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BlackScreen: il determinismo di Laplace e l’onniscenza del Dio di Dante

Un fumetto tutto italiano edito da Shockdom fa riflettere sul rapporto tra destino e libero arbitrio, ma anche su determinismo e caso nella scienza

La contingenza, che fuor del quaderno
de la vostra matera non si stende,
tutta è dipinta nel cospetto etterno

necessità però quindi non prende
se non come dal viso in che si specchia
nave che per torrente giù discende

(Dante Alighieri, Divina Commedia – Paradiso, Canto XVII, vv. 37 -42)

STRANIMONDI – Al tempo di Dante tra le persone colte teneva banco una disputa teologica sul rapporto tra il libero arbitrio e l’onniscenza divina. Se Dio tutto vede, e quindi sa come si svolgeranno i fatti nel futuro, che senso può avere il libero arbitrio, cioè – secondo la teologia cristiana – il dono della libertà che Dio ha fatto agli esseri umani? Non è tutto già scritto nel destino? Nei versi del Canto XVII del Paradiso che qui abbiamo riportato Dante si basa su Tommaso d’Acquino per indicare da che parte sta. Per il poeta, Dio è onnisciente come colui che sta a riva e vede una nave che solca il mare mentre si sta preparando una tempesta: sa prevedere come i fatti evolveranno da questa situazione, ma non può alterare le conseguenze delle scelte effettuate dalle persone.

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Preoccupazioni analoghe, e relative domande, solcano anche le pagine di BlackScreen, fumetto pubblicato a fine gennaio da Shockdom. Da un’idea di Lucio Staiano, patron della casa editrice e laureato in fisica (cosa che secondo noi ha avuto un peso in BlackScreen, come in altre sue scelte narrative su cui magari torneremo), con l’aiuto di Giuseppe Andreozzi e disegnato da Giovanni “Fubi” Guida, la storia si dipana in un universo del tutto simile al nostro, ma in cui un dettaglio tecnologico ha profondamente modificato la società (se vi viene in mente la serie Black Mirror non siete fuori strada). In questo caso si tratta dello Spoiler, un’invenzione delle Seed Industries in grado di prevedere il futuro della gente e, in particolare, di sapere quando morirà. Poco prima dell’evento, però, se ci si collega allo Spoiler, il risultato sarà una schermata nera (da cui il titolo). Ma cosa succederebbe se qualcuno potesse avere accesso al futuro di tutti? Potrebbe intervenire impedendo che un determinato evento accada? Non si potrebbe sostituire a Dio? Eccoci di nuovo a Dante e a Tommaso d’Acquino: sono passati diversi secoli, ma la disputa è ancora tutta qui.

Costruito con un meccanismo narrativo che si disvela poco a poco durante la lettura, come un’immagine che lentamente va del tutto a fuoco, a differenza della serie tv ideata da Charlie Brooker, BlackScreen non vuole spingere il lettore in uno stato di angoscia e preoccupazione per alcuni aspetti potenzialmente negativi della tecnologia che usiamo tutti i giorni. Ricorrere a un’invenzione attualmente impossibile, lo Spoiler, sposta completamente il discorso sul piano dell’umano, interrogandosi sul destino di ognuno di noi. Il fumetto è ampiamente innervato di riferimenti alla teoria del sociologo americano Robert K. Merton per cui esistono le profezie che si auto-avverano: per il solo fatto di essere stata pronunciata, una profezia condiziona più o meno consciamente il comportamento delle persone coinvolte, facendo in modo che gli eventi previsti accadano davvero. È paradossalmente praticamente l’esatto opposto dell’onniscenza divina nella versione di Dante: qui, non conosco il futuro, ma profetizzandolo posso farlo accadere.

Oltre alla disputa medievale di cui Dante è uno dei protagonisti, le tematiche di Black Screen toccano un altro tema a cavallo tra scienza e filosofia, che ha avuto una stagione di grande discussione tra Seicento e Ottocento, proprio quando il metodo scientifico maturava fino ad assomigliare a quello che viene ancora oggi usato. Con la fisica, coadiuvata dalla matematica, posso prevedere i fenomeni? Cioè, conoscendo tutti i dati di partenza (e le leggi fisiche che li interessano), posso sapere come si evolverà l’universo intero? Pierre-Simon de Laplace era convinto di sì e con la sua posizione filosofica, detta determinismo, avrebbe risposto agli interrogativi dei personaggi del fumetto che non conta se loro sanno o meno come gli eventi si svilupperanno: tutto è preordinato dalle condizioni iniziali del sistema. Ma Maxwell, qualche tempo dopo, riflettendo sul tema riterrà l’idea di Laplace un dogma metafisico, quindi qualcosa che esula dalla scienza. D’altra parte, se i fenomeni non fossero mai regolari, se date certe premesse non potessi mai aspettarmi certe conseguenze, non potrei nemmeno fare scienza. Ma la scienza si fa, e dai tempi di Laplace e Maxwell è pure progredita. Allora come stanno le cose? Ecco un altro grande tema sviluppato da Staiano e Andreozzi, con la partecipazione di Guidi, nelle pagine di BlackScreen.

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it