SALUTE

Stiamo sconfiggendo la Tubercolosi troppo lentamente

Il numero di nuove diagnosi nella regione europea è sceso del 4,3% ogni anno. Ma ancora troppi sono gli insuccessi, e troppo pochi i farmaci contro le forme resistenti.

Nel 2016 in Europa sono stati segnalati infatti 297.132 casi di tubercolosi provenienti da 52 paesi. Crediti immagine: CDC, Wikimedia Commons

SALUTE – Secondo quanto emerge da un rapporto pubblicato dall’ECDC il 24 marzo scorso in occasione della Giornata Mondiale sulla Tubercolosi, il numero di nuove diagnosi nella regione europea è sceso del 4,3% ogni anno nell’ultimo decennio, ma si tratta di un progresso troppo lento rispetto a quanto prevedono la Strategia End TB delle Nazioni Unite e gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030. Nel complesso in dieci anni i casi di TB sono diminuiti di un terzo, passando dai 410 mila del 2007 ai 290 mila del 2016.

Nel 2016 in Europa sono stati segnalati infatti 297.132 casi di tubercolosi provenienti da 52 paesi, pari a 28 casi per 100.000 abitanti. Di questi, 58.994 afferivano ai 30 paesi UE, con un tasso di incidenza pari a 11,4 casi per 100.000 abitanti. Per l’Italia c’è una buona notizia: abbiamo avuto 4032 casi di tubercolosi nel 2016, un numero molto inferiore rispetto a Germania, Gran Bretagna, e Francia.

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In proporzione inoltre, si muore sempre meno. I tassi di mortalità nell’Unione Europea si sono dimezzati in 10 anni, e in Italia siamo stabili su 0,6 decessi per 100 mila. In totale abbiamo avuto 330 morti per TB in Italia nel 2016.

Tuttavia, dal punto di vista delle cure, e quindi anche della mortalità, i due problemi principali oggi della Tubercolosi sono da una parte il connubio con l’HIV e dall’altra le sue forme resistenti ai farmaci. Due problemi che purtroppo spesso si sovrappongono. Il 4,4% dei casi di TB nel 2016 ha riguardato individui con l’HIV: 826 persone. Fra i paesi non UE la percentuale sale al 14%.

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Ci sono tre forme di resistenza: la TB multiresistente (MDR-TB), cioè resistente ad alcuni farmaci, che rappresenta nel 2016 il 2,6% del totale dei casi  di TB notificati in Italia e il 3,7% dei casi in Europa; la forma estremamente multi resistente (XDT-TB), che si ha quando la somministrazione di tre o più dei farmaci di seconda linea non risulta efficace, e che riguarda il 12% dei casi di MDR-TB in Italia e il 20% in Europa. Infine esistono casi di TB totalmente resistente ai farmaci (TDR-TB), quando purtroppo la malattia non è curabile con nessun farmaco attualmente esistente.

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L’aspetto positivo è che in tutti i paesi dell’Unione Europea di cui possediamo i dati quasi il 100% dei pazienti con MDR-TB o XDT-TB diagnosticata sta seguendo un trattamento. Le cose vanno meno bene però nei paesi non dell’Unione, dove in media solo il 76% dei pazienti con TB nella forma estremamente resistente è in cura.
Si tratta di un problema in crescita e tutt’altro che secondario, soprattutto perché la ricerca farmacologica non procede in modo sufficientemente rapido da far fronte alle forme resistenti. Come raccontavamo qualche mese fa, in 70 anni solo due nuovi antibiotici per il trattamento di MDR-TB hanno raggiunto il mercato, e al momento gli investimenti privati sono i più bassi dal 2008.

Con il risultato che ancora oggi le percentuali di successo dei trattamenti in alcuni paesi sono troppo bassi.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.