ricerca

Caffè, bevande calde e cancro: cosa dice la scienza

Lo IARC ha eliminato il caffè dalla lista dei possibili cancerogeni, ma vi ha inserito le bevande calde. Qual è il rischio reale? La parola all'esperto

Il caffè, secondo un report dello IARC, può essere considerato cancerogeno non in ragione delle sue componenti come la caffeina, ma per la temperatura elevata alla quale viene spesso consumato. Crediti immagine: skitterphoto, Pixabay

SPECIALE GIUGNO – Il caffè non è cancerogeno, mentre le bevande troppo calde possono diventarlo se consumate con frequenza. Questo quello che è emerso da una recente valutazione da parte dello IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui lavoro è quello di esaminare la letteratura scientifica per classificare le sostanze in base alla classe di rischio per la nostra salute. Gli esperti dello IARC hanno infatti deciso di spostare il caffè dall gruppo 2B (sostanze possibilmente cancerogene per l’uomo) in cui era contenuto dal 1991, alla categoria 3 (sostanze non cancerogene per l’uomo), dopo aver esaminato oltre 1000 studi sull’argomento. La sintesi di questa revisione è stata pubblicata su The Lancet Oncology.

Ma c’è un ma. Il caffè – prosegue lo IARC – può comunque essere considerato cancerogeno come bevanda calda, non quindi in ragione delle sue componenti come la caffeina, ma per la temperatura elevata alla quale viene spesso consumato. La stessa cosa vale per il Mate, tradizionale bevanda sudamericana. Secondo gli esperti esistono sufficienti elementi per ipotizzare – non si tratta infatti dell’ultima parola sull’argomento – che consumare bevande troppo calde (sopra i 65°C) molto di frequente e per un lungo periodo sia un fattore di rischio per il cancro all’esofago. Ne abbiamo parlato con Stefano Realdon, Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV), che da anni studia il tumore all’esofago.

Quale cancro all’esofago?
Anzitutto, di tumore all’esofago non ce ne è uno solo. “Le conclusioni dello studio sono ragionevoli – spiega Realdon – anche se bisogna precisare che non possiamo parlare genericamente di cancro all’esofago, perché ci sono due tipi di tumori, molto diversi fra di loro sia a livello istologico che epidemiologico ed eziologico. Il tipo di cancro all’esofago a cui si fa riferimento qui è il cosiddetto “tumore squamoso” che è il più diffuso al mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove è prassi consumare molte bevande calde. Non sappiamo ad oggi quale sia la causa di questo tumore, ma sono ben noti diversi fattori di rischio quali il fumo e l’alcol, a cui si unisce ora il consumo di bevande molto calde, che potrebbero provocare infiammazioni all’esofago aumentando il rischio di ammalarsi di cancro.”

L’adenocarcinoma dell’esofago: l’alimentazione è cruciale
Diverso è invece l’adenocarcinoma dell’esofago, che è considerato oggi il “cancro all’esofago dell’Occidente”, poiché, anche se non ha niente a che vedere con il consumo di bevande calde, ha iniziato a colpire il mondo occidentale sempre più pesantemente negli ultimi anni. Stiamo assistendo infatti a una rapida crescita dell’incidenza di questa patologia, finora considerata rara. “Non possiamo dire di aver capito che cosa provoca questo tumore, ma quello che è certo è che una delle concause è il reflusso gastroesofageo, che a lungo andare, molto lentamente, può provocare delle lesioni precancerose come l’esofago di Barrett per il quale lo IOV è un centro di riferimento” spiega Realdon. “ In questo caso non si tratta di una patologia correlata con il consumo di bevande calde, ma l’alimentazione è comunque decisiva nelle patologie da reflusso così come nell’insorgenza di obesità che è un’altra concanusa importante per lo sviluppo dell’ adenocarcinoma dell’esofago; quindi , più in generale, si conferma che lo stile di vita rimane un fattore di rischio importante per l’insorgenza di molti tumori”.

Fattore di rischio non significa causa
Nonostante le avvertenze dello IARC, la correlazione fra consumo di bevande calde e cancro all’esofago rimane comunque un’ipotesi. Non dimentichiamo che l’approccio di questa classificazione ha natura preventiva: se vi sono evidenze scientifiche a supporto della classificazione di una sostanza come cancerogena, possibile o probabile, quest’ultima viene considerata tale finché non si producono ulteriori evidenze più corroborate in favore dell’una o dell’altra ipotesi. “Per questo non dobbiamo semplificare pensando che bere bevande calde faccia venire il cancro all’esofago – precisa Realdon – anche perché quest’ultimo è spesso la conseguenza, come si diceva, dell’azione di una serie di fattori di rischio, fra cui fumo, alcol, obesità e scarsa attività fisica. Quello che mi sento di dire – conclude Realdon – è di continuare a bere il caffè, magari non troppo caldo e soprattutto senza zucchero: un fattore il cui uso eccessivo si è dimostrato essere molto più pericoloso in termini di insorgenza di problemi di peso, determinanti nell’epidemiologia di tumori e malattie cardiovascolari”.

@CristinaDaRold

Leggi anche: Caffè e caffeina alleati del cervello? Tutto quello che devi sapere

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.