WHAAAT?

Cinciallegre in amore e combattenti cross dresser

Da un lato una specie che sacrifica il cibo per l'amore, dall'altro una in cui ci sono ben tre tipologie di maschio: due nuovi studi da Current Biology e Nature Genetics

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WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Tra gli alberi di Witham Woods, un SSSI (Site of Specific Scientific Interest) i ricercatori dell’Università di Oxford hanno appena aggiunto un tassello alla nostra conoscenza delle cinciallegre, la specie Parus major, scoprendo che durante l’inverno questi uccelli sacrificano l’accesso al cibo pur di non allontanarsi dal proprio partner. Anche se questo li porta, oltretutto, a dover passare del tempo con individui di uno stormo con i quali normalmente non avrebbero nulla a che fare.

Witham Woods, oltre a essere un’area di foresta semi-naturale abitata da numerosi tassi, è da tempo una zona di ricerca usata dagli scienziati proprio per studiare il comportamento delle cinciallegre nel loro ambiente naturale (da qui il titolo di SSSI). È di proprietà dell’Università di Oxford, che vi ha costruito una stazione per la ricerca sul campo, nei campi della zoologia e degli studi sul cambiamento climatico.

La cinciallegra è una specie socialmente monogama e, per impedire alle coppie di nutrirsi insieme, il team di Oxford ha predisposto delle piccole mangiatoie automatizzate, che si aprivano per uno dei due uccelli ma non per l’altro (grazie a dei tag a onde radio). Ogniqualvolta una delle due cinciallegre aveva accesso alla mangiatoia e l’altra no, quest’ultima avrebbe potuto scegliere di cercare un’altro posto per nutrirsi ma rimaneva invece stretta al compagno/a (e di conseguenza insieme ai suoi compagni di stormo) confermando ai ricercatori che la presenza di un individuo in un gruppo è spesso legata alle preferenze del partner e non alle sue personali. “Anche negli animali selvatici il comportamento di un singolo può essere governato dall’obiettivo di assecondare i bisogni di chi gli è socialmente vicino”, spiega Josh Firth, leader della ricerca pubblicata su Current Biology.

Scegliere la vicinanza con il partner rispetto all’approvvigionamento di cibo, inoltre, significa che persino nelle decisioni immediate le cinciallegre sono in grado di fare una scelta ottimale:  mangiare significa…mangiare, ma mantenere una relazione già in corso vuol dire essere in grado di riprodursi e di mettere al mondo una progenie, aumentando così la propria fitness, il successo riproduttivo. E per un maschio di cinciallegra, essere in forma al punto da attirare una femmina grazie ai suoi colori, non è un’impresa banale.

L’aspetto più sorprendente è che nel tempo le cinciallegre hanno imparato ad aggirare, per quanto possibile, il problema delle mangiatoie bloccate, approfittando per scroccare qualche boccone di quei pochi secondi in cui rimanevano aperte dopo il riconoscimento del tag. Non solo: a quanto pare erano gli stessi partner (quelli con il tag “giusto” che aveva fatto aprire la mangiatoia) a temporeggiare in modo da permettergli di mangiare qualcosa. “Il che suggerisce una vera e propria strategia basata sulla cooperazione”, commenta Firth.

Maschio dominante, satellite o cross-dresser

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Oggi dedichiamo WHAAAT agli uccelli, e spostandoci sulle pagine di Nature Genetics parliamo anche di un nuovo studio che ha scoperto come i combattenti (la specie Philomacus pugnax) abbiano non una, ma ben tre tipologie di maschio. Che non sono dettate solamente dal comportamento ma determinate a livello genetico da un “supergene”, la sezione di un cromosoma contenente 100 o più geni diversi. Quali sono queste tre tipologie?

  • Il maschio territoriale, breeding male (in foto): è dotato di un piumaggio spettacolare contraddistinto da una gorgiera intorno al collo, caratteristica che varia molto di individuo in individuo e viene sfoggiata durante i display di corteggiamento (che servono sia a conquistare la femmina che a spaventare e scoraggiare gli altri maschi).
  • Il maschio satellite, non territoriale: ha un piumaggio molto più modesto di colore bianco, e la sua strategia per conquistarsi una partner consiste nel “rubare” quelle che il maschio territoriale sta corteggiando con un display.
  • Il maschio cross dresser: si nasconde dagli altri maschi e dall’aspetto sembra una femmina. Il che è proprio la sua strategia di accoppiamento, perché gli permette di rimanere in disparte evitando di essere aggredito, ma allo stesso tempo di fare sue le femmine “incustodite”

(nel video, maschi territoriali intenti a cimentarsi nel loro frenetico display)

Come spiegano gli autori della ricerca, coordinata dall’Università di Sheffield, il supergene ha avuto origine svariati milioni di anni fa attraverso un riarrangiamento cromosomico: in questo modo ha permesso al maschio cross dresser di evolversi, fino a trovare un suo posto tra i conspecifici (ma al sicuro dai maschi territoriali). Il meccanismo è estremamente affascinante e lo spiega Terry Burke, leader dello studio, in un comunicato. “La particolarità di un supergene è che permette a molti geni che si trovano gli uni accanto agli altri su un cromosoma -che in questo caso è responsabile di vari tratti compresi ormoni, piumaggio, colore e taglia- di evolversi insieme e dare origine a due distinti tratti comportamentali”.

Così le forme alternative del supergene si sono combinate per dare origine al terzo tipo di “personalità” di questi uccelli combattenti, anche noto come girlfriend stealer. “Il combattente è un esempio di come piccole modifiche genetiche possano condurre a enormi differenze a livello di attrattività e comportamento. Un processo fondamentale per la formazione di sessi e specie separate”, continua lo scienziato. “A differenza dei giovanotti che scelgono ognuno un diverso approccio per il corteggiamento, che sia mettersi in mostra o fare complimenti, per questi uccelli non c’è scelta. È il loro DNA a stabilire come conquisteranno una partner”.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Uccelli, uno spermatozoo non è abbastanza

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Crediti immagine: GrahamC57, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".