ATTUALITÀ

Se siete d’accordo, lo direste?

Dal 1994, il governo italiano taglia i fondi alla ricerca scientifica, di recente glieli sottrae per finanziare grandi progetti europei.

Una petizione invita l’Unione Europea a fare pressione sul Governo Italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore a quello della pura sussistenza.

ATTUALITÀ – Da ieri la lettera di Giorgio Parisi e altri 69 ricercatori uscita giovedì scorso su Nature è diventata una petizione. In una paginetta e in italiano, ricorda fatti che i lettori di OggiScienza conoscono bene, a volte per esperienza personale. Per esempio

L’Italia investe pochissimo in ricerca

1,3 miliardi di euro nel 2013, meno di quanto investa una città-stato di 5,4 milioni di abitanti come Singapore.

I PRIN (progetti di ricerca di interesse nazionale) sono rimasti inattivi dal 2012, fatta eccezione per alcune piccole iniziative destinate a giovani ricercatori.

I fondi di quest’anno per i PRIN, 92 milioni di Euro per coprire tutte la aree di ricerca, sono troppo pochi e arrivano troppo tardi, specialmente se paragonati per esempio al bilancio annuale dell’Agenzia della Ricerca Scientifica Francese (corrispondente ai PRIN italiani) che si attesta su un miliardo di Euro l’anno. Nel periodo 2007-2013 l’Italia ha contribuito al settimo “Programma Quadro” europeo per la ricerca scientifica per un ammontare di 900 milioni l’anno, con un ritorno di soli 600 milioni. Insomma l’incapacità del Governo Italiano di alimentare  la ricerca di base ha causato una perdita di 300 milioni l’anno per la scienza italiana e  quindi per l’Italia.

Sembra assurdo, vero?
Siccome la lettera è rivolta all’Unione Europea e la invita

a fare pressione sul Governo Italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca in Italia e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore a quello della pura sussistenza.

possono firmarla anche cittadini di altri paesi UE. Se ne condividete i contenuti, potete firmala e invitare altri a farlo. Grazie anche da parte di Giorgio Parisi e dei suoi coautori.

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