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Corea di Huntington, nei topi adulti si può “spegnere” il gene coinvolto

L'huntingtina svolge un ruolo chiave nelle prime fasi dello sviluppo del cervello, ma nei topi adulti il gene che la codifica è superfluo. Nuove possibilità per futuri trial clinici

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Una mutazione del gene per la proteina huntingtina è responsabile della malattia di Huntington, ma una ricerca suggerisce che il gene possa essere soppresso senza conseguenze gravi. Crediti immagine: Dr. Steven Finkbeiner, Wikimedia Commons

SCOPERTE – Il gene dell’huntingtina, la proteina che nella forma mutata causa la malattia di Huntington (anche nota come corea di Huntington), può essere disattivato nei topi adulti senza conseguenze. Da uno studio pubblicato su PNAS un’ulteriore evidenza supporta l’idea che è possibile silenziare il gene negli esseri umani adulti, anche se la ricerca clinica al riguardo è appena agli inizi.

Nelle persone che soffrono di questa grave malattia neurodegenerativa, la huntingtina mutata causa la morte delle cellule del cervello e, manifestandosi tra i 35 e i 50 anni, provoca sintomi come la perdita di controllo sul movimento, problemi di equilibrio, aggressività e declino cognitivo. Normalmente la proteina svolge un ruolo chiave nelle prime fasi dello sviluppo del cervello, specialmente nella formazione delle sinapsi tra i neuroni.

Proprio come negli esseri umani, i topi con la malattia di Huntington hanno due copie del gene che codifica per la proteina, una normale l’altra mutata: se gli embrioni murini non presentano il gene al concepimento, muoiono nell’utero. Gli scienziati del gruppo di ricerca di Xiao-Jiang Li hanno condotto la loro ricerca su topi geneticamente modificati, nei quali il gene dell’huntingtina rimaneva non funzionante se non dopo aver somministrato ai topi il tamoxifen (un farmaco antitumorale).

Quando il gene veniva inattivato in topi di più di quattro mesi, gli animali rimanevano in salute, non perdevano peso né il controllo dei movimenti, nonostante le cellule di tutto il corpo fossero ormai prive della proteina huntingtina. Rispetto a questi adulti, i topi più giovani di quattro mesi senza la proteina hanno sviluppato una pancreatite letale. “Con le strategie di editing o soppressione genica legate alla malattia di Huntington, una delle preoccupazioni maggiori riguarda i possibili effetti collaterali legati alla funziona essenziale dell’huntingtina”, spiega Li in un comunicato. Ma tutto cambia se gli effetti collaterali riguardano solo gli interventi sul gene fatti negli individui giovani.

È comunque possibile che a livello di memoria o nel comportamento questi topi abbiano ancora qualche tipo di alterazione, aggiunge Li. Secondo lo scienziato, agire sull’espressione della proteina è comunque una via molto promettente nel trattamento della corea di Huntington. I prossimi studi serviranno proprio a verificare se il ruolo post-natale della proteina diventi meno importante con l’età negli umani, come succede nei topi.

@Eleonoraseeing

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".