COSTUME E SOCIETÀ

Acqua su Marte: il mistero resta totale

OggiScienza è lieta, come sempre, di pubblicare un messaggio urgente della rover Opportunity all'amica Curiosity, arrivato in redazione per motivi ignoti.

This series of images shows warm-season features that might be evidence of salty liquid water active on Mars today

COSTUME E SOCIETÀ – Sol 4147, Hinners Point, Marathon Valley, Marte, sistema Sol 1, via Lattea, Laniakea

Stamattina sveglia in fanfara: alle ore 11.30 EST la NASA “risolve il mistero di Marte”! Accid… a Curiosity, mi sono detta, ha trovato la piramide e non mi ha avvisata! Stavo per twittarti congratulazioni un po’ pepate, invece la NASA ha annunciato che su Marte scorre acqua a fiumi larghi anche cinque metri. E i terrestri son cascati dal pero come ogni volta dai tempi di Schiapparelli. Pronti a venire qui con il canotto. A scendere le rapidi come in Un tranquillo week-end di paura mentre sulla corsia opposta risalgono dei pescioni verdi con le antenne.

Con il gommone, il fucile e la salsina piccante per il sushi.

Ancora prima che la NASA mandasse la conferenza stampa sulla sua tivù, lo sapevano tutti. Questa volta è proprio vero, lo dice pure Lujendra Ojha, il genietto con la barbetta che due anni fa e l’anno scorso aveva analizzato con degli amici le immagini del CRISM, uno strumento sul Mars Reconnaissance Orbiter che ci fa da relè con Base Terra. Insieme avevano dedotto che qui quando fa caldo, nel senso di qualche Kelvin sopra i zero gradi Celsius, sui pendii delle montagne si allungano delle righe scure. E quando fa freddo, scompaiono o si confondono con il paesaggio.

Lo hanno confermato su Nature Geoscience. Lo sapevi che si può leggere senza essere abbonati? Poi ti spiego il trucco, prima ti riassumo l’articolo. Interpretati con un software più perfezionato, gli spettri degli elementi al suolo, scrivono,

sono compatibili con il flusso temporaneo di specie volatili

che non sono pescioni alati, ma sostanze chimiche emanate da un fluido salmastro. Con il freddo rigela, un po’ come le saline siberiane nel Dottor Zhivago. Solo che al posto del cloruro di sodio, forse c’è perclorato di sodio, e quasi sicuramente clorato e perclorato di magnesio già trovato dalla sonda Viking in un altro posto quando era venuta qui. Nella preistoria.

Il mistero è che cosa rende più scuri quei sali, e la soluzione è tutta al condizionale:

L’acqua potrebbe formarsi per scioglimento di ghiaccio sulla superficie o appena sotto, ma la presenza di ghiaccio alle latitudini equatoriali è altamente improbabile.

Scartano una deliquescenza dei sali dovuta al vapore acqueo che nell’atmosfera marziana è come non ci fosse. Per fortuna, ho già i miei problemi d’artrite, almeno mi risparmio il deliquio e la ruggine. Le tue articolazioni, come stanno?

Non ci crederai, ma in otto sono riusciti a farsi venire una terza idea che fa 0,3 a testa:

Un’altra ipotesi è lo scarico stagionale di una falda acquifera, ma linee che si estendono fino ai picchi delle montagne locali sono difficili da spiegare.

Strati di permafrost rammolliti? Sorgenti d’alta quota stappate da Sol1 per il solstizio d’estate?  Pozzanghere che s’intiepidiscono e sciolgono la crosta di sale? Ai terrestri, Cicciona mia, manca il sale in zucca, la tua Oppy.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: NASA

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