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L’illusione della sigaretta elettronica

Alternativa, profumata, accettata, m inutile per chi vuole smettere di fumare

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COSTUME E SOCIETÀ – Hanno più di quarant’anni e sono più uomini che donne. Ecco le caratteristiche degli italiani che cercano di smettere di fumare. In un caso su tre il tentativo fallisce miseramente, perché il fumatore il più delle volte cerca di smettere senza alcun aiuto, con la semplice forza di volontà.

Secondo l’Indagine della Doxa, condotta in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, gli Italiani non credono nemmeno più nella sigaretta elettronica, millantata per lungo tempo come alternativa più salutare rispetto al tradizionale tabacco. Secondo la ricerca, tra il 2013 e il 2014 la sigaretta elettronica avrebbe perso il 60% degli acquirenti, dato che gli utilizzatori sono passati da due milioni a 800 mila.

La moda della sigaretta elettronica potrebbe dunque essere passata. In alternativa, il declino dell’apparecchio potrebbe essere legato alla sua inefficacia nell’aiutare il fumatore ad abbandonare definitivamente la sigaretta tradizionale. Sono in tanti, infatti, coloro che avevano tentato di smettere con gradualità, scegliendo l’alternativa più semplice: la sigaretta elettronica. Capace di riprodurre la gestualità tipica del fumatore, poteva essere un ottimo mezzo per disfarsi in modo definitivo della sigaretta tradizionale. Ma quanto suggerito da una recente ricerca di UC San Francisco, pubblicata di recente da The Lancet Respiratory Medicine, smentirebbe tale utilità. Il successo nel tentativo di smettere di fumare è del 28% inferiore in coloro che si appellano alla sigaretta elettronica rispetto a coloro che non ne fanno uso.

Lo studio si basa su una meta-analisi di 38 articoli che analizzano i comportamenti di chi cerca di smettere di fumare attraverso l’uso della sigaretta elettronica. Questi articoli sono stati comparati con altre 20 pubblicazioni relative a fumatori che non hanno mai utilizzato la sigaretta elettronica. Dati demografici, livelli di dipendenza dalla nicotina e precedenti tentativi di smettere sono alcune delle variabili considerate nel processo di confronto tra gli studi.

Il risultato dello studio, che sottolinea l’inefficacia dell’e-cig, rafforza una decisione già presa dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2013, quella di non includere il dispositivo tra i medicinali per smettere di fumare. Il mancato inserimento negli elenchi della Food and Drug Administration, non aveva impedito alle industrie produttrici di vendere la sigaretta elettronica come un valido palliativo per chi vuole abbandonare il fumo.

Pur tuttavia anche i dati italiani confermavano la sua inefficacia. Secondo le statistiche nazionali,  l’89,4% degli utilizzatori di sigarette elettroniche ha comunque continuato a fumare. Gli autori suggeriscono dunque di bandire il fumo di e-cig come quello di sigaretta tradizionale. L’e-cig non deve essere considerato un sostituto della sigaretta, perché non è in grado di svolgere tale funzione.

Sono in corso di studio nuovi metodi per smettere di fumare. Ad esempio un trial clinico tutt’ora in corso sta monitorando l’efficacia delle applicazioni smartphone per dissuadere il fumatore dal proprio vizio. Altri studi stanno invece cercando di capire come dovrebbe essere strutturata la comunicazione web, per creare un messaggio utile ai fumatori nel promuovere un comportamento più salutare. Dopo che la sigaretta elettronica non ha dato i risultati sperati, non resta che appellarsi ad altre tecnologie.

@AnnoviGiulia

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Vaping360, Flickr

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.