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“Burning Questions”

Tra fisica, anatomia e scenari dallo sport del futuro, una serie di curiosità scientifiche direttamente dalle Olimpiadi Invernali

Salto con gli sci: lo sport in cui le donne batteranno gli uomini? Qual è lo sport olimpico invernale più impegnativo in assoluto? Crediti immagine: Pixabay

SPORT – La piattaforma digitale Olympic Channel, media ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale, ospita fra i suoi numerosi contenuti di approfondimento anche diverse serie video dedicate agli sport olimpici, e alcune di queste serie sono dedicate ad aspetti scientifici delle discipline. Era il caso di “Anatomy of”, di cui avevamo parlato anche qui su OggiScienza. Con le Olimpiadi Invernali di Pyeongchang 2018 Olympic Channel ha lanciato la serie “Burning Questions”, che in una decina di puntate chiarisce alcune curiosità legate alle Olimpiadi invernali, molte delle quali hanno a che fare con la scienza. Ne vediamo alcune più nel dettaglio, ma trovate tutti gli episodi cliccando qui.

Salto con gli sci: lo sport in cui le donne batteranno gli uomini?

253,5 metri è il record mondiale di salto con gli sci stabilito da Stefan Kraft nel 2017. 244 metri in più del primo salto di cui si ha una misurazione, che è di 9 metri e mezzo. Nel 1936 l’austriaco Sepp Bradl supera i 100 metri per la prima volta. Miglioramenti tecnologici (piste, sci, materiali, tute) e miglioramenti nell’allenamento, nella tecnica, nella postura, nella disposizione degli sci al momento del decollo (la tipica forma a V) hanno reso possibile un aumento clamoroso della durata e della lunghezza del volo.

Il video di Olympic Channel spiega la fisica dell’aria che rende possibile il volo e anche la disposizione anatomica che favorisce il saltatore. E fin qui, nulla di particolarmente originale. Il video però si conclude con uno scenario futuro decisamente intrigante, ovvero quello secondo il quale le donne potrebbero arrivare a battere gli uomini per ciò che concerne la lunghezza del salto. Sì, perché se fisiologicamente e anatomicamente in molti sport quello fisico è un gap che penalizza le donne nella prestazione rispetto ai colleghi uomini, nel salto con gli sci questo non si verificherebbe. Al contrario, per una questione di baricentro e di postura, oltre che di altri aspetti anatomici, il corpo delle donne è naturalmente più adatto al gesto atletico del salto con gli sci rispetto al corpo maschile.

Possibile obiezione: se questo è vero, perché il record mondiale lo detiene un uomo? Perché la disciplina ha una storia decisamente maschilista. Il trampolino sloveno di Planica dove sono stati stabiliti diversi record fino al 2011 è stato utilizzato solo da uomini. Inoltre, il circuito internazionale femminile è stato inaugurato solo nel 2004. Il debutto alle Olimpiadi? Vent’anni fa, a Nagano, mentre i maschi saltano con gli sci dalla prima Olimpiade Invernale di Chamonix del 1924. Se in futuro sempre più donne avranno accesso alla disciplina non è da escludere che le loro prestazioni potranno avvicinarsi a quelle maschili. E chissà, magari a superarle: il gap è di una cinquantina di metri, visto che il record femminile di salto con gli sci è stato stabilito nel 2003 da Daniela Iraschko-Stolz ed è di 200 metri esatti.

Qual è lo sport olimpico invernale più impegnativo in assoluto?

Il biathlon, senza se e senza ma. La prima prova di biathlon di cui abbiamo testimonianza risale al 1767. Ma soprattutto il biathlon è un’arte di sopravvivenza. La disciplina combina infatti una gara di sci di fondo con una di tiro a segno. Uno strano abbinamento? Non tanto, a ben pensarci. L’abilità di muoversi rapidamente e allo stesso tempo di saper sparare poteva salvare la vita, per esempio, nel caso di un assalto di un animale feroce. Diventato in seguito anche oggetto di addestramento militare, il biathlon è presenza fissa nelle Olimpiadi Invernali dal 1960.

Il motivo è spiegato molto chiaramente e in termini rigorosamente scientifici in questo video, ottavo episodio della serie “Burning Questions”. Il biathlon combina un mix estremamente provante di resistenza allo sforzo prolungato dettato dallo sci di fondo – che alza i battiti cardiaci fino a 180 battiti al minuto – con la concentrazione estrema richiesta dalla prova di tiro a segno, dove invece i battiti vanno tenuti sotto controllo. Il tutto in temperature rigide. Se non bastasse, il bersaglio è posto a 50 metri dall’atleta e consiste in cinque mirini, la cui ampiezza varia da 4,5 a 11,5 centimetri a seconda che il tiratore sia rispettivamente sdraiato o in piedi. Ogni bersaglio mancato comporta una penalità di tempo. Durante la prova del tiro a segno l’atleta deve avere un controllo fisiologico notevole: deve regolare e coordinare respiri, battiti cardiaci e perfino movimenti oculari in una totale sintonia. Un movimento e un respiro non sincronizzato possono tradursi in uno sparo errato, che può essere fatale per il risultato finale. Sforzo, resistenza, concentrazione, tattica, intelligenza, coordinazione: ecco perché per Olympic Channel il biathlon è il supersport di queste Olimpiadi.

Come fanno i pattinatori di figura a non avere le vertigini dopo molte rotazioni?

Vedendo pattinatori che compiono gesti atletici straordinari (e un tempo ritenuti impossibili) come il salto quadruplo la domanda sorge spontanea: come fanno a non perdere l’equilibrio e a non avere capogiri? Attraverso un allenamento costante e una serie di trucchi, gli atleti riescono a regolare la risposta fisiologica che è all’origine del senso di vertigine e che è dovuta alle cellule ciliate, recettori sensoriali posti nell’orecchio interno. Numerose rotazioni della testa fanno scattare la risposta di questi recettori, ma l’abitudine dell’allenamento riesce quasi a farli abituare alle rotazioni. Inoltre, gli allenatori consigliano ad esempio di rafforzare i riflessi visivi fissando un punto preciso alla fine della piroetta, in modo da favorire il senso di stabilità.

Questa è solo una delle curiosità scientifiche legate al pattinaggio di figura: nel video viene spiegata l’importanza del momento angolare per ciò che riguarda il salto quadruplo e la fisica che sta dietro alle rotazioni, che nel caso del pattinaggio di figura possono arrivare a una velocità incredibile di 342 rotazioni per minuto. Il record di rotazioni su un piede solo è di 115 e appartiene alla svizzera Lucinda Ruh.

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.