ATTUALITÀ

Alberi e renne, esempi di un riscaldamento climatico sempre più aggressivo

Milioni di alberi morti, migliaia di renne morte di fame e intrappolate nel ghiaccio: il riscaldamento globale sta dando i suoi primi, evidenti segnali

Le politiche ambientali in California hanno portato a boschi molto fitti ma con piante deboli: qui si è inserito un parassita che si è riprodotto in quantità, creando una devastazione senza precedenti. Crediti immagine: Pixabay

ATTUALITÀ – Il 2016 è stato un anno negativo, sotto molti aspetti. Se l’Accordo di Parigi ha rappresentato sicuramente una notizia positiva (il cui impatto, però, è ancora tutto da verificare), questo anno ha registrato conferme sempre più marcate di quanto il nostro pianeta stia diventando sempre più caldo. I numeri sono eloquenti, sono abbondanti e tutti portano alla stessa conclusione. Ma, negli ultimi mesi, due in particolare appaiono significativi. Perché appartengono a due regioni geografiche, la California e la Siberia, estremamente diverse. Perché riguardano due insiemi biologici distinti, alberi e animali. Perchè, nelle proporzioni, sono simili. Vediamoli.

Il corpo forestale californiano ha affermato che “non ha mai visto niente di simile”. Negli ultimi sei anni, 102 milioni di alberi sono morti in California. Più della metà, esattamente 62 milioni, solo nell’ultimo anno. E, come sempre accade in queste circostanze, il cambiamento climatico non è la causa diretta, ma agisce da catalizzatore di altri problemi. In particolare, gli esperti californiani hanno individuato tre cause principali.

La prima è sicuramente la siccità, che da sei anni a questa parte sta martoriando la costa occidentale degli Stati Uniti. Due sono le cause di questa siccità: il riscaldamento globale e una cattiva gestione del territorio e delle acque. Proprio la cattiva gestione delle zone boschive è considerato il secondo punto che ha portato all’ecatombe di alberi.

Le politiche forestali californiane degli ultimi anni erano mirate a creare zone boschive ben delimitate e fitte. In un terreno tradizionalmente scarso di acqua come quello della costa sud-occidentale degli Stati Uniti questo ha determinato una fortissima competizione per le risorse idriche, a fronte di una maggiore densità. In altri termini, si sono avuto boschi molto fitti, ma con piante deboli. E qui si è inserito il terzo fattore: un parassita che, approfittando della debolezza degli alberi, si è riprodotto in quantità, creando una devastazione senza precedenti.

La California è sempre stato un territorio soggetto alla siccità e i parassiti degli alberi sono sempre esistiti. Tuttavia la combinazione di azione umana diretta (boschi più densi e fitti) e indiretta (riscaldamento globale) ha creato una situazione esplosiva, che rischia di aggravarsi la prossima estate, tradizionalmente la stagione degli incendi.

Uno schema simile si è ripetuto a migliaia di chilometri di distanza, in uno degli ecosistemi più estremi del pianeta: la tundra siberiana.

Due settimane fa nella Penisola di Yamal in Russia sono state trovate morte e imprigionate nel ghiaccio circa 80.000 renne. Già nel 2013, 61.000 renne avevano fatto la stessa fine, e ancora precedentemente, nel 2006 altre 20.000. Tutte queste migliaia di renne sono morte di fame. Evolute per resistere al gelo siberiano, durante il periodo freddo si nutrono dei licheni e delle piante che sopravvivono sotto la coltre di neve. Tuttavia, il riscaldamento degli ultimi anni ha provocato un innalzamento dei volumi di evaporazione dal terreno durante le estati. A sua volta, la maggiore evaporazione ha provocato un aumento di piogge e nevicate. Poi, d’improvviso, arriva il gelo, che crea una cortina dura come il cemento sopra il suolo. Le renne riescono a spaccare il ghiaccio, ma solo se è abbastanza sottile. Il tipo di ghiaccio che si forma dopo le abbondanti evaporazioni estive è invece duro e molto spesso. Ecco perchè muoiono di fame.

Sicuramente i milioni di alberi morti in California e le migliaia di renne morte in Siberia appaiono cose ben lontane dai nostri problemi quotidiani. Tuttavia viviamo in un sistema estremamente delicato, in cui ogni singolo elemento ha ripercussioni su tutto l’insieme. Per questo alberi e renne sono solo due piccoli esempi, ma estremamente significativi del fatto che il riscaldamento climatico è un fatto quotidiano, nonostante (ancora) non ce ne accorgiamo.

@gia_destro

Leggi anche:

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su