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Insoddisfatto del lavoro? Cambialo prima dei 40, è la salute che te lo chiede

Fare un lavoro che non ti appaga tra i 20 e i 40 non è senza conseguenze: la salute mentale ne risentirà poi, con problemi a prendere sonno e crescente preoccupazione

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L’insoddisfazione sul lavoro può avere conseguenze anche a lungo termine sulla salute mentale delle persone. Crediti immagine: Phil and Pam Gradwell, Flickr

SCOPERTE – Essere soddisfatti del lavoro che si fa non è scontato: i numeri sono sempre più scoraggianti, come dimostra un sondaggio Gallup che ha quantificato in meno di un terzo i lavoratori statunitensi davvero coinvolti nel proprio impiego. La situazione non migliora stringendo il campo ai soli millennials, nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta del secolo scorso: il 71% è disengaged, non coinvolto in quello che fa, spesso perché si tratta di un’occupazione diversa da quella per cui si è studiato e che dunque non permette di mettere in pratica le competenze acquisite.

Quali sono le conseguenze? Essere insoddisfatti del lavoro da ventenni e trentenni influenza lo stato di salute che avremo dopo i 40, non solo a livello fisico ma soprattutto mentale. Problemi a prendere sonno, depressione, preoccupazione. Lo spiega un nuovo studio della The Ohio State University guidato da Hui Zheng, che mette in guardia ma fornisce anche una “via d’uscita”: se all’inizio il lavoro vi piaceva ma con il tempo vi ha stufati, cambiarlo con uno più appagante permette di evitare queste conseguenze.

Il gruppo di Zheng ha lavorato sui dati di quasi 6500 americani che hanno partecipato al National Longitudinal Survey of Youth nel 1979, un’indagine che ne ha seguito la vita a partire dall’adolescenza fino all’età adulta. Tutti tra i 25 e i 39 anni al momento del nuovo studio, hanno valutato con un punteggio da 1 (non mi piace affatto) a 4 (mi piace molto) quanto amavano il proprio lavoro. In base alla risposta sono stati divisi in quattro gruppi, che hanno permesso di distinguere come era cambiata la salute nel corso degli anni usando come riferimento i lavoratori molto soddisfatti.

È così che sono balzate agli occhi degli scienziati le conseguenze sulla salute mentale in chi era stato insoddisfatto del proprio impiego nella fascia 20-30 e 30-40. A livello fisico, invece, nessuna correlazione importante con diagnosi di patologie come il diabete o il cancro: molti però hanno detto di soffrire spesso di mal di schiena o di essere frequentemente raffreddati.

Buona notizia? Sì, ma da prendere con cautela secondo Zhang. Tutti i partecipanti avevano poco più di 40 anni, e “gli alti livelli di problemi di salute mentale potrebbero essere i precursori di futuri problemi fisici”, ha detto lo scienziato presentando il lavoro al meeting annuale dell’American Sociological Association. Ansia e depressione potrebbero portare a patologie cardiovascolari, o altri problemi tipici dell’età anziana e che è raro poter identificare già tra i 40 e i 50.

Commentando i dati elaborati con il suo gruppo di lavoro, Zhang sottolinea che il National Longitudinal Survey of Youth fornisce un quadro degli Stati Uniti precedente alla grande recessione, la crisi economica mondiale che ha avuto inizio nel 2007. È praticamente garantito, dice, “che la recessione abbia aumentato l’insicurezza e l’insoddisfazione nel mondo del lavoro. E che questo abbia comportato ulteriori effetti negativi per la salute [dei lavoratori]”.

@Eleonoraseeing

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".