SCOPERTE

Come i gas serra hanno aiutato a proteggere la vita sulla Terra

Duecento milioni di anni fa una grande variazione del clima sterminò quasi la metà delle specie animali presenti sulla Terra ma potrebbe anche aver favorito la rinascita della vita.

La meteorizzazione dei silicati nel substrato roccioso della Pangea, e la successiva formazione di carbonati, avrebbero permesso di “intrappolare” la CO2 nei minerali rocciosi, diminuendo le concentrazioni del gas nell’atmosfera. Crediti immagine: Pixabay

SCOPERTE – L’estinzione di massa detta del Triassico-Giurassico (una delle cosiddette Big Five) fu caratterizzata da eruzioni vulcaniche che causarono il rilascio di quantità enormi di anidride carbonica. Le concentrazioni del gas raggiunsero infatti le 1000 ppm (per fare un paragone, la concentrazione attuale ha superato da poco le 405 parti per milione). Si verificò inoltre un forte aumento della temperatura, dovuto non solo alla presenza di anidride carbonica, ma anche al rilascio di grandi quantità di idrati di metano.

Una ricerca, pubblicata di recente su Nature Communications, ha evidenziato l’impatto che questi gas atmosferici hanno avuto sul substrato roccioso, individuando uno dei meccanismi coinvolti nel processo e una possibile conseguenza.

Nello studio, Ola Fredin e colleghi del Geological Survey of Norway, hanno condotto analisi geomorfologiche e mineralogiche nella regione del Mare del Nord e della Scandinavia, regione che a quel tempo faceva parte del supercontinente Pangea. Tutti i campioni datati hanno mostrato che nel tardo Triassico, in condizione di elevata concentrazione di gas serra, in questa area si è verificata una intensa meteorizzazione chimica.

La meteorizzazione, in inglese weathering, è il processo di disgregazione delle rocce dovuto al contatto con l’atmosfera (si differenzia dall’erosione che invece è causata dall’azione di acqua, vento e forza di gravità). Nel processo di meteorizzazione chimica, l’acqua reagisce con i granelli di minerali presenti nelle rocce, per dare origine a nuovi composti, come per esempio l’illite, un minerale argilloso. Queste reazioni avvengono soprattutto quando i livelli di anidride carbonica sono alti e il gas si combina con l’acqua a formare una soluzione acida.

In base ai risultati dello studio, il substrato roccioso della Pangea è stato quindi lentamente trasformato durante il tardo Triassico e il processo è avvenuto contemporaneamente alle attività vulcaniche.

Uno degli aspetti interessanti di questa scoperta è che l’aumento di gas serra potrebbe avere influito in modi diversi – e opposti – sulla vita. Da una parte, l’incremento della concentrazione avrebbe provocato un impoverimento della quantità di ossigeno presente nell’oceano e quindi avrebbe reso impossibile la sopravvivenza per gli esseri viventi. Dall’altra, però, la meteorizzazione dei silicati nel substrato roccioso della Pangea, e la successiva formazione di carbonati, avrebbero permesso di “intrappolare” la CO2 nei minerali rocciosi, diminuendo le concentrazioni del gas nell’atmosfera.

Come spiega Jochen Knies, coautore dello studio, il trasporto di materiali sciolti verso l’oceano potrebbe aver stimolato la fine della vita attraverso la formazione di regioni prive di ossigeno, ma al tempo stesso avrebbe favorito la sua ripresa, grazie alla rimozione dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.