testualmente riportano: “matematico di grande talento e profondità che ha dato contributi importanti al Calcolo delle Variazioni, alla Teoria Geometrica della Misura, alla Fluidodinamica e alla teoria dei sistemi di leggi di conservazione”.

De Lellis, che si definisce un “matematico puro”, è diventato professore ordinario nel 2005 quando ancora non aveva trent’anni, dopo aver studiato a Pisa, a Lipsia e al politecnico federale di Zurigo. “È un po’ un premio alla carriera“, ha dichiarato, “anche se ci sono tre gruppi di pubblicazioni inerenti ad altrettanti ambiti di ricerca che sono stati riconosciuti dalla commissione come i più rilevanti. Due di questi filoni di ricerca, tra l’altro, sono gli stessi grazie a cui ho ricevuto il premio Fermat”.

“Il primo gruppo di lavori citati dalla commissione corrisponde a pubblicazioni a cavallo tra fisica e matematica che vanno dal 2007 al 2014”, ha continuato de Lellis, “e riguardano sia lo studio del comportamento dei fluidi turbolenti sia le ricerche sulle equazioni differenziali alle derivate parziali – note come equazioni di Eulero – che regolano il comportamento dei fluidi ideali incomprimibili. Per questi fluidi era già nota da qualche anno l’esistenza di soluzioni anomale che violano il principio di conservazione dell’energia”. Insieme al collega ungherese László Székelyhidi, De Lellis ha trovato dimostrazioni più semplici rispetto a quelle già note alla comunità scientifica, rifacendosi in particolare a metodi che risalgono a lavori di John Nash, il celebre protagonista del film A beautiful mind morto drammaticamente in un incidente stradale lo scorso 23 maggio.

Proprio le assonanze tra i temi di ricerca avevano portato Nash e De Lellis a conoscersi personalmente in occasione di alcune conferenze.  In particolare, il matematico italiano era stato selezionato per tenere la lezione magistrale al posto dell’86enne Nash in occasione della cerimonia di consegna del premio Abel 2015 (considerato dalla comunità scientifica come l’equivalente di un Nobel per la matematica) allo scienziato statunitense. Poche ore dopo il taxi su cui viaggiava Nash ebbe un incidente, fatale sia per lo scienziato sia per la moglie.

Il secondo ambito di ricerca ritenuto rilevante ha riguardato invece la geometria, e in particolare i problemi legati alla determinazione delle superfici di area minima che possono racchiudere un certo volume e alla regolarità di tali superfici nelle diverse dimensionalità. “Anche se ci lavoro da molto tempo, fin dal 2006″, ha spiegato De Lellis, ” i lavori citati nelle motivazioni del premio riguardano le pubblicazioni dell’ultimo biennio, e in particolare una dimostrazione messa a punto insieme a Emanuele Spadaro che semplificava notevolmente quella fino ad allora utilizzata dalla comunità scientifica: da 1700 pagine di dimostrazione siamo scesi a circa 200″. Lo stesso filone di ricerca, evidentemente molto apprezzato dalle commissioni dell’UMI, aveva portato ad assegnare già altri quattro premi Caccioppoli: a Ennio De Giorgi nel 1960, a Enrico Bombieri nel 1966, a Mario Miranda nel 1968 e a Enrico Giusti nel 1978.

“Infine”, ha concluso De Lellis, “citati tra le motivazioni del premio ci sono alcuni studi meno recenti, che risalgono ai primi anni 2000, che riguardano la trattazione matematica delle equazioni di trasporto e delle leggi di conservazione. Anche in questo caso si tratta di trovare soluzioni per le equazioni differenziali alle derivate parziali da applicare in molti contesti, soprattutto nella fisica. La ricerca delle cosiddette singolarità, ad esempio, si applica alle onde d’urto (shock waves) degli aerei che superano la velocità del suono“.

Come ogni bravo matematico che si rispetti, anche De Lellis ha glissato su qualunque domanda a proposito delle future pubblicazioni o su quali altre ricerche siano in cantiere. Forse l’assegnazione di questo premio Caccioppoli era pronosticabile, ma prevedere quali altre sorprese arriveranno da Zurigo è molto più complicato. Difficile però pensare che si fermeranno qui.

@undotti

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Gianluca Dotti
Giornalista scientifico freelance. Sui social sono @undotti