SENZA BARRIERE

Giocattoli, videogiochi e disabilità: parola d’ordine inclusione

La campagna #ToyLikeMe ha promosso la creazione di giocattoli che rappresentano anche le persone affette da disabilità.

SENZA BARRIERE – Rappresentare ogni realtà, anche quella vissuta dai bambini e dai ragazzi con disabilità. È con questo obiettivo che negli ultimi anni le case di produzione di giocattoli e videogame hanno aderito a iniziative quali #ToyLikeMe, una vera e propria sfida per generare inclusione e indurre un cambio di prospettiva.

Crediti immagine: www.crowdfunder.co.uk

#ToyLikeMe nasce nel 2015 da un’idea della giornalista inglese Rebecca Atkinson, da sempre attenta alle tematiche sociali. Atkinson, nel corso del suo ventennale lavoro da reporter, aveva indagato spesso sul mondo delle industrie di giocattoli, notando come queste non rappresentassero affatto la disabilità. Da qui è partita l’idea di sensibilizzare le case di produzione attraverso un tam tam mediatico. La giornalista, grazie all’aiuto di molti genitori, dapprima ha promosso la campagna #ToyLikeMe su Facebook e Twitter, con l’intento di scuotere l’industria del giocattolo globale in nome dei 150 milioni di bambini disabili presenti in tutto il mondo. In seguito, l’iniziativa – che ha riscosso un successo tale da essere definita virale – è proseguita anche fuori dalla rete. “Abbiamo contattato un’azienda inglese che produce bambole su misura stampate in 3D, le “makies Dolls”, chiedendo loro di realizzare un apparecchio acustico e un bastone per non vedenti a misura di giocattolo. I produttori hanno subito accolto la nostra richiesta”, raccontano i promotori di #ToyLikeMe in un articolo apparso sul sito www.crowdfunder.co.uk.

Crediti immagine: www.crowdfunder.co.uk

Ma non è tutto. La campagna, infatti, è approdata anche su change.org, una piattaforma dalla quale è possibile lanciare petizioni online. Grazie a questo canale circa 50mila persone hanno sottoscritto una richiesta indirizzata alla nota casa di giocattoli Playmobil per la realizzazione e la commercializzazione dei nuovi #ToyLikeMe. Playmobil ha aderito subito all’iniziativa, promettendo l’immissione sul mercato dei nuovi modelli entro il 2017. Poco dopo, anche Lego ha sposato la campagna, lanciando, in occasione della Fiera Internazionale del Giocattolo di Norimberga, la più grande del settore, il primo ragazzino in carrozzina, accompagnato da un cane-guida per disabili e collocato nel set «60134 Fun in the Park», appartenente alla serie City. Il giocattolo sarà in commercio a partire da questo mese.

Crediti immagine: www.npr.org

Un importante segno di cambiamento arriva anche dal mondo dei videogame. Solo pochi giorni fa, Mike Ybarra del team Microsoft ha annunciato con un tweet che su Xbox live saranno ben presto disponibili dei nuovi avatar raffiguranti delle persone con disabilità e, nello specifico, in carrozzina. Così Microsoft risponde alla richiesta inoltrata qualche tempo fa da numerosi utenti, fissando il lancio dei nuovi “alter ego” per agosto.

Crediti immagine: www.disabledgo.com

La creazione di giocattoli e avatar rappresentanti la disabilità, tuttavia, ha suscitato non poche critiche, alle quali #ToyLikeMe ha prontamente risposto sottolineando come “per un bambino disabile crescere in una classe o in una scuola nella quale nessuno usa un apparecchio acustico o una sedia a rotelle possa portare a un senso di isolamento. Allo stesso modo, la mancata rappresentazione della propria realtà in tv, nei cartoni animati e nel mondo dei giocattoli può contribuire a minare l’autostima. Potersi identificare in un gioco, invece, va al di là del momento ludico. Significa essere inclusi e celebrati, proprio come i bambini normodotati.”

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Milly Barba
Science Writer e Marketing Communications Director in ambito Informatico e tech. Copywriter e event planner, con oltre dieci anni di esperienza nell'organizzazione e promozione di festival ed eventi quali il Festival della Scienza di Genova. Activist @SingularityU Milan. Laureata in Letteratura Italiana e Linguistica, sono specializzata in Comunicazione della Scienza. Per OggiScienza curo la rubrica #SenzaBarriere dedicata a inclusione, accessibilità e ricerca.