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Ammalarsi per una zanzara

Una semplice puntura può veicolare infezioni poco note ma molto pericolose, come quelle portate dallo Zika virus. L'allarme da OMS e PAHO

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ATTUALITÀ – Il nome del virus è ignoto ai più e per adesso il pericolo è ancora lontano, in un altro emisfero, in un altro continente. Ma il focolaio di infezione che ha generato sta diventando importante sia per estensione che per tipo di complicazioni.  Lo Zika virus, infatti, si manifesta con febbre, mal di testa, congiuntivite e dolori alle giunture, ma oltre a questo sembrerebbe essere responsabile di alcune complicanze neurologiche, come la Sindrome di Guillan-Barré che colpisce il sistema nervoso periferico di adulti e bambini, o la microcefalia nel caso dei feti che nascono appunto con una circonferenza della testa troppo piccola.

Per adesso il virus è localizzato in America Meridionale e Centrale:  Brasile (un milione di casi), Cile, Colombia (578 casi), El Salvador (240), Guatemala (1), Messico, Paraguay, Suriname e Venezuela (4) hanno via via segnalato la presenza dello Zika Virus, identificato per la prima volta sull’Isola di Pasqua nel 2014. Ma anche Capo Verde (100 casi) e il Pacifico Meridionale sono interessati.

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In ogni caso, la diffusione dell’agente patogeno sembra essere abbastanza rapida, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Pan American Health Organization (PAHO) hanno lanciato un allarme. La propagazione del virus è infatti resa più facile dal vettore che lo trasporta: la zanzara, un insetto noto per veicolare altre malattie già presenti anche in Italia, come la Dengue, la  Chikungunya, o la malattie West Nile. Con un tempo di incubazione tra i tre e i venti giorni dalla puntura di zanzara, si possono manifestare i sintomi da infezione da Zika virus. L’insetto, famoso per le fastidiose punture, può facilmente essere trasportato da un luogo all’altro attraverso gli stessi mezzi di trasporto usati dalle persone.

Ma non è solo la velocità di diffusione che preoccupa l’OMS. È soprattutto l’allarmante concomitanza registrata tra la presenza dello Zika virus e l’incremento di nascite di bambini con microcefalia, accompagnata spesso da altre malformazioni. In Brasile, per esempio, al 30 novembre 2015 sono stati contati 1248 casi di microcefalia, che corrispondono circa a 100 casi su 100 000 nati vivi. Nel 2000 e nel 2010 i casi ammontavano rispettivamente a 5,5 e 5,7 nati sempre su 100 000 bambini venuti al mondo.

Ovviamente prima di mettere in relazione i due fenomeni ci vogliono le prove, e in alcuni casi la nascita di bambini microcefali è purtroppo coincisa con la presenza di tracce del virus. In Brasile si è trattato di genoma virale rilevato nel liquido amniotico, nella Polinesia Francese sono stati riscontrati anticorpi contro il virus nel sangue materno, indizio di un’avvenuta infezione durante la gravidanza.

Per quanto riguarda gli adulti, tre sono le morti registrate in Brasile associate a infezione da Zika virus. Negli altri casi di infezione, i medici hanno notato una relazione tra la presenza di tracce del virus e l’insorgenza della Sindrome di  Guillain-Barré: le due condizioni erano concomitanti nel 62% dei casi. La Sindrome di Guillan-Barré  è caratterizzata da un’infiammazione in prossimità dei nervi del sistema nervoso periferico che, perdendo la guaina che li riveste, non svolgono più le loro funzioni. La malattia infatti è associata a una progressiva perdita della sensibilità e a debolezza muscolare, una condizione invalidante.

L’OMS raccomanda le strutture sanitarie delle zone colpite dalla diffusione dello Zika virus di migliorare le diagnosi, specializzarsi nella cura di sindromi neurologiche e di avere particolare riguardo per la prevenzione nelle fasi prenatali. Fondamentale sarà la sorveglianza per evitare l’ulteriore diffusione del virus e soprattutto il controllo della densità dei vettori, cioè delle zanzare.

E l’Europa cosa c’entra per ora? L’Europa potrebbe non essere immune dalla diffusione dello Zika virus. Come ha sottolineato lo European Centre for Disease prevention and Control anche  Aedes Aegypti e Aedes Albopictus, le specie di zanzara presenti nel nostro continente, sono due potenziali vettori per il Zika virus. Per questo motivo è necessario che venga innalzato il livello di sorveglianza e la capacità di distinguere lo Zika virus da altre infezioni veicolate dalle zanzare.

Inoltre alcuni casi di infezione da Zika virus sono già stati segnalati tra viaggiatori europei che si erano recati in Asia o nella Polinesia Francese: l’ultimo caso risale a pochi giorni fa. Si tratta di una donna olandese rientrata da un viaggio in Suriname. Quest’ultimo dato pone in uno stato di allerta i donatori di sangue europei. Come sottolineato anche dall’AVIS nazionale, chiunque abbia viaggiato nelle zone colpite dal virus dovrebbe sospendere la donazione del sangue per almeno 28 giorni, perché potrebbe essere stato punto da zanzare potenzialmente infette. Lo Zika virus nei prossimi mesi dovrà essere monitorato: se ora le zanzare sono sporadiche, con l’avvicinarsi della primavera sarà fondamentale l’auto-prevenzione per evitare di contrarre infezioni da una semplice puntura pruriginosa.

@AnnoviGiulia

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Pixabay

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.