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La nuova testuggine delle Galápagos

Grazie alle analisi del DNA i ricercatori hanno scoperto che a Santa Cruz vivono due specie di testuggini differenti. Otterranno l'attenzione che meritano, in termini di conservazione?

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AMBIENTE – Mentre eravamo tutti concentrati su Lonesome George (che anche da morto ha continuato ad attirare l’attenzione mettendo pressione sui tassidermisti che si sono occupati del suo corpo), per oltre cento anni all’attenzione della scienza è sfuggita una specie di testuggine gigante, che vive a Santa Cruz, al centro del famoso arcipelago delle Galápagos. Sull’isola ci sono due principali popolazioni di testuggini, una sulla parte orientale vicino a una collina nella zona chiamata Cerro Fatal e una che invece occupa quella occidentale chiamata la Reserve: finora si pensava che tutte appartenessero alla specie Chelonoidis porteri.

Dopo aver analizzato campioni di DNA nucleare e di DNA mitocondriale prelevati da entrambe le popolazioni, la biologa evoluzionista Adalgisa Cacconi dell’Università di Yale non solo ha scoperto che si tratta di due specie diverse, ma che sono più strettamente imparentate con specie di altre isole rispetto a quanto lo sono reciprocamente. La domanda più intrigante rimaneva una: quale delle due popolazioni è costituita da testuggini di una specie non ancora descritta?

Il titolo di nuova specie è stato infine attribuito a quelle della popolazione orientale, chiamate ora Chelonoidis donfaustoi in onore di Fausto Llerena Sánchez (noto a tutti con il nomignolo di Don Fausto), il ranger del Galápagos National Park che da 43 anni lavora ai metodi che vengono implementati sulle isole per la riproduzione delle specie di testuggini a rischio di estinzione. È merito suo, spiega il team di ricercatori, se molte delle popolazioni di testuggini dell’arcipelago sono riuscite a riprendersi nel corso degli anni, grazie agli sforzi in materia di conservazione.

“Si tratta di un gruppo di testuggini piccolo e isolato che non ha mai attirato l’attenzione dei biologi prima d’ora”, spiega James Gibbs del SUNY College of Environmental Science and Forestry di Syracuse, New York, co-autore della pubblicazione che ha riportato la scoperta sulla rivista PLoS ONE. “La scoperta e la descrizione formale aiuterà queste tartarughe a ricevere l’attenzione scientifica e in materia di conservazione della quale le popolazioni hanno bisogno per riprendersi”, continua il ricercatore. “Don Fausto ha dedicato la sua vita a salvare le testuggini minacciate attraverso la riproduzione in cattività. Non è facile riuscirci e non aveva a disposizione né molte risorse né qualcuno che lo indirizzasse nel lavoro. Ha trovato il modo osservando con estrema pazienza e ricorrendo alla sua creatività, intelligenza e ingegno”.

Con la sua The Giant Tortoise Restoration Initiative Don Fausto insomma si è meritato di vedersi dedicare la nuova specie, visto che ha avuto successo dove molti dei migliori zoo del mondo hanno fallito. Le due specie di testuggini di Santa Cruz, per di più, sono tra gli animali che più hanno sofferto negli ultimi anni a causa di diversi fattori come lo sfruttamento umano del territorio, l’introduzione di specie alloctone e la distruzione dell’habitat. Forse ora davvero avranno l’attenzione della quale hanno bisogno.

@Eleonoraseeing

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Washington Tapia

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".