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Epidemia di leishmaniosi tra le truppe governative in Siria

L'infezione può colpire soprattutto quando il sistema immunitario è più debole e le condizioni igieniche sono precarie, come in una zona di guerra.

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ATTUALITÀ – La guerra civile è al centro dell’attenzione mediatica in Siria, ma sono anche i problemi igienico-sanitari a essa legati a destare preoccupazione. È circolata in particolare nelle ultime settimane tra la stampa indipendente siriana la notizia di un’epidemia di leishmaniosi scoppiata tra le truppe governative di Assad che stanno affrontando l’ISIS sul fronte tra Homs e Palmira.

La leishmaniosi è una malattia causata da protozoi parassiti del genere Leishmania che vengono diffusi dal morso di diversi tipi di insetti che si nutrono di sangue. In Siria è endemica ed è trasmessa dal pappatacio (Phlebotomus papatasi), insetto presente anche in Italia. Fino allo scoppio della guerra civile nel 2011 era una malattia sotto controllo, ma in seguito il peggioramento delle condizioni igieniche e sanitarie e l’assenza di campagne di controllo della popolazione di pappataci ha portato a un forte aumento della sua incidenza. È evidente che in questa situazione la popolazione risulta fortemente indebolita di fronte a una malattia di solito poco preoccupante.

Sono quattro le fazioni a fronteggiarsi in Siria, i curdi, l’ISIS, il governo e i ribelli. In particolare le forze governative di Assad sono impegnate su una moltitudine di fronti contro l’ISIS e i ribelli. Le informazioni sull’esercito siriano sono scarse a causa del controllo della stampa da parte del regime. La notizia trapelata attraverso la stampa indipendente suggerisce tuttavia che condizioni sanitarie delle truppe nella zona a ovest di Palmira sarebbero seriamente minacciate da un epidemia di leishmaniosi. Le truppe regolari erano state protagoniste di una forte offensiva nei giorni scorsi che le aveva riportate nelle vicinanze dell’antica città, ma la situazione ora sembra preoccupante. Se da un lato è molto difficile trasferire tutti gli infetti nei centri medici dall’altro lato i comandanti sarebbero preoccupati di sguarnire eccessivamente il fronte. Un trattamento sul posto d’altra parte risulta difficile a causa dell’impossibilità di garantire sufficienti rifornimenti di farmaci nella zona. I soldati infetti quindi al momento sono bloccati sul fronte e in carenza di trattamenti, e c’è la preoccupazione che la situazione possa peggiorare.

La leishmaniosi

La leishmaniosi è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali. In condizioni normali non è una grossa minaccia per gli esseri umani. I parassiti del genere Leishmania hanno come ospite principale soprattutto canidi e roditori, che costituiscono il serbatoio naturale della malattia. È diffusa in circa 98 Stati, compresa l’Italia, in tutti i continenti tranne l’Oceania, in particolare nelle zone tropicali e subtropicali. Il veicolo di contagio più tipico nel vecchio mondo è il morso delle femmine di pappatacio, insetto simile a una piccola zanzara molto diffuso in tutto il Mediterraneo, anche se sono possibili la trasmissione attraverso sangue infetto e tra madre e figlio durante la gestazione. Gli esseri umani sono ospiti secondari del parassita e sono colpiti più difficilmente e in modo meno grave rispetto agli altri animali. Tuttavia fattori di rischio determinanti sono un sistema immunitario indebolito o precarie condizioni di salute e igieniche, come quelle che si possono trovare nelle zone di guerra. Nella maggior parte dei casi la guarigione avviene spontaneamente, anche in assenza di trattamenti, tuttavia è una malattia debilitante che può lasciare grosse cicatrici e provocare gravi danni agli organi. Se non trattata, l’infezione in alcuni casi può avere esito fatale.

In Italia la leishmaniosi è diffusa tra i cani in tutte le regioni, ma i casi di contagio umano sono molto rari. Ci sono tuttavia stati casi di infezioni con esito fatale, come quello recente di una ragazza in Molise, colpita da una rara forma fulminante che ha dato a malapena il tempo di riuscire a fare una diagnosi. Non esistono vaccini e l’unica forma di prevenzione consiste nell’evitare il morso dei pappataci tramite spray repellenti, insetticidi e zanzariere e un abbigliamento adeguato. L’eventuale presenza di leishmaniosi tra gli immigrati in arrivo dalla Siria in ogni caso non deve destare preoccupazioni in quanto la malattia in Italia è comunque presente e diffusa tra gli animali; per quanto il contagio sia improbabile è molto più semplice che arrivi da questi che da persone.

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Crediti immagine: Voice of America News, Wikimedia Commons

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Vincenzo Senzatela
Appassionato di scienze fin da giovane ho studiato astrofisica e cosmologia a Bologna. In seguito ho conseguito il master in Comunicazione della Scienza alla SISSA e ora mi occupo di divulgazione scientifica e giornalismo ambientale