SALUTE

Bimbi asmatici e fumo passivo, un binomio pericoloso

Se in casa si respira fumo passivo, il rischio di ospedalizzazione raddoppia. Per far fronte al problema molti allergologi hanno elaborato progammi di gestione dell'uso del tabacco per i genitori dei bambini malati

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SALUTE – Per un bambino che soffre di asma e vive in una casa nella quale è esposto al fumo passivo, il rischio di ospedalizzazione raddoppia. È la conclusione di una review appena pubblicata su Annals of Allergy, Asthma and Immunology, che ha ripercorso 25 studi sull’esposizione al fumo tra le mura domestiche. Il campione è molto ampio: 430.000 bambini (età media 7,6 anni) per confermare che le conseguenze per un bambino asmatico che vive in queste condizioni sono il peggioramento dei sintomi  e un controllo stesso sulla malattia.

“Volevamo quantificare l’associazione tra l’esposizione al fumo passivo in casa e l’aggravarsi dell’asma”, spiega Zhen Wang, leader della ricerca, “e mostrare quanto aumenta il rischio di un ricovero all’ospedale per questi bambini”. Un rischio importante, legato anche al fatto che -precisano gli scienziati- i bambini sono più suscettibili al fumo delle sigarette per via dell’immaturità dei polmoni e del loro sistema immunitario, ancora in via di sviluppo. Un’ulteriore conseguenza estremamente grave, seppur ancora da documentare con ampia letteratura scientifica, è che nei bambini esposti alle tossine del fumo passivo il ritmo di crescita dei polmoni rallenta.

“I risultati della review vogliono essere un modo per ricordare ai genitori quanto è pericoloso esporre i loro figli al fumo passivo”, commenta Avni Joshi, allergologo, senior author. “Gli allergologi lavorano con adulti e bambini anche per aiutarli a tenere l’asma sotto controllo. E riuscirci significa ridurre la necessità di fare visite d’emergenza, di essere ricoverati e di utilizzare in modo appropriato i medicinali che vengono prescritti a lungo termine per convivere con la malattia”.

Ragionevolmente la scelta da farsi è smettere di fumare per tutelare nel miglior modo possibile la salute dei propri figli, ma nel caso non succeda uno degli elementi con i quali i professionisti hanno imparato a relazionarsi è proprio l’utilizzo di tabacco nelle famiglie di bambini asmatici. Alcuni allergologi hanno sviluppato appositamente dei programmi di controllo del fumo destinati ai genitori, da portare avanti in parallelo alle cure per il bambino. Una visita clinica per un piccolo asmatico, oggigiorno, può comprendere entrambe le cose.

La maggior parte dei genitori, tuttavia, non cerca cure specialistiche affidandosi -o meglio affidando i figli- a professionisti che li seguano con regolarità, perciò non ricevono le informazioni necessarie per convivere con l’asma riducendone l’impatto (anche) sulla qualità della vita. L’ACAAI, American College of Allergy, Asthma & Immunology, scegliere le cure continuative di un allergologo è la scelta migliore: dai dati presentati nel rapporto Asthma Management and the Allergist: Better Outcomes at Lower Cost (lo trovate qui), emerge che questo tipo di assistenza -confrontato con quella di un medico generico- è associato a miglioramento nella salute dei pazienti, meno visite d’emergenza e meno ricoveri. Parallelamente i piccoli pazienti hanno una migliore qualità della vita, possono ad esempio praticare attività fisica con meno restrizioni.

@Eleonoraseeing

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Crediti immagine: DukDigital, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".