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Alla scoperta della crioterapia

Nuova frontiera del recupero fisico nello sport? Non secondo la Food and Drug Administration

La tecnica della criosauna è particolarmente utilizzata in caso di tornei e manifestazioni mensili come Mondiali ed Europei, dove il tempo di recupero tra una partita e l’altra è ridotto rispetto ai contesti più classici delle stagioni regolari. Crediti immagine: Pixabay

SPORTLAB – Seguendo i vari canali social di molti sportivi professionisti è sempre più facile imbattersi in foto come quella che trovate qui. L’atleta nella foto sta sperimentando la criosauna, ovvero uno dei vari modi di applicare la crioterapia, un metodo che sfrutta i benefici delle basse temperature per accelerare il recupero muscolare, sia a seguito di un normale affaticamento sia a seguito anche di piccoli infortuni.

Il macchinario per la criosauna, molto costoso e sofisticato, è una sorta di vasca verticale nella quale occorre entrare in costume da bagno. Una volta all’interno l’atleta, in posizione eretta e con la testa fuori dal macchinario, è esposto a un vapore di azoto liquido fino a raggiungere una temperatura sui -150/-170 gradi Celsius. Il trattamento dura all’incirca 3 minuti. Sebbene si siano diffuse convinzioni che la criosauna possa essere efficace non solo per il recupero da un affaticamento muscolare ma anche per il trattamento di malattie come l’artrite reumatoide e non solo (c’è chi parla anche di malattia di Alzheimer, insonnia, obesità) è la FDA (Food and Drug Administration) statunitense che ammonisce: nessun beneficio miracoloso, nessuna utilità comprovata in casi come questi.

La FDA aggiunge inoltre che non è ben chiaro cosa accade a parametri fisiologici come battito del cuore e frequenza cardiaca. La morale è che occorre affidarsi a medici ed esperti per l’utilizzo di questi costosissimi macchinari, come accade nel caso di centri medico-sportivi all’avanguardia. Ne tenga conto il calciatore Cristiano Ronaldo: notoriamente molto attento all’allenamento e alla cura del suo corpo, Ronaldo ha acquistato una criosauna che ha installato a domicilio.

Anche se i macchinari della criosauna appaiono come qualcosa di tecnologicamente molto avanzato, il principio teorico su cui si basano è conosciuto da tempo: le basse temperature possono aiutare a recuperare da botte, infiammazioni e dolori. In un certo senso la criosauna è l’evoluzione più tecnologica della vecchia borsa del ghiaccio. Inoltre, entrando negli spogliatoi delle più importanti squadre di calcio del mondo è possibile trovare una stanza con due vasche, una con acqua calda e una con acqua molto fredda, dove i calciatori sono soliti immergersi dopo la partita per aiutare il recupero muscolare e iniziare a ristabilirsi pienamente in vista della partita successiva.

La criosauna porta all’estremo questo concetto, considerando i calendari sempre più fitti di impegni per le società professionistiche che richiedono gli atleti al culmine della forma soprattutto nella parte conclusiva della stagione. Questa tecnica è particolarmente utilizzata anche in caso di tornei e manifestazioni mensili come Mondiali ed Europei, dove il tempo di recupero tra una partita e l’altra è ridotto rispetto ai contesti più classici delle stagioni regolari. Il ricorso alla criosauna è diffusa anche nel basket americano, dove nell’arco di sei mesi le squadre arrivano a disputare 82 incontri: le squadre migliori, poi, continuano fino a giugno nei play-off, giocando di fatto ogni due-tre giorni: recuperare da botte, contusioni, affaticamenti e acciacchi è determinante per essere performanti nei momenti decisivi.

Fatte le dovute precisazioni sulle reali potenzialità della criosauna (come detto, non fa miracoli a dispetto di un’estetica futuristica), possiamo inoltrarci negli altri metodi con cui viene applicata la crioterapia. Il secondo che vediamo sono i crioultrasuoni. Nella fisioterapia gli ultrasuoni sono molto utilizzati per curare una serie di problemi, dalle tendinopatie agli speroni. La macchina degli ultrasuoni genera una serie di impulsi sonori ad alta frequenza, non udibili dall’orecchio umano, che vengono applicati sulla parte da curare da una “testa” che si appoggia direttamente sul corpo del paziente. Nei crioultrasuoni la testa che emette gli ultrasuoni è fredda e raggiunge temperature di circa -5°C. L’applicazione sul punto dolorante e danneggiato dura dai 10 ai 15 minuti.

La criocamera, poi, riprende il concetto delle due vasche visto in precedenza, ma con la differenza che in questo caso le due camere sono entrambe fredde: nella prima, meno fredda, si entra in costume, guanti, calze, mascherina sulla bocca e fascia sulla testa per iniziare ad abituarsi al freddo. L’adattamento dura circa una trentina di secondi, poi si passa all’altra stanza, dove la temperatura raggiunge circa -100°C e dove si resta per circa 2 minuti.

Infine la crioterapia ad aria riprende il concetto dei crioultrasuoni: anche in questo caso il soggetto da trattare è sottoposto a un’esposizione mirata di un getto di aria gelida (fino a -30°C) nel punto preciso in cui è interessato da contrattura, infiammazione o trauma. Come nel caso degli ultrasuoni il trattamento sulla zona danneggiata dura sui 10 minuti.

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.