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Chi dorme non piglia peso

Un meccanismo evolutivo che serve ad assicurare il corretto apporto di energia all'individuo durante la veglia, diventa difettoso durante l'obesità: così si innesca un circolo vizioso che porta l'obeso a sentire sempre più fame.

Secondo uno studio italiano l’ormone che normalmente regola la veglia e l’allerta, nel cervello di chi è obeso provoca ulteriore aumento di peso. Crediti immagine: ebru, Flickr

SALUTE – Uno studio tutto italiano ha svelato il paradosso del cervello degli obesi. Tutto starebbe in una piccola molecola, l’orexina-A, che attiva un circuito ancestrale normale e sano, quello che promuove la veglia e il comportamento di allerta durante la caccia al cibo, ma che nel cervello di chi è obeso genera anche un circuito vizioso, causa di ulteriore aumento di peso.

Lo studio – guidato da Luigia Cristino, ricercatrice dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli, in collaborazione con Ceinge, Istituto di biochimica delle proteine del Cnr, Università Federico II di Napoli e Università Carlo Bo di Urbino – è stato pubblicato sulla rivista PNAS e potrebbe anche fornire una spiegazione per la nota associazione tra mancanza prolungata di sonno e aumento di peso.

Quando siamo affamati, nel nostro ipotalamo (l’area del cervello che regola anche fame e sazietà) cala il livello della leptina, l’ormone che fa da freno alla fame, mentre sale quello dell’endocannabinoide 2-AG, l’acceleratore della fame. Parte, così, un meccanismo che porta a una maggiore produzione di orexetina-A, un peptide fondamentale dal punto di vista evolutivo per ogni animale: promuove la veglia e il comportamento di allerta, che garantiscono la sopravvivenza dell’animale fornendogli quell’attenzione necessaria a cacciare per procurarsi il cibo e a scappare in caso di pericolo.

“Gli endocannabinoidi  – spiega Luigia Cristino in una nota diffusa dal Cnr – sono piccole molecole segnale che utilizzano gli stessi recettori di membrana a cui si lega anche il principale costituente psicotropo della cannabis, il THC. Che gli endocannabinoidi stimolassero l’appetito è noto da tempo, come ampiamente dimostrato dalle nostre ricerche, ma la novità di questa ricerca è stata scoprire che l’orexina-A è un potente induttore della sintesi del 2-AG che, a sua volta, attiva il recettore CB1 del sistema endocannabinoide nei neuroni POMC dell’ipotalamo, spegnendo così la produzione di alfa-MSH, un altro ormone che blocca la fame. Sebbene tale meccanismo serva ad assicurare un corretto apporto di energia durante la veglia in individui normopeso, esso diventa difettoso durante l’obesità a causa del malfunzionamento della leptina. Ciò innesca il circolo vizioso dell’aumento di appetito e del peso corporeo che porta al punto di non ritorno a cui il cervello non riesce a spegnere più il senso di fame”.

Dai dati ottenuti, il team di ricercatori ipotizza che il meccanismo si verifichi anche nell’uomo e apre la strada a nuove possibili metodi per bloccare l’epidemia di obesità, considerando i recettori dell’orexina-A  come possibili bersagli farmacologici.

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.