SALUTE

Nuove scoperte per gli xenotrapianti da animali

Scoperto come evitare il contagio di cellule umane durante i trapianti da maiali. Da una manipolazione genetica un possibile grande passo verso gli xenotrapianti

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SALUTE – Effettuare trapianti da animali sugli esseri umani potrebbe diventare più semplice, grazie al risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School. Nello studio, pubblicato su Science, si descrive la tecnica attraverso cui si è riusciti a scongiurare il contagio di cellule umane dai retrovirus che si trovano inseriti nel genoma suino.

Gli xenotrapianti sono trapianti di cellule, tessuti e organi tra specie diverse, e il termine è spesso usato in particolare per indicare quelli dall’animale all’essere umano. Il candidato modello per questo tipo di pratica è il suino, considerando che la somiglianza anatomica è sufficientemente buona e sono pochi gli agenti patogeni che in migliaia di anni sono stati trasferiti da questa specie animale a noi. Nonostante le grandi potenzialità, però, non sono pochi i problemi ancora non risolti che rendono gli xenotrapianti ancora un parziale miraggio.

Il principale problema è costituito dal rischio che le cellule umane possano essere contagiate da alcuni retrovirus che sono stabilmente inseriti nel genoma suino. Da più di dieci anni, infatti, si conoscono alcune sequenze di DNA chiamate PERV (Porcine Endogenous RetroViruses) che provengono da antiche infezioni di retrovirus e che essendo stabilmente integrate nel suino potrebbero infettare le cellule umane. E quindi anche chi riceve un trapianto da suino, e potenzialmente chi è a contatto col paziente.

Un gruppo di ricercatori ha cercato quindi un modo per ridurre questo rischio, sfruttando una moderna tecnica di manipolazione genetica, chiamata CRISPR/Cas9 con l’obiettivo di “spegnere” le sequenze PERV.

Innanzitutto sono stati identificati i geni retrovirali (62 copie) presenti nelle cellule epiteliali suine. A quel punto sono state progettate molecole di RNA per poterli bloccare. La modifica è stata poi verificata, confrontando la capacità di infettare cellule umane rispetto alle cellule di maiale. Il risultato? Il rischio di infezione era circa mille volte più basso con le cellule manipolate.

La ricerca si può considerare un successo. I ricercatori sono infatti riusciti a colpire contemporamente tutti i 62 geni in altrettanti punti del genoma, obiettivo mai raggiunto finora (il massimo era di soli sei). Inoltre questa modifica non ha causato riarrangiamenti genici nelle cellule, scongiurando il rischio di alterazioni di tipo tumorale. Si tratta ovviamente di un primo risultato parziale, ma che fa ben sperare per far riacquistare fiducia verso gli xenotrapianti.

@FedeBaglioni88

Leggi anche: La tecnica CRISPR/Cas9 e l’eugenetica

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagine: Øivind, Flickr

 

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Federico Baglioni
Biotecnologo curioso, musicista e appassionato di divulgazione scientifica. Ho frequentato un Master di giornalismo scientifico a Roma e partecipato come animatore ai vari festival scientifici. Scrivo su testate come LeScienze, Wired e Today, ho fatto parte della redazione di RAI Nautilus e faccio divulgazione scientifica in scuole, Università, musei e attraverso il movimento culturale Italia Unita Per La Scienza, del quale sono fondatore e coordinatore. Mi trovate anche sul blog Ritagli di Scienza, Facebook e Twitter @FedeBaglioni88