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Natura e biodiversità in Friuli Venezia Giulia, gli eventi in occasione del Darwin Day

Il Friuli Venezia Giulia è una regione particolarmente ricca di biodiversità, e i suoi musei naturali vorrebbero valorizzare questa risorsa, rendendo più consapevoli studenti e cittadini.

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In occasione del Darwin Day, il Museo Friulano di Storia Naturale propone una serie di eventi fino al 21 febbraio. Crediti immagine: Public Domain

EVENTI – Come ogni anno si festeggia il Darwin Day, la celebrazione in onore di Charles Darwin in occasione dell’anniversario della sua nascita, il 12 febbraio. La ricorrenza è da tempo l’occasione per avvicinare il pubblico alla natura e alla sua interpretazione in chiave evoluzionistica, grazie a una serie di iniziative che si svolgono durante il mese di febbraio in tutto il mondo.

Sono molti gli appuntamenti da seguire in Friuli Venezia Giulia, un territorio relativamente molto piccolo in cui si concentra il 30% della biodiversità italiana e che da tempo interessa biologi e naturalisti.

Il Museo Friulano di Storia Naturale, nella sua nuovissima sede di Udine, propone un ricco calendario di eventi fino al 21 febbraio, destinati a bambini, scolaresche, insegnanti e pubblico generico.

“Il programma del Darwin Day è abbondante e il fatto che le serate siano esaurite ci fa piacere ed è indice di una forte richiesta e curiosità”, racconta Giuseppe Muscio, direttore del museo, “La sfida è quella di rendere la bellezza naturalistica del nostro territorio fruibile alla gente. Vorremmo che il pubblico si abituasse a usare questo nuovo spazio non solo come museo ma come area d’interesse in cui imparare divertendosi”.

I nuovi spazi del museo sorgono in via Sabbadini, di fronte al Palazzo della Regione di recente costruzione, e sono stati assegnati dopo che la vecchia sede di via Grazzano era stata chiusa a causa della carenza di spazi adatti ad ospitare una vasta collezione di reperti, testimonianza della ricchissima biodiversità regionale del presente e del passato.

“Abbiamo già iniziato a fare attività didattica e tra qualche tempo inaugureremo l’unica biblioteca scientifica aperta al pubblico di Udine”, spiega Muscio, “L’idea è quella di una caffè letterario scientifico dove l’utente possa fruire dello spazio con grande tranquillità. La biblioteca si affaccerà sul parco esterno, dove ci sarà un giardino di rocce allestito con i reperti del paleozoico friulano”.

Il museo ha permesso di riqualificare un’area urbana della città da tempo abbandonata. La sfida, secondo il direttore, è “creare una sorta di biodiversity center del Friuli in quella che è, di fatto, una realtà decentrata. La speranza è che i cittadini escano da qua più consapevoli delle loro scelte e delle loro responsabilità”.

La grande biodiversità del Friuli Venezia Giulia si può spiegare proprio grazie agli studi fatti da Charles Darwin durante il suo lungo viaggio attorno al mondo. Egli osservò come “le barriere avessero un’importanza fondamentale per la separazione delle specie”, racconta Luca Lapini, zoologo del museo, “In queste zone tra le Alpi e il mare si concentra il 30% della biodiversità italiana. Il Friuli Venezia Giulia, un territorio piccolissimo, ha una quantità di specie impressionante. Il mare e le Alpi Orientali fanno sì che qui si concentrino sia entità che scendono da Nord che entità che arrivano da Est e da Ovest». Per avere traccia di questo fenomeno è sufficiente pensare ai ricci che vivono in regione. “Il riccio proveniente da Est e quello proveniente da Ovest si incontrano nella zona orientale della regione. La speciazione tra questi si fa risalire ad almeno cinque milioni di anni fa. Studiando la genetica delle due specie è possibile fare un confronto con gli scenari biologici dell’epoca e acquisire nuove importanti informazioni”.

In Regione è possibile trovare esempi di evoluzione anche nella quotidianità. Uno degli esempi che vengono portati è quello della presenza della zanzara tigre. “Non avrebbe mai potuto adattarsi al nostro ambiente, poiché vive originariamente nel Sud-Est asiatico in un clima tropicale” racconta Nicola Bressi, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste che organizza molteplici attività di divulgazione. “La zanzara ha iniziato a frequentare le periferie delle città fino a trovare una specie, l’essere umano, che rappresenta una notevole risorsa di cibo. Il vero adattamento chiave, però, è avvenuto quando ha iniziato a sfruttare le cavità degli pneumatici accatastati all’aperto per deporre le uova. È stato così che, di generazione in generazione, la zanzara si è spostata fino ad arrivare al porto di Monfalcone. Nel corso di un’estate la zanzara tigre genera 20 generazioni e le possibilità di evoluzione sono enormi. Oggi è facile trovarla nelle nostre città, anche durante l’inverno. Sverna nei tombini, a contatto con il sistema fognario costantemente irrorato d’acqua a 18/20° e con un’umidità del 100%”.

Non è l’unico caso di fenomeno evolutivo urbano. “I gabbiani che incontriamo a Trieste sono una specie totalmente adattata al mare che improvvisamente ha trovato enormi risorse a terra. A un certo punto il gabbiano ha cominciato a mangiare il pesce avanzato nei porti ed è cambiato. Alcune specie non vanno più in mare e rappresentano il gabbiano che osserviamo oggi in città: vive sui tetti, nidifica, mangia rifiuti, lombrichi e piccioni non molto bravi a volare”.

In occasione di San Valentino e del Darwin Day, la visita alle stereoscopiche della Fototeca dei Musei di Storia e Arte di Trieste sarà arricchita in chiave scientifico-romantica. Il percorso si soffermerà sulle immagini che descrivono la Luna e i suoi effetti luminosi sul mare: immagini del triestino Filippo Zamboni che si appassionò allo studio del satellite e notò raffigurata la presenza di un uomo mentre bacia il capo di una donna, perduta in un mare di capelli. Altro non fu che un caso di pareidolia, l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note, come un volto, oggetti o profili dalla forma casuale.

@gianlucaliva

Leggi anche: L’evoluzione è negli occhi di chi guarda (o nella lingua di chi assaggia)

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Gianluca Liva
Giornalista scientifico freelance.