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Bacche di acai, il parere dell’esperta sul “superfood”

Dalle ricette per le "acai bowl" all'elogio delle proprietà antiossidanti, vediamo cosa dice la letteratura scientifica riguardo alle famose bacche

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Le palme di acai possono superare i 25 metri di altezza. Oggi vengono coltivate principalmente per le bacche e per i cuori. Fotografia di Camila Neves Rodrigues da Silva CC BY-SA 4.0

APPROFONDIMENTO – Le bacche di acai sono i piccoli frutti esotici dell’Euterpe oleracea, una palma originaria dell’America centrale e meridionale. Nell’aspetto sono simili a mirtilli e hanno un buon contenuto di antocianine (pigmenti della classe dei flavonoidi), ma negli ultimi anni hanno letteralmente fatto il botto come superfood, elogiati per le loro proprietà antiossidanti e “terapeutiche” che hanno portato le bacche sul mercato in varie forme, dal succo al liofilizzato. La moda è relativamente recente, arrivata anche da noi dopo un boom che (dando un’occhiata a Google Trends) ha avuto inizio tra il 2008 e il 2009.

Non a caso è proprio nel 2008 che il Dr. Mehmet Oz, famoso negli USA per il programma televisivo “The Dr Oz Show”, ha partecipato allo show di Ophrah Winfrey proprio per parlare di acai, in un intervento di discussione sulle proprietà delle bacche che ha avuto un effetto notevole sull’opinione pubblica. In un battito di ciglia almeno 40 aziende legate alla vendita di acai hanno associato i nomi -dunque l’endorsement- delle due celebrità ai propri prodotti, guadagnandosi una denuncia da entrambe.  Ma cosa sappiamo davvero delle proprietà dell’acai, in funzione degli studi scientifici che hanno valutato le bacche? Ne abbiamo parlato con la nutrizionista e ricercatrice Lucilla Titta, coordinatrice del progetto Smartfood dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Nove grandi trial promossi dal National Cancer Institute hanno concluso che non ci sono prove per sostenere che gli antiossidanti abbiano un effetto protettivo contro il cancro. Eppure non è raro leggere che le bacche di acai lottano contro le cellule tumorali o aiutano a prevenire alcuni tipi di cancro. Cosa sappiamo al riguardo?
Molti studi in laboratorio hanno valutato l’effetto di questa bacca sui processi cellulari, anche in ambito oncologico. Nonostante i risultati evidenzino che può contribuire a rallentare i processi di danneggiamento cellulare, a oggi non possiamo affermare che consumare bacche di acai aiuta a prevenire il cancro, né tantomeno a combatterlo. Dal punto di vista scientifico, bisogna ricordarlo, non esiste un alimento che abbia proprietà terapeutiche. Le raccomandazioni internazionali per la prevenzione delle malattie oncologiche, infatti, suggeriscono di adottare uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale.

Ha senso introdurre queste bacche in particolare e non semplicemente integrare la propria alimentazione con mirtilli, kiwi e altri frutti con proprietà antiossidanti?
No, ha molto più senso consumare tutta la frutta e verdura con grande varietà. Una strategia per garantirsi un’assunzione di vegetali varia è seguire la stagionalità e cambiare i colori. In questo modo è possibile assicurarsi l’apporto di molte molecole diverse, con effetti benefici paragonabili a quelli delle bacche di acai. Scegliere prodotti più accessibili può essere utile sia per il prezzo inferiore, sia perché è più semplice reperirli.

Un piccolo studio su 10 persone sovrappeso ha mostrato riduzione di colesterolo e altri fattori dopo l’assunzione di bacche di acai. Cosa sappiamo per quanto riguarda le loro “proprietà dimagranti”? Esistono studi a supporto dell’idea che facciano perdere peso?
Gli effetti sul profilo lipidico sono sovrapponibili a quelli del consumo di alimenti simili, come i mirtilli, perciò consumare queste bacche a rotazione nelle porzioni di frutta consigliate dalle linee guida può essere un buon approccio. Per quanto riguarda le proprietà dimagranti, non esistono cibi ai quali si possano attribuire. Lo conferma un parere ufficiale del NIH, il National Center for Complementary and Integrative Health. L’unica strategia per perdere peso è introdurre meno calorie di quante se ne consumano, aumentando il dispendio energetico con l’attività fisica e diminuendo l’introito calorico. Per farlo può essere utile consumare più alimenti vegetali, che apportano meno calorie essendo più ricchi di acqua, o migliorano il senso di sazietà grazie al contenuto in fibre.

E per quanto riguarda gli effetti sulla salute cardiovascolare?
Sappiamo qualcosa in più, perché in quest’ambito esistono evidenze maggiormente consolidate sugli effetti dei fitocomposti [i phytochemicals, molecole vegetali come polifenoli, carotenoidi, terpeni…]. Ad esempio, numerosi studi clinici hanno mostrato che un consumo regolare di alimenti ricchi di flavonoidi è in grado di migliorare l’elasticità dei vasi, la fluidità del sangue e la concentrazione di molecole infiammatorie. Migliorando questi parametri, quindi, ci sono le basi scientifiche per presupporre un effetto benefico a livello cardiovascolare.

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Una acai bowl, la ciotola piena di bacche (intere o liofilizzate) insieme a banane e frutta varia, diventata molto di moda negli ultimi anni come colazione salutare. Fotografia di Insatiablemunch, Flickr

Le bacche di acai sono molto in voga tra gli sportivi. Un piccolo studio su sette ostacolisti ha concluso che il consumo quotidiano di succo non aveva migliorato la performance ma aumentato il profilo di antiossidanti nel sangue e ridotto il danno muscolare. Ci sono altre evidenze in merito agli effetti sull’attività sportiva? Ha senso per gli atleti integrare la propria dieta con le bacche di acai?
Esiste un altro piccolo studio che ha valutato gli effetti in acuto dopo un’attività ad alta intensità e si vede una riduzione modesta dello stress muscolare indotto dallo sforzo. I dati sono ancora molto pochi, di sicuro sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio quali siano le quantità ideali di prodotto e le tempistiche ideali per consumarlo. Le bacche di acai hanno comunque un buon profilo nutrizionale, quindi possono essere un buon prodotto per chi pratica sport, in rotazione con altra frutta e bacche simili.

Varie pubblicazioni hanno valutato l’attività biologica dell’acai in vitro o su modelli animali. Sono un indizio concreto degli effetti sul corpo umano o è troppo presto per dire che ve ne siano?
Molti punti critici limitano l’applicazione delle evidenze della scienza di base alla pratica clinica in ambito nutrizionale. Il primo è rappresentato dalle molecole che si testano in laboratorio. Molto spesso si testano gli effetti su specifiche attività biologiche, senza tener conto che quelle molecole, quando arrivano all’organismo umano attraverso il cibo, vengono modificate e trasformate in metaboliti. I cui effetti dovrebbero essere tenuti in considerazione. Anche la quantità è fondamentale: le dosi  testate sui modelli animali sono spesso elevate, al punto che difficilmente potrebbero essere assunte attraverso gli alimenti.

Da noi le bacche di acai si trovano principalmente liofilizzate. Anche a fronte delle loro proprietà, un qualsiasi frutto consumato intero (ad esempio i mirtilli, con effetti simili) non garantisce un maggior apporto nutrizionale?
Gli effetti benefici del consumo di frutta fresca derivano anche dal loro contenuto di acqua e fibre, che aiuta a migliorare il senso di sazietà. Se invece parliamo strettamente delle attività biologiche delle varie molecole nelle bacche di acai, non è detto che vengano perse nel prodotto liofilizzato. Oggi esistono tecniche di liofilizzazione molto moderne e sofisticate, che usano basse temperature e tempi brevi per preservare l’integrità e le attività di queste molecole.

Il modo in cui vengono presentate le bacche di acai e i loro derivati sul mercato può essere fuorviante per un consumatore?
I consumatori andrebbero sensibilizzati in modo da dar loro una maggior consapevolezza, in termini di varietà e tipologia dei prodotti a loro disposizione, oltre a far sviluppare un criterio di scelta in modo che possano orientarsi tra le continue pressioni della pubblicità.

Una piccola bibliografia per chi volesse approfondire ulteriormente

  • Phytochemical and nutrient composition of the freeze-dried Amazonian palm berry, Euterpe oleraceae Mart. (Acai) J Agric Food Chem. 2006;54:8598–8603
  • Quantitative analysis of anthocyanins in Euterpe oleracea (açaí) dietary supplement raw materials and capsules by Q-TOF liquid chromatography/mass spectrometry Pharmaceutical Biology Volume 50, Issue 10, 2012
  • What is the açaí berry and are there health benefits? J Am Diet Assoc. 2009 Nov;109(11):1968. doi: 10.1016/j.jada.2009.09.017
  • Anthocyanin-rich açaí (Euterpe oleracea Mart.) extract attenuates manganese-induced oxidative stress in rat primary astrocyte cultures. J Toxicol Environ Health A. 2014;77(7):390-404. doi: 10.1080/15287394.2014.880392.
  • Cytotoxic effects of Euterpe oleracea Mart. in malignant cell lines BMC Complement Altern Med. 2014 May 29;14:175. doi: 10.1186/1472-6882-14-175.

@Eleonoraseeing

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".