SCOPERTE

Giove come non lo avete mai visto: Juno svela tempeste e aurore

La sonda della NASA Juno è arrivata su Giove e il 27 agosto ha scattato le prime immagini ravvicinate del fenomeno delle aurore che si formano nel polo nord del pianeta gigante gassoso

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Le immagini di JunoCam scattate dalla sonda Juno forniscono nuove informazioni sul pianeta Giove. Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS

SCOPERTE – Un Giove come non lo avevamo mai visto. A svelare i complessi sistemi di tempeste che interessano il pianeta gigante gassoso che si trova nel nostro sistema solare è Juno, la sonda della NASA, arrivata lo scorso 4 luglio a destinazione. La sonda ha compiuto il 27 agosto la prima delle 36 orbite che le permetteranno di raccogliere dati su Giove e ha già sorpreso gli scienziati con le prime immagini ravvicinate del polo nord e sud del pianeta.

Nessuna sonda era mai arrivata ad una distanza tanto ravvicinata. In appena un giorno e mezzo la sonda della NASA percorre il pianeta dal polo nord al polo sud passando a 4200 chilometri da Giove e quanto scoperto finora ha riscritto l’idea che gli scienziati si erano fatti del gigante del sistema solare, come spiega in un comunicato Scott Bolton del Southwest Research Institute di San Antonio: “Basta un primo sguardo al polo nord di Giove per rendersi conto che non somiglia a nulla di quello che abbiamo mai visto o immaginato. C’è una zona di colore più blu al polo del pianeta e ci sono molte tempeste. Non c’è segno di bande di latitudine o zone come pensavamo. Da questa immagine è davvero difficile riconoscere Giove. Abbiamo visto segni che le nubi lasciano ombre, che potrebbe indicare che si trovano a quote maggiori delle altre”.

Tra le sorprese che Juno ha riservato ai ricercatori ci sono le immagini del polo sud e nord di Giove, spiega Bolton, scattate dalla JunoCam e che evidenziano come molto del pianeta sia ancora da scoprire: “Saturno ha un esagono al polo nord. Non c’è nulla di simile su Giove che in qualsiasi modo possa ricordarlo. Il pianeta più grande del nostro sistema solare è autenticamente unico. Abbiamo altre 36 orbite per studiare quanto unico sia davvero”.

Tutti gli strumenti della sonda Juno hanno lavorato a pieno regime per raccogliere dati e tra questi c’è anche JIRAM, Jovian Infrared Auroral Mapper, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, e che ha scattato foto del pianeta nella lunghezza d’onda dell’infrarosso.

“JIRAM sta entrando al di sotto della pelle di Giove, dandoci la nostra prima  vista a infrarossi ravvicinata del pianeta del polo sud e polo nord”, ha spiegato Alberto Adriani, ricercatore dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma. “Ci ha rivelato zone calde e fredde del pianeta che non avevamo mai osservato prima. E anche se ci aspettavamo di osservare l’aurora nel polo sud del pianeta, siamo rimasti sorpresi nel vederle per la prima volta. Nessun altro strumento, sia dalla Terra che dallo spazio, era stato in grado di osservarle. Ora, con JIRAM, abbiamo visto per la prim volta questo brillante e ben strutturato fenomeno. L’alto livello dei dettagli delle immagini ci dice molto sulla morfologia e sulle dinamiche delle aurore”.

Tra i dati più impressionanti raccolti da Juno ci sono quelli dello strumento Waves, Radio/Plasma Wave Experiment, che ha registrato le trasmissioni sonore “fantasma” provenienti dal pianeta. Queste emissioni radio da Giove sono note fin dagli anni Cinquanta, ma non erano mai state analizzate da un punto di vista così vicino.

Bill Kurt, responsabile di Waves e ricercatore della University of Iowa ha spiegato: “Giove ci sta parlando in un modo che solo un mondo gigante gassoso può fare. Waves ha rivelato il segnale di emissioni delle particelle energetiche generate dalle massive aurore che circondando il polo nord del pianeta. Queste emissioni sono le più potenti del sistema solare e ora stiamo cercando di capire da dove provengono gli elettroni che le generano”.

Il viaggio della sonda Juno è iniziato il 5 agosto 2011 dal lancio a Cape Canaveral, in Florida, e ha raggiunto il pianeta il 4 luglio 2016. Dopo 5 anni di viaggio la sonda ci ha portati sul pianeta più grande del Sistema Solare e in una sola orbita delle 36 che compierà per svolgere la sua missione e ha già fornito dati unici e preziosi nella conoscenza di questo gigante gassoso, solo un “antipasto” di questo pianeta, che potrebbe nascondere sorprese ben più gustose per gli scienziati.

@oscillazioni

Leggi anche: La sonda Juno e nell’orbita di Giove. E ora?

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.