IL PARCO DELLE BUFALE

La Chimica e l’Industria unite nella tolleranza

Il Blog della Società Chimica Italiana (SCI) rischia di essere soppresso per aver pubblicato due post che criticavano articoli "ascientifici" sul clima e sui fertilizzanti pubblicati su organi altri della SCI?

Unprotected farm fields yield topsoil as well as farm fertilizers and other potential pollutants when heavy rains occur.

IL PARCO DELLE BUFALE – Nell’ultima newsletter  del Consiglio Nazionale dei Chimici, il professor Armando Zingales, presidente di detto Consiglio e direttore della rivista della Società Chimica Italiana (SCI) La Chimica e l’Industria (1), accusa il moderatore e i blogger del Blog della SCI di intolleranza e di antiscientificità.

Scrive Zingales:

Come alcuni di noi si saranno accorti, da qualche tempo il moderatore del blog della Società Chimica Italiana (SCI), ed alcuni altri colleghi stanno sperimentando il gusto di sentenziare senza appello su quanto viene pubblicato su “La Chimica e l’Industria”, rivista scientifica della quale la SCI è proprietaria e il Consiglio Nazionale dei Chimici (CNC) è editore.

La custode si è accorta che il moderatore-blogger ha sperimentato una volta in luglio e una in novembre e che nei commenti gli appelli erano numerosi.

I fatti sono che su La Chimica e L’industria sono stati pubblicati degli articoli che, a detta del moderatore immoderato del suddetto Blog, sono “di stile e argomento “neghista” sul tema climatico” (e lasciamo perdere l’orrendo neologismo, ormai in voga tra gli ambientalisti.) (2)

Zingales dice così ma non lascia perdere, gli duole troppo che l’innominato nonché immoderato abbia scritto che su Climalteranti era uscita una critica  meritata alla tesi di Salvatore Mazzullo, pubblicata da La Chimica e l’Industria per volere dello stesso Zingales.

Ora può darsi che io firmi il “visto si stampi” di una rivista diversa da quella che il moderatore di quel blog, poi, legge, ma – certamente – accusare di “neghismo” un articolo che si è limitato a ricordare che oltre ai fattori antropici che agiscono sui cambiamenti climatici ci sono – certamente – anche fattori naturali, è veramente ridicolo, oltre che offensivo della lingua italiana.

Può darsi senz’altro. Su La Chimica e l’Industria, dopo accenni a dati  superati e altri che dimostrano il contrario di quanto asserito, la custode legge:

su scala secolare, il clima è scandito, prevalentemente anche se non esclusivamente, dal volgere del ciclo delle macchie solari.

La “prevalenza” è smentita da “mezzo secolo” stando allo stesso Mazzullo pochi paragrafi dopo:

 

Graph showing sun activity and climate

(Si vede meglio sul grafico aggiornato al 2015)

Ma sta per tornare perché siamo entrati nell’autunno millenario (3).

Prosegue Zingales:

Non esiste serio scienziato che si occupi del clima che disconosca l’esistenza di fattori non antropici in tal materia. Affermare il contrario è antiscientifico, esattamente come è antiscientifico negare l’influenza preponderante dei fattori antropici o, in generale, selezionare accuratamente tutti e solo i dati che avvalorano la teoria che abbiamo formulato o alla quale ci siamo pedissequamente accodati. Ma, sia chiaro – NESSUNO – ha inteso affermare su “La Chimica e l’Industria” o su “Il Chimico Italiano” che i fattori non antropici prevalgono o sono gli unici che intervengono nelle alterazioni del clima.

“NESSUNO” sul Blog della SCI, su La Chimica e l’Industria Mazzullo afferma invece che (bis)

su scala secolare, il clima è scandito, prevalentemente anche se non esclusivamente, dal volgere del ciclo delle macchie solari.

Zingales spiega così il proprio scopo:

 Si è inteso soltanto dar voce – e ricordare a tutti, ma soprattutto a scienziati tanto schierati da tradire la scienza, in un senso o nell’altro – che non è mai corretto disconoscere l’esistenza di fattori “altri” o persino discordanti (e non è questo il caso) con la “nostra teoria”.

Non sarà la custode a dubitare della correttezza o della serietà dello scienziato Mazzullo, in questo caso tuttavia è “tanto schierato” da disconoscere, tra altri fattori, l’esistenza degli oceani e la loro capacità termica.

E’ vero, invece, che in una rivista scientifica la definizione di “cambiamento climatico” non può che essere quella adottata dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che comprende ogni cambiamento non ordinario del clima, dovuto sia a fattori naturali che a fattori umani. Mentre la definizione “politica” adottata altrove (ad esempio all’ONU) parla di cambiamenti climatici solo in relazione ai fattori antropici: me è appunto una visione “politica” e non “scientifica”. E’ evidente che un blogger che esprime l’opinione “politica” che i fattori non antropici non abbiano alcuna rilevanza, è padrone di farlo.

Padrona di nulla, la custode ricorda la definizione “politica” dell’ONU:

“Clambiamento climatico” significa un cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente ad attività umana che alteri la composizione dell’atmosfera globale, e si aggiunge alla variabilità naturale del clima osservata durante periodi di tempo comparabili.

Zingales detta poi un imperativo kantiano al blogger – della SCI o in generale, non viene precisato:

Ma ha il dovere morale e scientifico di esprimere queste idee in un contesto diverso dal Blog della SCI e – comunque – senza MAI irridere chi liberamente esprime e motiva la sua opinione scientifica. Ma senza accusare apoditticamente chi espone concetti non coincidenti con i nostri.

Le accuse apodittiche sono riservate in esclusiva al professor Zingales. Ne approfitta per evocare ricordi di quando insegnava all’università e assisteva agli scontri tra scuole

facenti capo a questo a o a quel “maestro” (o Gran Maestro). Altri tempi, si dirà. Ma atteggiamento simile a quello perseguito con pervicacia in alcuni Post del Blog della SCI.

insinuando così il sospetto che il Blog della SCI sia in mano alla Massoneria.

Nel secondo post, che il prof. Zingales ritiene disdicevole,

il nostro Blogger “rimane di stucco” perché in un altro interessante articolo, viene sottolineato come la produzione di fertilizzanti sia oggi molto più “verde” di un tempo. Il motivo è che nell’articolo non è stato messo in evidenza che la produzione di fertilizzanti chimici sfrutta troppo pesantemente risorse naturali non rinnovabili.

Così come Salvatore Mazzullo trascurava l’esistenza degli oceani e della loro capacità termica, questa volta il vice direttore Ferruccio Trifirò trascura quella degli ecosistemi e, senza ironia, scrive già nel titolo: “I fertilizzanti: esempio emblematico di chimica sostenibile”, perché tiene conto dei miglioramenti della catalisi industriale. A Zingales sembra scientifico e lungimirante, mentre

parlare di sostenibilità bucolica solo dal punto di vista ambientale è una posizione ascientifica e politicamente miope.  La sostenibilità o è GLOBALE (ambientale, sociale, economica, politica, igienico-sanitaria ecc.) o è solo una mistificazione.

Non trova affatto mistificatorio chiamare “esempio di chimica sostenibile” dei prodotti noti per l’efficacia, ma anche per causare un danno “ambientale, sociale, economico, politico e igienico-sanitario ecc.”

Noi – i chimici italiani che hanno fatto di questa scienza una scelta di vita e di professione – siamo per la scienza e contro le mistificazioni.  Per questo continueremo a pubblicare, nonostante i blogger irridenti, tutti gli articoli che introducono elementi di discussione utili alla formazione di un proprio pensiero scientifico autonomo (…) dal pensiero unico che si vuole imporre.

Non sia mai che il “pensiero unico” imponga di tener conto dell’esistenza degli oceani, mentre con “un pensiero scientifico autonomo” si va a New York in bici, o dell’esistenza degli ecosistemi mentre con un “pensiero scientifico autonomo” i fertilizzanti chimici non escono dalla fabbrica e lasciano le acque chiare, fresche e dolci.

Conclude Zingales:

Ciò detto, non interverrò ulteriormente a commentare le uscite del Blog della SCI, lasciando ai lettori …  il piacere di maturare la propria idea informata.

La custode l’ha maturata quando il direttore della Newsletter del CNC ha precisato al “Blogger” che se “i blogger” vogliono commentare articoli della Newsletter o di La Chimica e l’Industria devono farlo su “quegli organi” e da nessun altra parte:

Il giudizio finale è “il terzo organo è di troppo”…

La sentenza dovrebbe essere pubblicata a breve.

Note

1.  Celebre dal 2010 per aver ospitato la fantascienza di Franco Battaglia quand’era ancora spesato dallo Heartland Institute.

2. La custode che ce le ha tutte è pure femminista.

3. Quale membro (unico?) della “SCI task force ESPERA”, Salvatore Mazzullo scrive spesso di clima su La Chimica e l’Industria. Tra il 2010-2011 e il 2013 riteneva che le variazioni climatiche fossero causate da cicli di “anni millenari” e “stagioni millenarie”. Nel 2010 scriveva

Per la prima volta viene introdotto il concetto di anno millenario e di stagioni millenarie per definire un intero ciclo di precessione della Terra. Un modello di calcolo della temperatura, mutuato dalla scala paleoclimatica di Milankovitch, consente di stabilire l’inizio delle quattro stagioni millenarie, come segue: inverno millenario (15˙000 a.C.), primavera millenaria (8˙800 a.C.), estate millenaria (2˙500 a.C.), autunno millenario (3˙900 d.C.). Le stagioni millenarie sono dovute all’eccentricità dell’orbita terrestre durante il moto di precessione. Attualmente, la Terra si trova verso la conclusione dell’estate millenaria.

Non è chiaro se la cronologia vada intesa per l’intero pianeta o per l’emisfero nord, mentre è chiaro che essa ignora un anno plurisecolare di ricerche in paleoclimatologia.

Leggi anche: Incentivi ambientali agli agricoltori, si o no?

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Crediti immagini: foto Lynn Betts, Wikimedia Commons; grafico Skeptical Science/CC

 

Condividi su