ANIMALI

Il colibrì di Costa, un corteggiatore che sfrutta la fisica

Questo piccolo uccello è in grado di minimizzare l'effetto Doppler durante il corteggiamento, impedendo alla femmina di capire a che velocità si muove

I colibrì durante il corteggiamento volano in alto e poi si tuffano in una rapida picchiata davanti agli occhi delle femmine da conquistare. Crediti immagine: Pixabay

ANIMALI – Che sia tra umani o tra uccelli, il corteggiamento è sempre un momento tanto affascinante quanto delicato. Per conquistare il partner, gli esseri viventi ricorrono alle più svariate strategie. Gli uccelli, soprattutto, ci mettono molto impegno: c’è chi, come il pavone, sfoggia colori vistosi, chi offre doni alla femmina (ne sono un esempio la sterna comune e l’averla maggiore), chi canta serenate. Alcuni uccelli, poi, cercano di attirare la compagna con danze e voli acrobatici. I colibrì, gli uccelli più piccoli del mondo, durante il corteggiamento volano in alto e poi si tuffano in una rapida picchiata davanti agli occhi delle femmine da conquistare e queste ultime tendono a preferire i maschi che compiono il tuffo più veloce. Ma, come hanno recentemente scoperto i ricercatori dell’Università della California, una particolare specie di colibrì è in grado di mascherare la velocità a cui vola durante il corteggiamento.

La picchiata in sé non è tutto: come ha dimostrato alcuni anni fa il biologo Christopher Clark, alla prestazione del volo del colibrì si aggiunge anche un effetto sonoro, prodotto dal passaggio dell’aria tra le piume della coda. Una sorta di serenata senza gorgheggi e diversa tra le differenti specie. Recentemente, lo stesso scienziato ha pubblicato sulla rivista Current Biology uno studio su una particolare specie di colibrì, quello denominato “di Costa” (Calyptae costae).

Diffuso in Messico e negli Stati Uniti, il colibrì di Costa non raggiunge i dieci centimetri di lunghezza; il maschio è caratterizzato da una colorazione di un viola intenso sul capo e intorno al collo. Come le altre specie di colibrì, anche quello di Costa corteggia la femmina con i tuffi e le melodie prodotte dalle sue piume. Solo che bara, almeno un po’: i ricercatori hanno infatti notato che questa specie non svolge la sua performance davanti alla femmina, bensì di lato. Incuriositi, gli scienziati hanno studiato il tuffo del colibrì in una galleria del vento, uno strumento che permette di analizzare l’andamento di un fluido come l’aria intorno a un corpo, e solitamente impiegato negli studi sui mezzi di trasporto.

Gli scienziati hanno così scoperto che la particolare traiettoria scelta dal colibrì di Costa gli permette di minimizzare l’effetto Doppler, ossia quel fenomeno fisico per cui la lunghezza d’onda percepita cambia se la sua sorgente è in movimento (per intenderci, l’effetto che fa la sirena di un’ambulanza quando si allontana da noi), prodotto dalle sue piume.

Lo scopo? Togliere alla femmina un indicatore sonoro della velocità a cui sta volando il maschio. Le femmine di colibrì, infatti, sembrano preferire i maschi che si tuffano più velocemente e per capire, o almeno intuire, la velocità, si basano sulla melodia prodotta dalle loro piume. Il colibrì di Costa elude la corteggiata giocando con la fisica: “se è difficile misurare la velocità del volo per gli scienziati”, commenta in un comunicato l’autore dello studio, “figuriamoci per la femmina”.

“Più che un inganno, è una strategia”, spiega l’ornitologo Alessandro Montemaggiori. “È un po’ come un uomo che sorvola su alcuni aspetti della sua vita quando cerca di conquistare una compagna e tralascia di raccontarle alcune cose. Questo comportamento non è molto diffuso tra gli animali, che preferiscono piuttosto esaltare le proprie capacità: facendosi vedere o sentire più belli, più colorati, più bravi nel canto”.

I colibrì di Costa, comunque, non sono gli unici a barare per attirare la compagna. Anche gli uccelli giardiniere sfruttano la fisica durante il corteggiamento. Questi animali, passeriformi diffusi in Australia e Nuova Guinea, sono molto interessanti per gli ornitologi, perché attirano la femmina costruendole “giardini” che sono vere opere d’estetica decorate con bacche, gusci di chiocciola, sassi… E nel farlo dimostrano di avere preferenze spiccate: in alcuni casi, ad esempio, scelgono solo decorazioni di un determinato colore. Qualche anno fa, però, gli scienziati hanno scoperto che l’uccello giardiniere maggiore (Chlamydera nuchalis) dispone le sue decorazioni dalla più piccola alla più grande, creando un’illusione ottica grazie alla quale l'”artista”, posto davanti alla sua opera, appare più grande agli occhi della femmina.

“Invece che con la sua prestanza fisica o le abilità canore, l’uccello giardiniere cerca di attirare la femmina con le sue costruzioni e decorazioni. Facendo di nuovo un paragone con l’uomo, è come chi si compra una bella macchina invece di sfoggiare i muscoli”, spiega ancora Montemaggiori.

Negli uccelli, i due sensi di percezione più sviluppati sono la vista e l’udito, ed è per questa ragione che le loro pratiche di corteggiamento sono spesso legate al canto o a esibizioni visive. “E il colibrì è molto interessante sotto questo punto di vista”, aggiunge l’ornitologo, “perché non solo ha dei colori molto accesi e vivaci, ma diversi studi ne dimostrano uno spiccatissimo senso dell’udito: quest’ultima ricerca si va ad aggiungere a lavori che mostrano come i colibrì siano anche in grado di produrre e comunicare con gli ultrasuoni”. E chissà, forse scopriremo che li usa per raccontare bugie alla compagna…

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Anna Romano
Biologa molecolare e comunicatrice della scienza, amo scrivere (ma anche parlare) di tutto ciò che riguarda il mondo della ricerca.