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Breve storia di tutto il mare

Il libro del mare, edito da Iperborea, racconta il mare da molti punti di vista diversi: biologia marina, fisica, meteorologia, arte nautica e letteratura.

Il pretesto del libro è un’avventura intrapresa dall’autore e dal suo amico Hugo: i due tentano di pescare uno squalo della Groenlandia. Crediti immagine: NeuPaddy/pixabay

LIBRI – Per molti di noi il termine mare è associato a due pensieri. Grazie a Franco Battiato ci viene spontaneo pensare che un’estate al mare sia la voglia di remare e fare il bagno al largo (per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni), mentre a Gino Paoli dobbiamo l’idea del sapore di sale (che hai sulla pelle e sulle labbra) quando esci dall’acqua. Per molte persone, dicevamo, la più semplice delle associazioni di idee con il mare è questa. Non è così per i pescatori e, soprattutto, non è così per Morten Andreas Strøksnes.

Da buon norvegese, Strøksnes non vive il mare come una meta ideale per rilassarsi, ma come un ambiente complesso, sfaccettato, spesso ostile, che va rispettato e conosciuto in ogni sua parte. Questa idea emerge con chiarezza dal racconto Il libro del mare, edito da Iperborea (maggio 2017, 330 pagine). Un titolo all’apparenza piatto, ma che in realtà consente al lettore di capire qual è l’aspetto che più lo interessa tra i tanti considerati dall’autore. Perché le storie che qui sono raccontate sono decine e decine: ci sono i resoconti di cronaca – ovvero i naufragi, le esplorazioni e i risultati della pesca -, la storia antica e moderna della Scandinavia, la mitologia greca e vichinga, la biologia delle alghe, la distinzione tra le forme di vita superficiali e del fondale, l’anatomia dei grandi cetacei, la spiegazione dei colori del mare e la formazione delle tempeste. E poi tanta altra biologia marina, fisica, meteorologia, arte nautica e letteratura. In effetti questo libro avrebbe potuto chiamarsi Breve storia di (quasi) tutto, se questo titolo non fosse stato già usato per il bel racconto di Bill Bryson, edito da Guanda nel 2006.

Il fulcro o, per meglio dire, il pretesto di questo libro è un’avventura intrapresa dall’autore e dal suo amico Hugo, pescatore che vive nell’arcipelago delle Lofoten, a nord della Norvegia. I due tentano di pescare uno squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus) un predatore temibile che vive sui fondali dell’Atlantico settentrionale. La loro impresa è al limite dell’impossibile perché si mettono alla prova con un gommone e non ricorrono agli strumenti in dotazione sulle grandi navi da pesca. Per questo motivo – e per via delle difficoltà che devono superare -, Hugo e Morten sono sia i cacciatori sia le possibili prede di questo animale che hanno deciso di stanare dagli abissi.

Oltre che una grande avventura, però, questa esperienza offre all’autore due possibilità: da una parte dimostrare tutto l’attaccamento che ha per il luogo in cui è cresciuto e dall’altra denunciare i soprusi che l’uomo sta perpetrando con politiche sbagliate di gestione degli ecosistemi marittimi. Non mancano gli attacchi a coloro che hanno distrutto le barriere coralline con la pesca a strascico o l’invettiva contro quelli che hanno volutamente colpito i capodogli con gli ultrasuoni per poterli catturare, o ancora l’accusa contro un turismo non rispettoso.


Un brano del libro che racconta l’effetto della dispersione di plastica  e della pesca a strascico sugli ecosistemi marini.

Le interruzioni nel racconto del tentativo di pesca dello squalo sono davvero frequenti e possono irritare un lettore appassionato di romanzi che volesse seguire la vicenda. Ma questo non è un romanzo, bensì un misto tra una biografia, un saggio, un reportage e (appunto) un romanzo: gli elementi di tutti questi stili narrativi restituiscono la complessità del mare e spingono il lettore a partire per esplorare quelle terre lontane. Il linguaggio è talvolta poetico, come se l’autore avesse avuto così tanto tempo di pensare e rifinire il testo da averlo scritto più per il piacere di scrivere che non per raccontare la sua impresa. Di sicuro non possiamo considerarlo un libro “da ombrellone-one-one”, con buona pace di Battiato e Gino Paoli.

@claudio_dutto

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claudio dutto
Redattore di libri scolastici, appassionato di saggi scientifici e autore di podcast per diletto. Su twitter sono @claudio_dutto