ANIMALI

L’altruismo dei bonobo

Aiutano i loro simili a raggiungere il cibo, spontaneamente e senza bisogno che venga loro chiesto. Anche quando non ne ottengono un guadagno

I bonobo aiutano i conspecifici anche quando non ci guadagnano. Foto: Lola ya Bonobo Sanctuary

ANIMALI-  È più probabile che l’impulso di essere gentili con gli sconosciuti si evolva in specie per le quali i benefici che ne risultano superano i costi. Se ci fossero i baci Perugina dell’evoluzione sarebbe una frase perfetta da scrivere su un bigliettino, ma è in realtà la conclusione di un recente studio sui bonobo condotto al santuario Lola ya, in Congo, e pubblicato su Nature Scientific Reports: gli scienziati hanno dimostrato che gli scimpanzé pigmei aiutano i conspecifici a ottenere del cibo, anche quando non viene loro chiesto aiuto, non li conoscono né ne ricavano qualcosa.

Cedere il posto in fila al supermercato a chi ha solo un litro di latte, tenere la porta a un collega dietro di noi, raccogliere un oggetto caduto dal banco del nostro vicino. Sono tutte gentilezze che riserviamo ogni giorno a chi ci sta intorno, al punto che le diamo sì per scontate, ma probabilmente siamo anche convinti siano qualcosa di prettamente umano. Dopotutto perché gli animali, che immaginiamo spesso come guidati dal solo istinto e dalla necessità di perpetrare i propri geni, dovrebbero fare qualcosa di simile?

I bonobo, per descriverli con le parole del primatologo Frans De Waal, vivono in una società egualitaria che ruota intorno alle femmine. È inutile far finta di non sapere per cosa sono famosi: intraprendono rapporti sessuali con compagni di entrambi i sessi, indifferentemente, a scopo pacificatorio. La sessualità sostituisce l’aggressione. Allo stesso tempo il loro tasso di riproduzione non è particolarmente diverso da quello dei cugini scimpanzé. “I bonobo condividono almeno un’importante caratteristica con la nostra specie”, scrive De Waal, “ovvero una parziale separazione tra sesso e riproduzione”.

Insieme ai colleghi Jingzhi Tan, oggi alla University of California di San Diego, ha testato l’attitudine dei bonobo verso il prossimo in una serie di esperimenti. 16 bonobo sono stati portati uno alla volta in una di due stanze adiacenti separate da un recinto. Sopra l’altra stanza penzolava un pezzo di mela appeso a una corda, che tutti i bonobo potevano vedere chiaramente ma non prendere. Arrampicandosi sul recinto, però, potevano “scardinare” l’aggancio che teneva la corda legata al soffitto e far così cadere la mela nella seconda stanza.

Il risultato? I bonobo sganciavano la corda quattro volte più spesso quando all’interno dell’altra stanza c’era un altro bonobo, che poteva afferrare il pezzo di mela, rispetto a quando la stanza era vuota. E il beneficiario della frutta non doveva nemmeno chiedere, l’aiuto era semplicemente… offerto.

Per averne la prova Tan e i colleghi hanno modificato la struttura dell’esperimento, facendo in modo che i bonobo che avrebbero ricevuto la frutta potessero attivamente chiederla agli altri, infilando il braccio in un’apertura e gesticolando. Ma non è servito: l’aiuto veniva offerto a prescindere e spontaneamente, senza grosse differenze tra quando era richiesto e quando non lo era.

Ma perché aiutare un estraneo? Secondo gli scienziati il motivo è che anche i bonobo, in fondo, ci tengono a fare una buona impressione. Non si può mai sapere quando incontreremo qualcuno di nuovo ed essere stati gentili potrebbe aiutare. Anche con gli sbadigli contagiosi, che in molte specie (scimpanzé, cani e umani compresi) mostrano una forma di empatia chiamata “contagio emotivo”, i bonobo non fanno grosse differenze tra conspecifici conosciuti ed estranei. Di fronte agli sbadigli di altri bonobo, è probabile sbadiglino a loro volta in entrambi i casi.

D’altronde “tutte le relazioni hanno inizio con due estranei”, conclude Tan in un comunicato. “Incontri qualcuno che non conosci ma potresti incontrarlo di nuovo, e in futuro potrebbe diventare un amico o un alleato”. E forse funziona così anche per noi. È probabile non rivedremo più l’anziana signora alla quale abbiamo ceduto il posto sull’autobus, ma forse ci piace pensare che quella gentilezza, in qualche modo, tornerà indietro.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Non solo bonobo, lo sguardo della scienza sull’omosessualità animale

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".