SCOPERTE

Mongolia: nuovi microfossili all’origine della vita animale

Il ritrovamento potrebbe aiutare a capire capire come è avvenuto il passaggio da un mondo popolato da batteri a uno dominato dagli animali.

Fossili ritrovati nel nord della Mongolia, risalenti a 540 milioni di anni fa. Crediti immagine: Yale University

SCOPERTE – Arriva dall’università di Yale una nuova ricerca che potrebbe aiutare a capire come si sono evolute le prime forme di vita animale. Sulle pagine della rivista Geology i ricercatori hanno infatti descritto l’esistenza della “formazione Khesen”, un insieme di reperti fossili risalenti a 540 milioni di anni fa. Il sito del ritrovamento si trova a ovest del più grande lago della Mongolia, il lago Hôvsgôl, nel nord del paese. I ricercatori erano interessati a questa area perché il sito è formato da fosforite, lo stesso tipo di roccia sedimentaria nella quale, in Cina, sono stati rinvenuti microorganismi simili.

Ross Anderson, primo autore dello studio, spiega che questo rinvenimento potrebbe essere molto importante per capire come è avvenuto il passaggio da un mondo popolato da batteri a uno dominato dagli animali. Il nuovo insieme di fossili – che hanno un aspetto simile a quello di embrioni – comprende otto generi e circa 17 specie, ognuna delle quali include decine o centinaia di individui. La maggior parte dei ritrovamenti sono costituiti da piccoli microfossili “spinosi” detti acritarchi, grandi circa 100 micron. Gli acritarchi, formazioni di natura organica, hanno molto probabilmente un’origine eucariotica: mentre gli archea e i batteri producono semplici fossili di piccole dimensioni, gli eucarioti unicellulari hanno dato origine a strutture complesse, con proiezioni esterne, come ad esempio le spine.

La scoperta aggiunge un nuovo elemento al dibattito iniziato nel 1998 con il ritrovamento delle formazioni fossili nel sito di Doushantuo, in Cina. Questi microorganismi hanno un aspetto molto caratteristico, tanto da aver dato il nome a un’intera categoria, alla quale appartengono anche i fossili ritrovati in Mongolia. La loro importanza è data dal fatto che si trovano al confine tra gli organismi che hanno popolato il periodo Ediacarano e la fauna che caratterizza l’esplosione cambriana. Negli ultimi venti anni i ricercatori hanno discusso sulla natura di questi organismi senza giungere a una conclusione definitiva: si tratta di animali o di batteri? L’aspetto ricorda quello di un embrione eucariotico e la struttura sembra essere divisa in base a una simmetria bilaterale, tuttavia altri scienziati hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi di fossili Thiomargarita, batteri giganti in grado di ossidare lo zolfo che esistono ancora oggi. Se venisse verificata la prima ipotesi, essi rappresenterebbero gli animali più antichi mai rinvenuti. Ulteriori studi sulla “formazione Khesen” potrebbero fare luce su questa transizione.

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Francesca Camilli
Comunicatrice della scienza e giornalista pubblicista. Ho una laurea in biotecnologie mediche e un master in giornalismo scientifico.