IL PARCO DELLE BUFALE

Riscaldamento magnetico globale?

Due psicologi canadesi hanno scoperto che l'affievolimento del campo geomagnetico in corso da 40 anni è la vera causa dell'aumento della temperatura

IL PARCO DELLE BUFALE – Un articolo sull’entanglement telepatico dei biofotoni realizzato dal dott. Patrizio Tressoldi dell’Università di Padova potrebbe far pensare che i neuroscienziati rivoluzionino soltanto la fisica quantistica. Non è così e lo dimostra l’articolo di climatologia che il dott. David Vares e il prof. Michael Persinger (specializzato in parapsicologia, neuroteologia e co-inventore del “casco di Dio“) della Laurentian University di Sudbury, in Ontario, hanno pubblicato sull’International Journal of Geosciences, la rivista di un prestigioso editore predone.

Gli autori riassumono così la propria ricerca:

Sebbene ci siano modelli potenti che abbinano l’attività umana con elevati livelli atmosferici di CO2 e con il riscaldamento globale, i rapporti si basano tuttora su correlazioni e non su causalità.

Già dalle prime righe, è evidente che ritengono infondata la fisica iniziata nell’Ottocento con La teoria analitica del calore di Fourier e inaffidabili gli esperimenti e le osservazioni che la confermano da allora.

Di conseguenza, esiste sempre la probabilità di un fattore terzo che produca entrambi gli effetti.

L’argomento, detto dai tempi di Bertrand Russell “Una teiera di porcellana orbita tra la Terra e Marte“, è spesso avanzato da chi non crede all’effetto serra dei gas serra emessi dall’attività umana.

Analisi del calo del momento magnetico del dipolo terrestre, dell’aumento dei livelli di CO2 e della temperatura negli ultimi 40 anni hanno rivelato correlazioni rispettivamente di 0,99 e di 0,90.

La correlazione tra aumento della temperatura e della pirateria è di 1 come risulta dall’analisi pastafariana riportata in cima al presente articolo, e di poco inferiore se il fattore terzo preso in considerazione è il calo congiunto del consumo di margarina e del tasso di divorzi nel Maine, evidenziato da Tyler Vigen.

Tale potente associazione è stata riferita da altri ricercatori. Non è chiaro perché sia stata ignorata dalla comunità scientifica.

Ignorata non è il termine esatto. Il fisico dell’atmosfera Raymond Pierrehumbert, all’epoca all’Università di Chicago e oggi di Oxford, aveva elogiato questi contributi di Vincent Courtillot, il geologo celebre per la disinvoltura matematica, e di altri “Cavalieri dell’Ordine della Terra Piatta“.

Le fonti del cambiamento nell’intensità geomagnetica non sono state identificate, ma questi cali e aumenti relativamente rapidi sono avvenuti storicamente all’inizio di periodi di riscaldamento e di raffreddamento, compresa la formazione dei ghiacciai

Secondo precedenti ricerche in cosmologia del clima svolte dal prof. Persinger infatti, la quasi-periodicità del cambiamento del campo magnetico terrestre e/o interplanetario coincide con la quasi-periodicità delle ere glaciali. Queste sembrano avere intervalli diversi solo perché la composizione chimica delle carote di sedimenti e di ghiaccio è ingannevole e i sistemi di datazione inadeguati.

La CO2 “non causa il riscaldamento globale“, scrivono Vares e Persinger. La variazione dell’energia associata al campo geomagnetico modifica la solubilità della CO2 nel mare e può indurre i cambiamenti climatici. L’affievolimento misurato dal 1970 in poi “si traduce in una temperatura equivalente” a +1,2° C, e questa “si riflette nella CO2” non assorbita.

Per arrivare a questo risultato, superiore di 0,3° C a quello dei meteorologi e dei loro termometri truccati al rialzo, gli autori usano “la definizione classica”:

sono necessari 4,18 Joule per aumentare 1 cc (10^−6 m3) d’acqua di 1˚C a temperatura e pressione standard, quindi l’energia totale in 5,1 x 10^18 m3 sarà di 2,1 x 10^13 J.

Come si evince dal calcolo, in ciascuno dei “5,1 x 10^18 m3” d’acqua contenuti “in 10 km di oceano”, ci sono 10^-6 cc invece di 10^6 come sostiene l’inetta comunità scientifica, che si ostina a scrivere 4,18 J x 5,1 x 10^18 x 10^6 = 2, 1 x 10^25 J.

Lo scrive perfino un neuroscienziato e trova che la minor solubilità della CO2 avrebbe semmai aumentato la temperatura globale di

0,0000000000012 ˚C.

Leggi anche: “Global warming: l’Antartide se ne frega!”

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Church of the Flying Spaghetti Monster

Condividi su