CULTURALIBRI

Sulle tracce degli antenati. L’avventurosa storia dell’umanità

Con Telmo Pievani e il piccolo Luca alla scoperta del nostro albero genealogico pieno di curiosi cugini!

antenati-1100x660px-1-1030x615

LIBRI – Spesso a scuola ci insegnano che la nostra specie Homo sapiens, di cui l’uomo moderno è rappresentante, si è evoluta come è ora a partire da un lontano progenitore, in più passi, che corrispondono ai noti Homo erectus, Uomo di Neanderthal e così via. Le cose però non sono andate proprio così. Non siamo i lontani nipoti di queste specie ormai estinte, ma i loro lontani cugini, con alcuni dei quali i nostri antenati Homo sapiens hanno addirittura convissuto per migliaia di anni! Il nostro genoma e quello dei Neanderthal per esempio, è comune al 99,84%, il che significa che il nostro corredo genetico contiene una grossa parte proveniente da un’altra specie.

Il nostro albero genealogico è però molto più articolato di come ci viene spesso presentato, soprattutto ai più piccoli. A raccontare una storia diversa è invece Telmo Pievani, con illustrazioni di Adriano Gon, in un libro edito da Editoriale Scienza dal titolo “Sulle tracce degli antenati”, dove un giovane Luca, 9 anni, come un novello Darwin percorre in lungo e in largo il nostro pianeta in un viaggio a ritroso nel tempo per incontrare uno a uno tutti i nostri “cugini” più o meno antichi, con l’obiettivo di incontrare un possibile antenato comune.

La prima scoperta che fa il piccolo Luca è che l’alternarsi di una specie dopo l’altra del genere Homo non ha significato né una lenta e progressiva evoluzione dall’una all’altra, né le battaglie e le guerre fra gruppi a cui ci ha abituato la storia moderna, dove alla fine una parte ha sconfitto definitivamente l’altra in poco tempo. Per lunghi periodi la Terra ha ospitato più specie diverse. Tre specie distinte di Homo condividevano lo stesso pezzo di terra 50 000 anni fa in mezzo a mammut e rinoceronti e 100 000 anni fa le specie erano cinque: Homo sapiens in Africa e Asia, Neanderthal in Europa e Medioriente, donna di Denisova in Siberia, Homo erectus a Giava e Homo floresiensis nell’isola di Flores, nei tropici.

Quello che sappiamo è che appena prima dell’arrivo di Homo sapiens, a partire da 300 000 a 40 000 anni fa in Europa e in Asia viveva l’Uomo di Neanderthal, e più o meno 130 mila anni fa siamo arrivati noi dal Corno d’Africa, più alti, smilzi, con carnagione scura e fronte spaziosa, mento sporgente, una migliore tecnologia, più organizzati e aggressivi e che in più ondate abbiamo finito per scalzare i Neanderthal, nel giro di qualche millennio, non senza qualche “ibridazione”. Lo dice la scienza: quando due specie simili condividono gli stessi territori, basta una leggera disparità nella competizione per le risorse a far soccombere una delle due specie.

Il viaggio del piccolo Luca però va molto, molto più a ritroso, fino a incontrare addirittura la famosa Lucy, l’Australopithecus afarensis che vanta oltre 3 milioni di anni sulle sue esili spalle. Si tratta di un libro ricco di notizie e divertente, adatto sia a un pubblico più giovane (è pensato dai 9 anni in su) ma anche per noi adulti, che spesso fatichiamo a rispondere alle domande incalzanti dei più piccini.

Ps: alla fine del suo viaggio il nostro Luca riesce a incontrare davvero il nostro antenato comune… con una bella sorpresa: è un fantasma!

@CristinaDaRold

Leggi anche: LIBRI – Al tempo dei primi uomini

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.