SALUTE

Verde urbano e salute mentale

Una ricerca ha coinvolto un gruppo di cittadini over 65 per studiare come le aree verdi delle città possono influenzare l'umore.

Camminare in un’area della città ricca di verde ha un’influenza positiva per l’umore e sembra ridurre lo stress. Immagine per gentile concessione dell’Università di York

SALUTE – Camminare in città, attraversare piazzali circondati da palazzi o aree dalla vegetazione lussureggiante, modifica il nostro umore. I ricercatori delle Università di York e Edimburgo hanno condotto uno studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, sugli effetti cognitivi che hanno vari contesti urbani sulle persone più anziane. Il lavoro degli scienziati britannici è parte di un progetto più ampio denominato Mobility, Mood and Place (MMP), finanziato dall’Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) e dal Research Councils UK grazie al Lifelong Health and Wellbeing Cross-Council Programme. L’intera iniziativa va inquadrata nelle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per affrontare le sfide poste dal progressivo invecchiamento della popolazione. Si stima, infatti, che entro il 2050 il 22% della popolazione al mondo avrà più di 60 anni, una percentuale doppia rispetto a oggi.

Lo scopo dello studio consiste nel comprendere che esperienza possono avere le persone in età avanzata a seconda del contesto urbano in cui si trovano. Per raccogliere i dati i ricercatori si sono affidati ai test di autovalutazione, alle interviste e a un insolito utilizzo dell’elettroencefalografia (EEG). In particolare, otto dei 95 partecipanti allo studio (tutti di età uguale o superiore ai 65 anni) hanno indossato un sistema EEG portatile che ha registrato l’attività cerebrale lungo un percorso che attraversava zone fortemente urbanizzate e aree verdi. Per questa analisi i ricercatori hanno utilizzato i dati forniti dalla Affectiv Suite, un software sviluppato dall’azienda Emotiv capace di dedurre lo stato emotivo dall’attività cerebrale. Il programma crea un profilo personalizzato per ogni individuo coinvolto nell’indagine e interpreta le attività registrate dall’elettroencefalografia nei vari momenti come tipiche di quattro diverse condizioni emotive: eccitazione, frustrazione, coinvolgimento e riflessione. I parametri sono in seguito normalizzati per ogni partecipante e sono quindi associati a una scala di valori che permette di confrontare i dati.

Le passeggiate sono state filmate e, a distanza di una settimana, è stato chiesto agli otto partecipanti, mentre era proiettato il video della loro camminata, di descrivere lo stato d’animo che provavano in quei momenti, quello che avevano notato e come si erano sentiti. Le interviste sono risultate necessarie per verificare le informazioni raccolte dall’elettroencefalografia. I ricercatori hanno infatti notato come i dati interpretati dalla Affectiv suite mostrassero differenze significative tra i momenti passati nei parchi e quelli in zone urbane. A seguito delle interviste è apparso ancora più chiaro come i partecipanti provassero sensazioni positive durante il passaggio in aree verdi, un indizio che avvalorerebbe le teorie secondo le quali la vegetazione nelle città giocherebbe un ruolo importante nell’abbassare lo stress.

Tuttavia, secondo gli stessi ricercatori, le interpretazioni dei dati della Affectiv suite non sempre erano in linea con le risposte fornite nelle interviste. Il motivo parrebbe essere una diversa interpretazione fatta dai partecipanti dei termini descrittivi delle emozioni che sono stati utilizzati per questa indagine. A questo proposito gli autori dello studio sperano di poter ripetere le analisi via EEG coinvolgendo un numero di partecipanti ben più ampio. Nonostante questo limite, evidenziato in modo chiaro nella pubblicazione, i risultati dello studio potrebbero avere implicazioni per le strategie da attuare per organizzare spazi e ambienti adatti alle necessità e alle esperienze di tutte le età. Recentemente il camminare per strada è stato associato al concetto di mobilità terapeutica e ricerche di questo tipo forniscono nuove informazioni per guidare le scelte che i decisori politici prenderanno in termini di salute e mobilità.

@gianlucaliva

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Gianluca Liva
Giornalista scientifico freelance.