CULTURA

WeSchool, una piattaforma per rendere la scuola digitale e partecipativa

La nuova piattaforma lanciata da OilProject promette di migliorare l'offerta didattica digitale per la scuola, ampliando gli strumenti a disposizione degli insegnanti

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CULTURA – Possiamo sognare una scuola in cui è possibile coinvolgere di più gli studenti, tenere alta l’attenzione in classe e ampliare la didattica, rendendola digitale ma pur sempre efficace? Cerca di rispondere a queste esigenze WeSchool, la nuova piattaforma progettata da Oilproject.

WeSchool promette di coinvolgere gli studenti sia durante la lezione, sia prima o dopo. Di fatto li raggiunge proprio sui dispositivi elettronici che spesso i ragazzi tengono costantemente a portata di mano. Adatta a smartphone, tablet, computer, la piattaforma è infatti basata sulla collaborazione e sul coinvolgimento delle persone, sull’interazione attraverso diversi strumenti online, spesso molto amati dai ragazzi. Sono inoltre compresi esercizi e verifiche, con nove tipologie di quiz diversi. La continua comunicazione tra docenti e studenti e la possibilità di verificare in tempo reale le conoscenze sono stati pensati per permettere di monitorare in modo costante quali concetti sono meno chiari per la classe o quali sono i miglioramenti di ciascun alunno.

Apparentemente sembra sia necessaria un’ottima conoscenza dell’informatica per creare tutti questi contenuti digitali e invece la piattaforma è molto facile da usare. “È pensata anche per i professori meno smanettoni”, ha assicurato Marco De Rossi, fondatore di OilProject e oggi di WeSchool. Sulla piattaforma possono infatti essere integrati diversi tipi di contenuti: da un video di Youtube a un libro di testo in formato digitale, da una foto su Instagram fino ai corsi di inglese di Duolingo o alla possibilità di organizzare una ricerca di classe su un unico documento condiviso di Google Drive. Alcuni dei molti strumenti utili per l’apprendimento disponibili sul web sono quindi integrati in un unico luogo, e possono essere usati senza dover più saltare da un sito all’altro, alla ricerca di diversi contenuti e formati. Con questa piattaforma la tecnologia si trasforma da ostacolo a strumento per imparare. Duemila studenti e insegnanti hanno già sperimentato il progetto e “hanno dato ottimi riscontri”, ha sottolineato De Rossi.

Per gli insegnanti, il progetto WeSchool potrebbe rappresentare un’innovazione dell’offerta formativa e un ampliamento degli strumenti didattici. Anche perché secondo il rapporto OCSE TALIS 2013 almeno il 36% dei docenti italiani ha dichiarato di non essere sufficientemente preparato per la didattica digitale, rispetto alla media OCSE del 17%.

Ma agli studenti potrebbe facilitare lo studio? Secondo il Focus del MIUR La dotazione multimediale per la didattica nelle scuole, riferita all’anno 2014-2015, solo il 41,1% delle scuole ha più di 10 computer per la didattica in aula, mentre il 7,9% ne ha solo uno per classe e il 9,8% non ne possiede nemmeno uno. Con una piattaforma come WeSchool l’assenza dei supporti potrebbe non essere un problema: secondo il rapporto Net children go mobile, i ragazzi italiani usano per l’80% gli smartphone fuori dalla scuola e solo per l’8% tra le mura scolastiche, una tendenza che non condividiamo con altri Paesi europei, che in media usano il dispositivo molto più spesso a scopi didattivi (il 27%). C’è quindi spazio per sviluppare la didattica tramite smartphone, cosa che WeSchool rende facilmente applicabile.

Altro problema delle nostre aule è la connessione. Secondo le stime del Piano Nazionale Scuola Digitale, sono 326 000 le aule in rete, collegate a un wireless o cablate. In media il 70% delle aule sul territorio nazionale è dotato di connessione a internet. Tuttavia spesso si tratta si una connessione lenta: secondo lo State of the internet report 2015, l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa per velocità media di connessione. Gli ideatori della piattaforma hanno pensato anche a questo, rendendo possibile la navigazione anche con dati di rete mobile.

Secondo il Piano Nazionale Scuola Digitale “è tempo di investire in un disegno organico di innovazione delle scuole italiane, con programmi e azioni coerenti che comprendano l’accesso, gli ambienti di apprendimento, i dispositivi, le piattaforme, l’amministrazione digitale, la ricerca, la formazione e ovviamente la didattica, la metodologia e le competenze”. Il progetto WeSchool sembra essere un tentativo di dare una risposta a queste esigenze.

@AnnoviGiulia

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.