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Rachel Carson e la nascita dell’ambientalismo

Rachel Carson ha alternato l’attività di biologa a quella di scrittrice e divulgatrice ed è l'autrice del libro "Primavera silenziosa", considerato l'inizio dell'ambientalismo

Primavera silenziosa non è semplicemente un classico del pensiero ecologista e ambientalista, ma è un libro di grande attualità, che ancora oggi suscita polemiche e dibattiti. Foto: Public Domain

Quando è nato il movimento ambientalista? Non esiste una data certa, ma è probabile che le basi siano state gettate il 27 settembre 1962, data di pubblicazione di Primavera silenziosa. Pochi libri hanno avuto un impatto così grande e duraturo sulla comunità scientifica e sull’opinione pubblica. Nel saggio vengono analizzati e descritti i danni all’ambiente e alla salute umana provocati dal DDT e da altri pesticidi. La sua autrice, al tempo stesso un’appassionata scienziata e una raffinata scrittrice e divulgatrice, si chiamava Rachel Carson.

Rachel Carson nasce a Springdale, in Pennsylvania, nel 1907. La madre, insegnante e musicista, le trasmette la passione per la natura e la letteratura. Rachel trascorre un’infanzia solitaria osservando piante e animali nei 26 ettari della fattoria di famiglia e leggendo avidamente i libri illustrati di Beatrix Potter. Il suo sogno è fare la scrittrice. A undici anni invia un suo racconto al St. Nicholas Magazine, rivista per ragazzi di cui è avida lettrice. Non solo il racconto viene pubblicato, ma riceve anche una menzione speciale per la prosa eccellente. A scuola è una studentessa brillante, ma solitaria; si ammala spesso e trascorre lunghi periodi a casa leggendo i romanzi di Conrad, Melville e Stevenson. Storie di esplorazioni e viaggi per mare. Al Pennsylvania College for Women studia letteratura inglese, ma nel gennaio del 1928 decide di passare alla facoltà di biologia. Dopo una prima laurea cum laude, continua i suoi studi alla John Hopkins University di Pittsburgh, dove nel 1932 si specializza in biologia marina. Vorrebbe continuare la carriera in ambito accademico, ma dopo la morte del padre è costretta a cercare un lavoro che le consenta di mantenere la madre e la sorella. Nel 1935 trova un lavoro part-time presso l’U.S. Bureau of Fisheries, dipartimento governativo dedicato alla gestione e alla salvaguardia della fauna ittica. Carson scrive cinquantadue sceneggiature per Romance under the waters, rubrica settimanale di divulgazione scientifica trasmessa dalla radio del Bureau. Il programma è un successo. L’anno successivo affronta e supera un esame per ottenere un posto a tempo pieno come biologa marina del dipartimento. È la seconda donna a raggiungere questo traguardo.

Rachel Carson alterna l’attività di biologa a quella di scrittrice e divulgatrice; studia e analizza i dati sulle popolazioni ittiche, si occupa dei testi delle brochure del dipartimento e scrive articoli per numerose riviste e quotidiani locali, tra cui il Baltimore Sun. Nel 1937 l’Atlantic Monthly, importante rivista letteraria a tiratura nazionale, pubblica – con il titolo di Undersea – una versione riveduta di un breve saggio originariamente scritto per una delle brochure del dipartimento. Il testo, in cui Carson immagina un viaggio lungo i fondali oceanici, viene molto apprezzato dai critici letterari. La casa editrice Simon & Schuster contatta l’autrice e le chiede di trasformare l’articolo in un libro vero e proprio, Under the Sea Wind: A Naturalist’s Picture of Ocean Life, che vede la luce nel 1941. Il volume vende poco, ma riceve recensioni lusinghiere. Pur continuando a lavorare come biologa, Carson non abbandona la sua attività di divulgatrice e scrittrice: i suoi articoli sono pubblicati su riviste prestigiose come Nature e Collier’s e nel 1949 diventa direttrice responsabile di tutte le pubblicazioni del Bureau. In quegli anni inizia a lavorare al suo secondo libro – The Sea Around Us, pubblicato dalla Oxford University Press nel 1951 – in cui descrive con prosa poetica ma scientificamente accurata le meraviglie della vita negli oceani. È un successo clamoroso. In testa alle classifiche dei bestseller per due anni e tradotto in 28 lingue, nel 1952 riceve il National Book Award per la saggistica e la John Burroughs Medal come miglior testo di storia naturale. Dal saggio viene tratto anche un documentario che, pur non piacendo all’autrice, è molto apprezzato da pubblico e critica e vince un Oscar nel 1953. Carson è ormai un personaggio pubblico e può lasciare il suo lavoro al Bureau per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.

Nel 1955 esce The Edge of the Sea, dedicato agli ecosistemi che si sviluppano lungo le coste dell’Atlantico del Nord, col quale Carson – dopo Under the Sea Wind e The Sea Around Us – porta a compimento la cosiddetta trilogia del mare. Dopo la pubblicazione di questo libro, però, l’oceano cesserà di essere il principale oggetto d’interesse della scrittrice. Nel gennaio del 1958 la sua amica Olga Owens Huckins invia al quotidiano The Boston Herald una lettera in cui descrive la morte degli uccelli attorno alla sua proprietà dopo la diffusione per via aerea del DDT, insetticida utilizzato per uccidere le zanzare. Carson ha modo di leggere quanto scritto dall’amica e decide di approfondire l’argomento. Colpita dall’enorme diffusione di pesticidi sintetici negli Stati Uniti, utilizzati dal Dipartimento dell’Agricoltura per gli scopi più disparati, nei successivi quattro anni conduce un’appassionata ricerca sui danni all’ambiente e all’uomo provocati dal DDT e da altre sostanze.

Carson ha modo di intervistare numerosi ricercatori e ottiene informazioni confidenziali da parte di scienziati che lavorano per il governo. Al National Institutes of Health legge il lavoro di Wilhelm Hueper, direttore del National Cancer Institute, il primo a classificare molti pesticidi come cancerogeni. I pesticidi uccidono i parassiti, ma si accumulano all’interno degli organismi che di questi si nutrono. La loro tossicità è indubitabile, sebbene siano in pochi, anche tra gli esperti, a rendersene conto. Primavera silenziosa (Silent Spring) esce a puntate sul New Yorker a partire dal giugno del 1962 e il 27 settembre dello stesso anno viene pubblicato in volume dalla casa editrice Houghton Miffin. Nel libro – scritto con la consueta prosa elegante e poetica, ma estremamente rigoroso dal punto di vista scientifico – l’autrice non si limita a fornire dati e statistiche, ma descrive con esempi concreti gli effetti devastanti di DDT e altri pesticidi. Pagine intere sono dedicate al racconto della morte di centinaia di gabbiani nella zona del Clear Lake, in California, avvelenati da un pesticida utilizzato per eliminare un insetto innocuo, oppure ai merli sterminati dal DDT spruzzato nei campi per uccidere formiche dannose per le piantagioni. Nel testo si parla molto anche dei danni genetici che l’esposizione prolungata a queste sostanze può provocare negli esseri umani.

Il successo è immediato e le reazioni molto forti. Da una parte il libro contribuisce a far nascere e crescere una coscienza autenticamente ambientalista, sia tra la gente comune che in una fetta consistente della comunità scientifica; dall’altra è malvisto negli ambienti governativi e viene attaccato ferocemente dalle grandi  industrie chimiche e da coloro che lo percepiscono come una minaccia e un limite al progresso scientifico. Le multinazionali della chimica investono oltre 250.000 dollari per una campagna ad personam contro Rachel Carson. Lo scopo è quello di far perdere credibilità al libro dileggiando pubblicamente la sua autrice, come donna più che come scrittrice o scienziata. La biologa viene accusata di essere “isterica”, “emotiva”, “allarmista” e“poco scientifica” e denigrata perché non sposata. Ezra Taft Benson, ex segretario del Dipartimento dell’Agricoltura americano, si chiede “come mai una zitella senza figli sia così interessata alla genetica” e la definisce “una probabile comunista”.

Il presidente Kennedy istituisce un comitato scientifico consultivo allo scopo di valutare le questioni sollevate nel testo. Nel dettagliato rapporto, pubblicato nel maggio del 1963, il comitato fa proprie le analisi della biologa e raccomanda il graduale abbandono dei pesticidi tossici. Sarà Nixon, nel 1972, a vietare la produzione di DDT e il suo utilizzo in agricoltura negli Stati Uniti. Il clamore suscitato da Primavera silenziosa è enorme, e le polemiche che seguono non fanno altro che alimentarne il successo. Nell’aprile del 1964, dopo una lunga battaglia contro il cancro, Rachel Carson muore; quello stesso mese il libro raggiunge il milione di copie vendute. Tradotto in decine di lingue, Primavera silenziosa non è semplicemente un classico del pensiero ecologista e ambientalista, ma è un libro di grande attualità, che ancora oggi suscita polemiche e dibattiti. In Stato di paura, romanzo del 2004, Michael Crichton fa dire a uno dei protagonisti che “vietare il DDT ha ucciso più persone di Hitler” perché il pesticida era utilizzato efficacemente per contrastare la malaria e il suo divieto ha permesso che la malattia si propagasse e uccidesse milioni di persone. C’è chi sposa questa teoria anche nella realtà, per esempio i membri del Competitive Enterprise Institute e gli autori del sito SafeChemicalPolicy.org. In realtà si tratta di argomentazioni prive di fondamento, visto che il divieto di utilizzo di DDT per uso agricolo sul suolo americano non ha nulla a che vedere con le politiche africane; inoltre, anche se le zanzare hanno sviluppato una forma di resistenza al pesticida e la sua efficacia è diminuita a causa dell’utilizzo eccessivo, il DDT è tuttora usato in molti paesi per contrastare la malaria, soprattutto in ambienti chiusi, dove l’efficacia è maggiore e l’impatto sulla natura ridotto. Va poi detto che Carson non ha mai sostenuto un divieto assoluto del DDT, ma solo una sua regolamentazione. Primavera silenziosa non parla semplicemente dei danni prodotti dai pesticidi, ma affronta il problema molto più complesso del rapporto tra esseri umani e natura e mette in discussione l’idea di un progresso scientifico senza limiti né vincoli. Per questo è stato così importante per la nascita del movimento ambientalista. “Penso che come umanità siamo chiamati ad affrontare la più grande sfida della nostra storia”, sostiene Carson,  “dimostrare la nostra maturità e la nostra capacità di padroneggiare non tanto la natura, quanto noi stessi”.

Nel 1980, per onorare la memoria della grande divulgatrice e scienziata, il presidente Jimmy Carter ha assegnato a Rachel Carson la Presidential Medal of Freedom, il più alto riconoscimento civile degli Stati Uniti.


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Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.