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Il clima tra le nuvolette e altre storie di scienza a fumetti

Dai tentativi della Marvel alla recente storia a fumetti sul clima pubblicata da Nature: come la scienza è diventata sempre più materia di racconto fumettistico.

STRANIMONDI – In occasione della Conferenza mondiale sul clima che si tiene a Parigi (con tutte le polemiche che si porta dietro), Nature ha pubblicato un fumetto per raccontare 25 anni di ricerca di un accordo sul clima. Si intitola Fragile Framework e si può scaricare in formato pdf direttamente dal sito della rivista inglese. Lo ha scritto Richard Monastersky, che di Nature è uno degli editor di scienze del clima, scienze della terra e ambiente, e lo ha illustrato Nick Sousanis, illustratore noto (lo ricorda anche Wikipedia) per essere stato il primo studente della Columbia University a presentare una tesi di laurea interamente a fumetti (ne potete trovare un estratto sul sito OpenCulture).

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Una vignetta tratta da “Fragile Framework” pubblicato su Nature

Inoltre, lo scorso numero di novembre del mensile Le Scienze conteneva, cosa che non ci risulta mai accaduta prima, un fumetto. Intitolato Albert & me, è dedicato ai cent’anni della relatività generale di Einstein e rilanciato in copertina come “le avventure relativistiche di Tuono Pettinato”, che è accreditato di testi e disegni (con la consulenza scientifica di Amedeo Balbi). Ma il fumetto, come abbiamo raccontato recentemente, è stato strumento usato anche per raccontare una vicenda complicata e delicata come quella di Eluana Englaro. In altre parole, sembra che la scienza stia diventando sempre più materia da fumetto: non più distante, relegata alle rivista e ai canali specializzati, oggi può essere materia di un racconto fumettistico di puro intrattenimento. Ecco un breve viaggio, che non ha la pretesa di essere esaustivo, di come la scienza possa finire nei baloon.

Prima di tutto, fu la Marvel

Il fumetto di Nature è un esempio tipico di “fumetto funzionalista”, se il termine esiste. Lo conferma Andrea Plazzi, uno che di fumetti se ne intende, avendo curato la serie di Rat-Man di Leo Ortolani e lavorando da oltre trent’anni per i maggiori editori italiani. L’idea di Sousanis, ci racconta, è di un fumetto in cui il disegno e la tecnica fumettistica in generale sono messi al servizio del racconto di qualcosa di complesso. La flessibilità, la capacità sintetica e la duttilità del fumetto permettono di spiegare, in questo senso in modo funzionale, concetti che altrimenti richiederebbero al lettore ben altre fatiche. “Lo aveva fatto, con intenti più che altro folkloristici, anche la Marvel negli anni Novanta per raccontare i quaterly report, i documenti economici per gli investitori”, ricorda Plazzi, “Con Hulk e i Fantastici 4 che sbucavano tra le tabelle di numeri e altre trovate del genere”. Certo, il fumetto supereoistico è fin dalla sua nascita zeppo di scienziati, basti pensare a Reed Richards/Mr. Fantastic o Tony Stark/Iron Man, ma la scienza era primariamente materia di fantasia e non realistica.

Una recente versione di Reed Richards
Una recente versione di Reed Richards

Non è “roba per bambini”

Nonostante la tradizione fumettistica consolidata del nostro paese, il fumetto viene spesso visto come un mezzo di comunicazione pensato per un pubblico giovanilistico. Ma il lungo flirt del già citato Tuono Pettinato con la scienza sta lì a mostrare che non è (solo) così. Oltre al fumetto di otto pagine su Einstein, l’autore pisano ha firmato anche due biografie di altrettanti personaggi centrali nella storia della scienza: Galileo Galilei e Alan TuringGalileo! Un dialogo impossibile (con Nadia Ioli Pierazzini, Francesca Riccioni e Vittoria Balandi) e Enigma – La strana vita di Alan Turing (con i testi di Francesca Riccioni) mostrano come il fumetto permetta di entrare anche in profondità nelle questioni scientifiche. Non sono, cioè, belle storie che vengono illustrate da un bravo fumettista, ma veri e propri lavori originali, personalissimi e che, soprattutto, “funzionano” come fumetti, godibili a qualsiasi età. Non cercano di adescare il lettore con il fumetto per poi propinargli il contenuto, ma attraverso le vignette raccontano una bella storia che è fatta di scienza e non solo.

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Lo stesso Tuono Pettinato è anche l’autore di Oramai, l’ultimo numero di Comics&Science, un progetto di scienza a fumetti che è arrivato in fumetteria grazie proprio a Plazzi e a Roberto Natalini, direttore dell’Istituto per le applicazioni del calcolo del CNR. La serie ha già visto partecipare Leo Ortolani e, anche se fuori dall’ambito fumettistico, va ricordata la collaborazione del team di Lercio con “gli articoli rifiutati da Scientific American”.

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In tempi non sospetti

Un precursore interessantissimo, proprio perché ottimo fumetto e contemporaneamente grande opera di divulgazione della matematica, è Ultima lezione a Gottinga di Davide Osenda. È uscito nel 2009 per i tipi di 001 Edizioni, ma prima della sua pubblicazione “ufficiale” era apparso, quasi dal nulla, al Festival della Matematica di Roma nel 2008. Quella raccontata dall’autore esordiente Davide Osenda è quella della teoria dell’infinito di Georg Cantor, una delle pagine più intriganti della storia della matematica che si è dipanata a cavaliere tra Otto e Novecento. La storia regge grazie alle scelte narrative acute dell’autore e una serie di scelte grafiche efficaci, come l’uso dell’acquerello. Una versione del fumetto leggermente diversa da quella a stampa ha continuato a circolare in Creative Commons e può essere recuperata qui.

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Cambio di sensibilità?

Il recente e rinnovato interesse del mondo dei baloon per la scienza, non più come elemento di colore, ma come parte integrante delle proprie storie, forse è sintomo di qualcosa di più profondo. Nowhere Men è forse la miglior icona di questo cambiamento. Uscita qualche hanno fa negli Stati Uniti (sono disponibili i primi 6 albi che compongono il primo arco narrativo, mentre un secondo dovrebbe essere in produzione), la serie racconta le vicende di quattro veri e propri scienziati in un mondo in cui le loro gesta sono popolari tanto quanto lo erano negli anni Sessanta quelle dei Beatles. Da qui, il motto della serie: Science is the new rock’n’roll.

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Gli autori dichiarano, inoltre, di essersi ispirati alla grande lotta per il dominio dell’elettronica di consumo condotta tra Apple e Microsoft, a conferma di un immaginario di riferimento che si addentella alla cronaca pop di questi ultimi decenni. Nowhere Men sembra far parte di un panorama in cui il rapporto del pubblico più vasto con la scienza sembra star cambiando nuovamente indirizzo. Se negli anni Sessanta c’era la paura delle manipolazioni genetiche a generare gli X-Men, e se prima ancora la figura dello scienziato pazzo era quella del cattivo per eccellenza di tanta letteratura di consumo, gli scienziati ideati Eric Stephenson e disegnati di Nate Bellagarde sono, per così dire, nella stessa squadra dei protagonisti di The Big Bang Theory e The IT Crowd. La scienza può essere un elemento cool in una storia per il grande pubblico e inoltre permette di entrare in contatto “con il pensiero critico e il rigetto del principio di autorità, due cardini del modo di procedere della scienza”, conclude Andre Plazzi. Nell’articolo a corredo di Albert & me, l’editor Davide Bilancetti scriveva che “il fumetto dedicato ad Albert Einstein in questo speciale inaugura una collaborazione con Le Scienze. Parole che lasciano ben sperare per il futuro. Nel frattempo, abbiamo già messo sul comodino una bella pila di albi da leggere.

Leggi anche: L’uomo, la natura, il cambiamento. La Trilogia dell’Area X

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it