IL PARCO DELLE BUFALE

Rifiorisce la speranza nella fusione fredda

Data ciclicamente per fallita dal 1924, la ricerca in fusione fredda prosegue nei più grandi centri di ricerca privati e pubblici del mondo.

Le principali entità attive nello sviluppo di reattori a fusione fredda, da “LENRaries: a New Era of Renewable Energy”, Anthropocene Institute, Menlo Park, California, 2017

 

IL PARCO DELLE BUFALE – I lettori di nome Leopoldo e non attendono da mesi aggiornamenti sui reattori a LENR, dall’acronimo inglese per Reazioni Nucleari a Bassa Energia o Fusione Fredda, poi detta FuF per brevità.

Riassunto puntate precedenti

In vendita dal 2012, stando a uno dei loro inventori Andrea Rossi e dal 2015 stando alle interpellanze parlamentari presentate mensilmente dall’onorevole Ermete Realacci del PD da  ottobre 2013 a maggio 2015, essi avrebbero già salvato il mondo dalle leggi della fisica e dalle crisi energetiche, climatiche, ambientali e umanitarie, se gli inventori non fossero vittime di una congiura dei poteri industriali, finanziari, politici, mediatici e rettiliani.

Da mesi la comunità dei fedeli si assottigliava sui forum un tempo deputati alle dichiarazioni ammirate o apotropaiche.

Andrea Rossi, passato alla storia come il nuovo Marconi-Galileo-Fermi, aveva interrotto il processo che aveva intentato nell’aprile 2016 ai suoi finanziatori americani, Industrial Heat, chiedendo un patteggiamento appena prima che iniziassero le deposizioni dei testimoni. Con l’accordo segreto non sottoscritto degli interessati, aveva subito fatto sapere al suo agiografo svedese Mats Lewan, recuperava la sua “proprietà intellettuale”: un brevetto per uno scaldabagno meno efficiente di quelli attuali e l’e-cat che aveva rottamato di persona nel febbraio 2016.

Industrial Heat riteneva però di aver perso, oltre a decine di milioni di dollari, ogni interesse nella FuF e altri due benefattori dell’umanità facevano altrettanto. Etiam scriveva ai

Cari amici della FuF,

è nostro addolorato dovere informarvi che la società Etiam Ltd è stata chiusa e le sue operazioni sono cessate

(segue indirizzo mail per le condoglianze) per mancanza di risultati positivi e quindi di finanziamenti da parte del governo finlandese.

Coolescence LLC  “cessava le operazioni” perché

era stata fondata per esaminare rigorosamente i resoconti sperimentali della cosiddetta “FuF”, da parte di un certo numero di scienziati per il mondo. Negli ultimi 10 anni, il team di Coolescence ha replicato gli esperimenti più celebri senza risultati positivi che non fossero dovuti a misurazioni spurie o a effetti chimici.

Il collaboratore di Rossi e “ricercatore” Fulvio Fabiani che sembrava assunto dall’università di Uppsala per contribuire al collaudo della decima versione dell’e-cat svaniva dal posto di lavoro; senza più fondi per partecipare a conferenze in località lussuose ed esotiche né laboratorio all’INFN, Francesco Celani lamentava urbi et orbi che da sei anni può contare solo su sporadiche donazioni per sviluppare un tubo FuF a fili di costantana.

La FuF è alla frutta?

No, cari lettori di nome Leopoldo e non. Il 13 settembre, il blogger che promuove l’E-cat di Andrea Rossi dal gennaio 2011 e la “truffa della Defkalion” considerata da alcuni miscredenti la svolta della FuF nel viale del tramonto, usciva da un lungo e addolorato silenzio per riportare una lieta notizia:

gruppi di ricerca…  continuano a conseguire avanzamenti nel campo delle reazioni nucleari a bassa energia, appartenenti a:
Nissan Motors Co, Technova Inc., Kyushu University, Tohoku University, Nagoya University, Kobe University
Si veda la sintesi dei risultati ottenuti presente sul sito del NEDO, l’agenzia governativa giapponese che promuove la ricerca e lo sviluppo, nonché l’implementazione di tecnologie industriali, energetiche e ambientali.

Si vede che i gruppi consistono in 22 sopravvissuti alla débâcle degli anni ’90 aggregati in consorzio per spartirsi le ultime risorse, e che i risultati consistono in studi preliminari, preparativi e riunioni.

Pubblicazioni scientifiche: 0.

Allora la FuF è proprio alla frutta?

No, cari lettori di nome Leopoldo e non: ci sono notizie assai più liete. Con la terza tornata di raccolta fondi nel giro di un anno, in luglio l’inossidabile Brillouin ha ottenuto metà dei $15 milioni  con i quali il proprietario Robert Godes sperava di pagare i creditori.

E prima ancora, i filantropi dell’Anthropocene Institute hanno pubblicato “FuFarie: Una nuova era per l’energia rinnovabile“. Scritto da due consulenti in relazioni pubbliche, il dépliant riservato ai donatori censisce 114 “entità attive” tra il 2011 e il 2016 di cui 45 negli USA che avrebbero ricevuto finanziamenti per $250 milioni negli ultimi cinque anni. Gli autori prevedono pertanto che

entro il 2020 gli investimenti in FuFisti [LENR Makers] raddoppieranno a $500 milioni.

Leggi anche: Fusione fredda, “il grande artista della stangata”

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