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Il nanomateriale del futuro

La scoperta potrebbe avere moltissime applicazioni, dalle tute degli astronauti alle finestre delle nostre case.

Il campione nell’immagine contiene centinaia di migliaia di nanoparticelle che modificano la luce in arrivo. Crediti immagine: Stuart Hay, ANU

TECNOLOGIA – Un nanomateriale in grado di comportarsi da specchio oppure da finestra a seconda della temperatura. Lo ha individuato un gruppo di ricercatori australiani, che ha descritto la scoperta sulla rivista Advanced Functional Materials.

Mohsen Rahmani, il ricercatore dell’Australian Research Council a capo della ricerca, ha spiegato in un comunicato che, modificando la temperatura, è possibile alterare le proprietà ottiche dello strato del nanometriale, in modo che la superficie possa riflettere o trasmettere la radiazione. Poiché le nanoparticelle hanno lo stesso ordine di grandezza della lunghezza della luce a diverse frequenze, infatti, possono interagire con la radiazione e modificarne la traiettoria. I ricercatori hanno testato nanoparticelle di vari materiali per studiare la risposta alla luce e al calore e hanno individuato un microfilm in grado di modulare la risposta. L’aspetto più innovativo della ricerca è proprio questa possibilità di modificare le proprietà ottiche del materiale: in base alla temperatura, le nanoparticelle si distribuiscono sulla superficie in modo da riflettere tutta la radiazione o solamente una parte.

 

Il materiale individuato è così sottile che la punta di un ago potrebbe contenerne centinaia di strati: in pratica, potrebbe essere utilizzato per rivestire qualunque superficie. Le potenziali applicazioni sono quindi moltissime, spiega Rahmani: dalle tute degli astronauti ai satelliti, lo strato ultrasottile potrebbe essere regolato per riflettere le radiazioni ultraviolette o a infrarossi in ambienti diversi. Rispetto alle tecnologie attuali, che si basano su filtri più spessi, il nanomateriale potrebbe aumentare la soglia di resistenza alle radiazioni dannose.

Secondo Andrey Miroshnichenko, ricercatore presso il Nonlinear Physics Centre della ANU Research School of Physics and Engineering che ha partecipato allo studio, la scoperta potrebbe essere applicata anche ad altri spettri della luce, inclusa la luce visibile. Questo aprirebbe le possibilità di un’ampia gamma di utilizzi, in ambito architettonico o energetico. Nelle abitazioni, per esempio, il materiale potrebbe essere impiegato per il risparmio di energia, perché permetterebbe di passare dalla trasmissione alla riflessione della luce a seconda della temperatura. Grazie a questo nanomateriale – ipotizzano i ricercatori – nella casa del futuro potremmo trasformare una finestra in uno specchio con un interruttore. Oppure potremmo avere sistemi automatici che si modificano in base alla quantità della luce nelle diverse stagioni dell’anno.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.