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Vivere sostenibile nell’IYGU: qual è il tuo contributo?

Nell'International Year of Global Understanding si ragiona sul contributo che ognuno di noi può dare per risolvere i problemi del pianeta. Dal cibo ai consumi, ecco qualche idea

Inizia dalle piccole cose quotidiane: quante bottiglie di plastica getti via ogni giorno? Scegline una riutilizzabile e riempila più volte
Inizia dalle piccole cose quotidiane: quante bottiglie di plastica getti via ogni giorno? Scegline una riutilizzabile e riempila più volte.

SPECIALE GENNAIO- Se il 2015 era l’International Year of Light, questo nuovo anno segue un altro filo conduttore, quello della “comprensione globale”. È l’International Year of Global Understanding (#IYGU), affrontare i problemi del pianeta con un approccio globale.

“Stiamo affrontando un cambiamento climatico a livello globale, ma anche un cambiamento sociale […] e sono indissolubilmente legati” si legge sul sito dell’IYGU. “Se le persone sapessero cosa comportano le loro azioni quotidiane per il pianeta, potrebbero prendere provvedimenti adeguati”. La chiave: globale non significa che ogni scelta debba partire al di sopra di noi. È dal locale che inizia il cambiamento, piccole azioni che mirano a un obiettivo comune. Per dirla come nel romanzo Cloud Atlas di David Mitchell, “Che cos’è l’oceano se non una moltitudine di gocce?”. Vediamo alcune di queste gocce.

Non sprecare il cibo (né l’acqua)

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Quando fai la spesa non farti prendere dall’entusiasmo o da offerte su confezioni XL; compra il cibo ragionando su quando lo consumerai e sulle date di scadenza. Usa una sporta di tela: risparmi, è più resistente e la puoi usare a lungo. Se la dimentichi a casa, sfrutta le shopper biodegradabili per la raccolta dell’umido. In Italia con l’abolizione dei sacchetti di plastica ancora non  ci siamo (ben altri i risultati francesi), perciò ogni contributo è importante. Approfitta degli sconti sui prodotti in scadenza. A cena dagli amici non mettere nel piatto più di quanto pensi di mangiare: quello che lasci finirà nella spazzatura. Se al ristorante hai esagerato, chiedi di farti incartare gli avanzi.

Fai docce brevi: una doccia di cinque minuti consuma più di 70 litri d’acqua. Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti. Ripara tutte le perdite.

Secondo i dati FAO, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo ogni anno va sprecato. Un bilione di dollari gettato via, che si sommano a 900 miliardi $ di costi sociali e ad altri 700 miliardi $ di spreco di risorse naturali tra acqua (172 miliardi), deforestazione (42 miliardi) e conseguenze delle emissioni di gas serra (429 miliardi). Per rispondere alla richiesta di cibo di una popolazione mondiale in continuo aumento, la produzione dovrà aumentare del 60% entro il 2050.

Tra le mura di casa, sii responsabile 

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Usa lampadine a risparmio energetico, spegni le luci che non servono e tutti gli apparecchi elettronici che non stai usando (lucetta rossa della TV compresa). Scegli elettrodomestici con buona efficienza energetica, non inferiore alla A: meno spreco e riduzione dei costi in bolletta di circa il 30%. Sfrutta un termostato programmabile per ottimizzare la temperatura domestica -20° con due di tolleranza-. Non coprire i termosifoni con tende o altro, riscalda solo le stanze che usi e valuta la sostituzione delle finestre a vetro singolo con doppi vetri e infissi isolanti (molte città hanno uno sportello energia per aiutare i cittadini con detrazioni fiscali, interventi domestici e consigli: Milano, Torino, Roma). Spegni riscaldamento e condizionatore quando non sei in casa. Se il caldo non è eccessivo, apri le finestre per creare correnti d’aria e rinfrescare; se scegli il condizionatore, accertati che siano tutte chiuse. E non esagerare: per la tua salute e per quella del pianeta.

L’utilizzo domestico è la seconda voce (al 26,8%) dei consumi energetici in Europa subito dopo i trasporti (31,6%) e prima dell’industria (25,1%). Qui trovi i dati Enerdata sul consumo domestico fino al 2014, a livello globale. Entro il 2010 l’UE si è impegnata a ridurre il suo consumo energetico -quello interno lordo del 2013 è stato di 1.666 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, tep- del 20%.

Sii un consumatore consapevole

Reduce, riuse and rycicle. Ovvero riduci i consumi, riusa e ricicla, a casa, al lavoro, ovunque: cerca upcycle su Pinterest o altrove: la mancanza di idee non è più una scusa valida. Fai la raccolta differenziata con cura: non gettare materiali sporchi (vetro, plastica e tetrapak vanno sciacquati) e se i contenitori sono a materiale misto, dedica qualche secondo in più a separarne le componenti. Quando non sei sicuro di dove vada gettato qualcosa, informati: non buttare a caso (questo è un esempio, ma controllate come funziona nella vostra città). Non comprare mai posate di plastica, bicchieri e contenitori usa e getta. La loro produzione richiede un percorso enorme e dopo pochi minuti si trasformano in un rifiuto. Ne vale la pena?

Scegli una bottiglia riutilizzabile o una borraccia e riempila d’acqua più volte dal rubinetto. È gratis ed è sicura. Se l’acqua della tua città non ti piace, ragiona sulla possibilità di installare sul lavandino un filtro per il trattamento domestico. Pensaci: quante bottiglie di plastica getti via tra lavoro, palestra, casa? Valuta l’utilizzo di detersivi alla spina e ricariche. Nel tempo -si spera- diventerà più semplice anche l’acquisto di prodotti sfusi. Alcuni supermercati iniziano il percorso no-packaging, in molti -anche grandi- si trovano da tempo sfuse le crocchette per animali.

Non buttare subito via le cose che non usi più, a partire dai vestiti: cerca un modo per riutilizzarle, rivenderle o donarle allungando loro la vita (magari con i gruppi Facebook “te lo regalo se vieni a prenderlo”, ma non appioppare cose a cugini e fratelli costretti ad accettare. Marie Kondo non approverebbe). Riciclare è bello, ma non è semplice né gratuito: fai un passo in più, compra di meno. Internet è pieno di idee sul riuso. Infine: la consapevolezza non riguarda solo i piccoli acquisti, ma anche grandi spese come i mezzi di trasporto. Se non puoi sostituire l’automobile con i mezzi di trasporto e non consideri l’elettrico, scegli un modello che inquini di meno in base alle tue necessità: con questo articolo, scritto subito dopo la vicenda Volkswagen, ti aiutiamo a ragionarci.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Quanti rifiuti nei canali di Venezia? Li studia la campagna Don’t Waste Venice

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti foto: Pixabay

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".