SCOPERTE

Un’app e un aquilone per creare mappe collettive

UAV toolkit è un'applicazione gratuita che permette di scattare immagini e registrare la posizione grazie al GPS, per facilitare le operazioni di soccorso in caso di emergenze

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L’uso di immagini aeree associate a dati GPS può essere sfruttato per portare aiuti in caso di emergenze umanitarie, come terremoti, alluvioni o disastri naturali. Crediti immagine: Public Domain

SCOPERTE – L’immagine di apertura di questo articolo è la città di San Francisco (California) dopo un devastante terremoto avvenuto nel 1906. George R. Lawrence, fotografo americano noto per le sue istantanee scattate dal cielo, realizzò questa panoramica spettacolare agganciando una macchina fotografica del peso non trascurabile di 22 chilogrammi a un aquilone. Sì, un aquilone, uno dei tanti giochi della nostra infanzia. Ma per la scienza, gli aquiloni non sono solo questo. Le foto aeree realizzate con il loro ausilio non sono una novità, come non lo sono ormai i più tecnologici e moderni droni, nati per scopi militari, che stanno con gradualità entrando nell’uso civile.

Lo studio delle applicazioni supportate dai sensori dei cellulari è un promettente campo di ricerca, a cui molti scienziati si stanno appassionando: dalla ricerca sociale, alla mappatura di dati epidemiologici alla rilevazione di dati ambientali. Un’idea arriva da una ricerca del DroneLab all’Environment and Sustainability Institute dell’Università di Exeter pubblicata su PLoS ONE. Karen Anderson e la società no profit inglese FoAM Kernow hanno realizzato e testato UAV toolkit, un’app gratuita disponibile nello store di Google, da installare su smartphone che supportino la tecnologia Android e dotati di navigatore GPS. L’idea è quella di sfruttare i sensori dei cellulari per ottenere immagini da elaborare poi a diversi scopi. Per questo studio, in particolare, sono stati utilizzati due tipi di cellulari, di diverso costo, uno molto economico e uno più costoso, per capire se le prestazioni potessero essere valide anche con una tecnologia dal costo minimo.

Secondo gli autori, nonostante la risoluzione delle immagini possa essere talvolta carente per diversi motivi – dal vento eccessivo, alle vibrazioni del motore dell’aereo pilotato da terra – le immagini ricavate sono capaci di servire allo scopo: portare aiuti dove servono. Non sono necessarie foto di altissima qualità per creare delle citizen map che siano di supporto ai soccorsi in luoghi dove non ci sono connessioni capaci di mettere in comunicazione protezione civile e popolazione in cerca di aiuto. La nuova app permette di registrare le posizioni dove si trovano persone da soccorrere grazie al GPS e, inoltre, di scattare foto che possono essere inserite in piattaforme online come Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT).

In casi di emergenza umanitaria, improvvisa ed estrema, come terremoti, alluvioni o disastri causati dall’azione umana, anche un’app open source, installata sul proprio telefono Android trasportato in aria da un aquilone, potrebbe aiutare a capire dove indirizzare i soccorsi.

Leggi anche: Nuova scossa in Nepal, in aiuto anche le mappe open source

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Federica Lavarini
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, ho frequentato il master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Sono giornalista pubblicista e scrivo, o ho scritto, su OggiScienza, Wired, La Lettura del Corriere della Sera, Rivista Micron, Il Bo Live, la Repubblica, Scienza in Rete.