SCOPERTE

La fedeltà? È anche una questione di memoria

Le arvicole delle praterie sono note per il loro comportamento monogamo. Una ricerca ha studiato il ruolo di un gene coinvolto nella memoria spaziale: i maschi più infedeli potrebbero avere una memoria più scarsa.

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SCOPERTE – Tra tutte le specie di mammiferi, soltanto una piccola parte – meno del 5% – ha uno stile di vita monogamo, cioè tende a scegliere un solo compagno con cui riprodursi nel corso dell’esistenza. Le arvicole delle praterie (Microtus ochrogaster) sono un modello particolarmente studiato di fedeltà nel legame di coppia; sono molte infatti le ricerche che hanno investigato il legame tra il comportamento monogamo di questi roditori e la struttura e il funzionamento del loro cervello. Anche tra questi animali però c’è chi non segue le abitudini monogamiche della maggioranza: alcuni maschi si allontanano dalla compagna e cercano altre femmine con cui accoppiarsi. A cosa è dovuta questa variabilità di comportamento? Una nuova ricerca pubblicata su Science suggerisce che le ragioni potrebbero essere da cercare nella scarsa memoria spaziale dei maschi infedeli.

Il gruppo di ricerca del professor Steven Phelps, dell’Università del Texas, si occupa da anni di studiare i meccanismi biologici coinvolti nei comportamenti di attaccamento sociale di alcune specie animali. Tra queste, le arvicole delle praterie, roditori che abitano le pianure del Midwest degli Stati Uniti e che vivono generalmente in legami di coppia stabili: una volta formata, una coppia condivide un nido e cresce insieme i piccoli. Questo stile di vita, piuttosto raro tra i mammiferi, sembra avere una base genetica: ricerche precedenti avevano scoperto il ruolo di un particolare gene, che codifica per un recettore della vasopressina, nel comportamento di fedeltà dei maschi di questa specie. In uno studio del 1999, alcuni ricercatori hanno osservato che aumentando l’espressione del gene in certe regioni del cervello di altre specie di roditori era possibile modificare il comportamento sociale, rendendolo più simile a quello delle fedeli arvicole.

Phelps e i suoi collaboratori sono partiti da questa osservazione per studiare la variabilità del comportamento sociale nelle arvicole delle praterie. La forma di monogamia praticata da questa specie è chiamata monogamia sociale: accanto alle coppie stabili si nasconde infatti qualche scappatella extraconiugale, e circa il 25% dei piccoli nascono proprio da queste infedeltà. I ricercatori hanno messo in relazione lo stile di vita più o meno fedele dei maschi di Microtus ochrogaster con il loro comportamento di esplorazione dello spazio. Gli esemplari più “libertini”, hanno osservato gli scienziati, sono anche quelli che si allontano di più dal nido, aumentando la probabilità di incontrare nuove femmine nei territori esplorati. Maggiori occasioni di tradimento, certo, ma anche un rischio più alto di incappare nelle ire di altri maschi, che non gradiscono certo le intrusioni nel loro territorio. Lasciando incustodito il proprio nido durante le escursioni, inoltre, i maschi più infedeli rischiano anche essere a loro volta traditi.

Come bilanciare dunque i costi e i benefici della fedeltà?
Phelps e colleghi hanno osservato che le differenze nel comportamento corrispondevano a differenze genetiche: un parte del genoma che regola l’espressione di un recettore della vasopressina in alcune regioni del cervello può esistere in diverse versioni, legate a comportamenti più o meno fedeli. Le parti del cervello in questione sono coinvolte nell’apprendimento spaziale, e questo potrebbe essere il meccanismo dietro alla variabilità nello stile di vita degli animali. I maschi con meno recettori, suggeriscono i ricercatori, potrebbero avere un memoria spaziale più scarsa, e tendere quindi a dimenticare gli scontri con altri maschi aggressivi incontrati durante le scappatelle.

Secondo gli autori dello studio, le diverse versioni genetiche sono mantenute da equilibri evolutivi: nessuna delle due strategie di fedeltà è nettamente più vantaggiosa dell’altra in termini di successo riproduttivo, e la loro frequenza all’interno di una popolazione potrebbe dipendere da particolari condizioni ecologiche. Quando la densità di arvicole in un territorio è molto alta, è più difficile difendere la propria compagna dalle incursioni da altri maschi, e potrebbe quindi essere più vantaggioso mettere in atto una strategia di infedeltà.

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Crediti immagine: Aubrey Kelly / Cornell University

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