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IDAHOT 2016, 17 maggio è la Giornata mondiale contro omofobia

Il 17 maggio 2016 torna la Giornata mondiale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia per sensibilizzare e prevenire le discriminazioni contro l'omosessualità

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SPECIALE MAGGIO – Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha cancellato l’omosessualità dall’ICD, la classificazione internazionale delle malattie mentali. Una giornata storica per le persone omosessuali, bisessuali e transessuali che ancora oggi in molti Stati non godono di pari diritti, ma sono vittime di discriminazione e violenze per il loro orientamento sessuale. Nel 2004 l’Unione europea ha istituito la Giornata internazionale contro l’omofobia, il cui acronimo inglese è IDAHOT (International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia) per sensibilizzare e prevenire la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali in 130 Paesi nel mondo. Tra questi, ci sono 37 Paesi nei quali l’omosessualità è ancora considerata illegale secondo la legge.

È così che il 17 maggio 2016, in Italia e negli altri Paesi, torna la celebrazione con manifestazioni ed eventi per promuovere la cultura, combattere i pregiudizi e sconfiggere le paure irrazionali che ancora oggi molti nutrono nei confronti di chi ha un differente orientamento sessuale.

Omofobia, bifobia, transfobia: cosa sono? 

Queste tre paure rientrano tutte nel concetto di omofobia e non possono essere definite come disturbi mentali. Fanno parte di un fenomeno sociale per cui la persona che ne soffre ha una irrazionale paura e avversione nei confronti di omosessuali, bisessuali e transessuali. Si tratta di paure scatenate dal pregiudizio e per questo alla stregua di fenomeni sociali come il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e il sessismo. Per omofobia si intende quindi un insieme di pensieri, sentimenti e comportamenti in cui il soggetto dimostra avversione nei confronti dell’omosessualità e delle persone omosessuali. Questa fobia non rientra né nel DSM, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, né nella classificazione internazionale ICD.

Oggi questo termine indica tre principali accezioni: la prima è quella pregiudiziale, per cui si ha un giudizio negativo sull’omosessualità che viene percepita come patologica, immorale e socialmente pericolosa senza nessun motivo. Poi c’è l’accezione discriminatoria, che comprende quei comportamenti che, come il sessismo, ledono i diritti e la dignità delle persone omosessuali sia sul posto di lavoro che nella cultura e nelle situazioni quotidiane. Infine c’è l’accezione psicopatologica, in cui si prova l’irrazionale paura e la repulsione nei confronti delle persone omosessuali, tanto da portare a disturbi d’ansia proprio come accade per le comuni fobie patologiche.

Italia, a che punto siamo?

In Italia l’11 maggio 2016 è stata approvata la legge sulle Unioni civili, una legge che vede come prima firmataria Monica Cirinnà, senatrice del PD, e che riconosce le coppie dello stesso sesso oltre a disciplinarne le convivenze, al pari delle unioni civili tra persone di sesso differente. La legge non tratta ancora le adozioni e il matrimonio gay, ma rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti alle persone omosessuali: anche le coppie dello stesso sesso possono ora godere degli stessi diritti previsti per le coppie eterosessuali che contraggono un matrimonio civile.

Non esiste ancora una legge contro l’omofobia, il cui testo è stato presentato nel 2013 in Parlamento, arenandosi definitivamente nell’ottobre 2015 senza riuscire a passare alla fase successiva di approvazione. Il 17 maggio 2016 diventa quindi l’occasione per tornare a discutere di una legge, che appare necessaria, per sconfiggere il pregiudizio e la discriminazione nei confronti degli omosessuali. Per questo motivo l’Arcigay ha lanciato la sua campagna per la IDAHOT 2016 dal titolo “Omofobia, bifobia e transfobia non sono opinioni”, di cui ha parlato Gabriele Piazzoni, segretario nazionale dell’associazione:

“Questa campagna serve anche a porci un obiettivo e a ricordare a tutte le persone gay, lesbiche, bisessuali e trans che subiscono discriminazioni e violenze per il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere che stiamo tutte e tutti combattendo una battaglia per cambiare questo Paese: la promessa è che la vinceremo”.

@oscillazioni

Leggi anche: Perché opporsi al matrimonio tra persone dello stesso sesso?

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.