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Egoisti? Colpa (anche) del DNA

Un modello matematico spiega come, in alcune specie animali, l'altruismo sia una conseguenza di un polimorfismo genetico.

Utilizzando colonie viventi di microrganismi come fonte di “ispirazione”, il gruppo ha elaborato un modello matematico di evoluzione sociale che permette di capire quanto l’altruismo sia influenzato da basi genetiche e quanto dall’ambiente circostante. Crediti immagine: 18403 immagini, Pixabay

RICERCA – Un modello matematico ci potrebbe permettere di capire perchè alcuni individui sono più altruisti di altri. Si tratterebbe, secondo uno studio pubblicato su PLOS Computational Biology, di una questione di geni. Il modello teorico elaborato da un team di ricercatori dell’Università inglese di Exeter permette di esaminare i comportamenti sociali in diverse specie animali e capirne l’evoluzione.

Una delle sfide più impegnative per chi si occupa del comportamento sociale animale è spiegare perché alcuni individui siano così altruisti da sacrificarsi per gli altri, mentre altri approfittano in maniera “egoistica” di questa generosità. Come spiegare, ad esempio, il comportamento delle api operaie disposte a perdere la propria vita per quella dell’ape regina? E quello di animali che vivono in un gruppo e si espongono al pericolo per dare l’allarme o difendere i compagni rischiando di essere danneggiati? La teoria attualmente più accreditata per spiegare questo tipo di comportamenti è la teoria della selezione parentale (o kin selection).  In sostanza, all’interno di un gruppo alcuni individui si assumono determinati rischi per proteggere gli altri con i quali possiedono un rapporto di parentela ravvicinata, in modo da favorire la trasmissione della linea genetica di famiglia. Sasha Dall, docente di ecologia all’Università di Exeter, non si è accontentato della risposta e ha voluto indagare eventuali contributi genetici allo sviluppo di comportamenti altruistici nei gruppi animali.

Utilizzando colonie viventi di microrganismi come fonte di “ispirazione”, il gruppo ha elaborato un modello matematico di evoluzione sociale che permette di capire quanto l’altruismo sia influenzato da basi genetiche e quanto dall’ambiente circostante. I risultati hanno dimostrato che in alcune specie sono proprio i fattori genetici a predirre il comportamento dei singoli, più ancora del grado di parentela con il resto della comunità o dell’ambiente stesso. “Come esseri umani, basiamo il nostro comportamento su quello che vediamo dopo aver processato le informazioni che ci derivano dal mondo esterno “, spiega Dall. “Tuttavia, alcune specie basano il loro comportamento su informazioni genetiche e si comportano in maniera diversa in base alla specifica variante genetica con la quale sono nati. Siamo stati in grado di dimostrare come possano coesistere diversi livelli di altruismo determianti a livello genetico all’interno di una popolazione”. Il passo successivo riguarderà la verifica di questo modello teorico in situazioni sperimentali più vicine a quelle reali.

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