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Un videogioco per scoprire gli effetti del cambiamento climatico in Antartide

Pinguino imperatore o pinguino di Gentoo? Scegliete la vostra specie e tuffatevi a caccia di pesce, dopo aver regolato a puntino la quantità di neve e le temperature.

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Uno strato di neve più spesso per battere il cinque agli albatri, o un passaggio per tuffarsi e pescare il pranzo. Ecco uno dei primi livelli di Ice Flows

TECNOLOGIA – Giocare è un modo straordinariamente efficace per coinvolgere le persone in un’attività, o stimolare l’interesse verso un tema altrimenti complesso o poco stimolante. La tecnica della gamification, piuttosto recente (2010) ma largamente sfruttata, ne è un esempio, ma volendo essere più vintage possiamo pensare alle serate trascorse a giocare a Sapientino, o a tutti quei giochi da tavolo che stimolando la competizione rendono divertente imparare. Gli scienziati non potevano farsi sfuggire quest’opportunità, una miniera d’oro quando si tratta di avvicinare il grande pubblico a tematiche cruciali ma complesse. Quelle che un po’ bisogna studiarle. È nato così Ice Flows, un videogioco dedicato allo scioglimento dei ghiacci antartici che aiuta a comprendere il ruolo del cambiamento climatico nel riscaldamento del pianeta. È il frutto del lavoro congiunto tra i ricercatori della University of Exeter, gli sviluppatori di Inhouse Visuals and Questionable Quality e il British Antarctic Survey, finanziato dal Natural Environment Research Council.

Il gioco (che si può scaricare su smartphone dagli store iOS e Android o giocare da browser, qui http://www.iceflowsgame.com) è stato presentato alla conferenza SCAR Open Science Conference di Kuala Lumpur, in Malesia. La prima cosa da fare è scegliere un pinguino, per poi avventurarsi sui ghiacci. Proprio come nei modelli usati nella ricerca scientifica, possiamo scegliere se aumentare la quantità di neve che cade a formare lo strato di ghiaccio o aumentare le temperature, dunque causare il riscaldamento globale. Far sciogliere lo strato di ghiaccio in punti precisi permette ai pinguini di raggiungere i pesci e nutrirsi, ma attenzione: una temperatura troppo alta farà precipitare il terreno sotto alle zampe dei malcapitati uccelli, rischiando di farli finire tra le fauci di una foca leopardo.

Andando avanti nel gioco guadagneremo del “denaro antartico” che ci permetterà di comprare nuove specie di pinguini, per esempio il pinguino di Gentoo. Superando i vari livelli, tra ghiaccio precario e predatori famelici, vediamo come diverse aree dell’Antartide rispondono ai cambiamenti climatici.

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Non solo ghiacci e temperature, ma la scoperta della biodiversità. Quante specie di pinguini conoscete?

I nomi dei pinguini? Basta guardare i primi due esemplari che abbiamo a disposizione, Ronne e Filchner, per capire che non sono affatto scelti a caso. Ronne-Filchner è infatti il nome di una delle più grandi piattaforme di ghiaccio dell’Antartide, attaccata alla costa occidentale nel mare di Weddell, la seconda per dimensioni dopo la piattaforma di Ross.

Il tasso di scioglimento dei ghiacci presso questa piattaforma è relativamente basso, ma secondo gli scienziati aumenterà drasticamente nel corso dei prossimi cento anni sotto l’azione di diversi fattori, tra tutti i venti. Un modello pubblicato su Nature, infatti, ha mostrato che le progressive modifiche dei ghiacci locali cambieranno anche le correnti oceaniche, aumentando la quantità di acqua calda che dall’oceano aperto raggiunge la depressione di Filchner.

Viene certo da chiedersi: nel 2016 abbiamo ancora bisogno di studiare nuove strategie comunicative e trovare nuovi canali per comunicare il cambiamento climatico e i suoi effetti al pubblico, di qualsiasi età? Sì. Secondo i dati Ipsos Mori del 2014, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Australia la percentuale di persone che nega il cambiamento climatico antropogenico (i cosiddetti climate change skeptics) è ancora elevata. Se la cavano meglio altri paesi come Cina, Argentina, Spagna, Turchia, Francia, India e anche l’Italia, dove oltre l’80% delle persone coinvolte nel sondaggio considera le attività umane come causa primaria del moderno riscaldamento globale.

Nonostante questo, ancora molti percepiscono il cambiamento climatico come un fenomeno in corso, ma che non li riguarda direttamente. In fondo è lontano, in Antartide, ce ne vorrà di tempo prima che impatti davvero la nostra vita (sbagliato). “Sfruttare un gioco aiuta non solo a visualizzare il sistema [antartico]”, ha detto presentando Ice Flows la scienziata Anne Le Brocq, della University of Exeter, “ma anche a fornire un ambiente immersivo in cui il giocatore può comprendere appieno il comportamento delle calotte di ghiaccio e come queste risponderanno ai cambiamenti climatici. Inoltre speriamo sia anche divertente giocarci!”.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: IceCube, alla ricerca del neutrino che non c’è

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".