SALUTE

Parliamo di salute prima del concepimento

Una nuova serie di articoli pubblicata su The Lancet fa il punto su cosa è bene sapere per iniziare una gravidanza sana, a partire dal controllo del peso. E senza dimenticare di coinvolgere i padri.

L’obesità della madre, aumenta il rischio di problemi di salute alla nascita, come lo sviluppo della preeclampsia e del diabete infantile. Crediti immagine: Pixabay

SALUTE – Una donna in salute al momento del concepimento ha più probabilità di avere una gravidanza di successo e un bambino sano, ma anche le condizioni di salute del padre giocano un ruolo importante.

Diversi studi osservazionali hanno mostrato nel tempo forti legami tra lo stato di salute prima della gravidanza e i risultati in termini di salute materna e infantile, con conseguenze che possono estendersi tra generazioni; ma la consapevolezza di queste relazioni non è così diffusa. E soprattutto quello della salute preconcezionale non è un tema molto presente nelle agende per il miglioramento delle condizioni di vita di donne e bambini nei paesi a basso reddito.

Il 17 aprile The Lancet ha pubblicato una serie di tre articoli sul tema della salute nel periodo preconcezionale, che spiegano in dettaglio come la salute di uomini e donne, prima ancora di concepire un bambino, possa avere un profondo impatto sulla salute della loro prole, in termini per esempio di peso alla nascita e di sviluppo del cervello. L’epidemiologia ha identificato il periodo intorno al concepimento come cruciale per i processi che mediano le influenze dei genitori sulla salute della prossima generazione. Durante questo periodo, dalla maturazione dei gameti fino allo sviluppo embrionale precoce, lo stile di vita dei genitori può influenzare negativamente i rischi a lungo termine della progenie di problemi cardiovascolari, metabolici, immunitari e neurologici

La prima domanda da porsi – sottolinea il primo degli articoli – è come definire il periodo di preconcepimento, che va in genere dai 3 ai 6 mesi prima se non ci sono particolari patologie da correggere. Il punto è che generalizzare eccessivamente è pericoloso: i tempi sono del tutto personali e variano a seconda della gravità del problema da risolvere, che sia grave sovrappeso, grave malnutrizione, diabete o altro. Per questa ragione prendersi per tempo nel porsi il problema del proprio stato di salute prima di iniziare una gravidanza è il primo passo per assicurare al bambino un buono stato di salute di partenza.

Partiamo dal problema principale per le future mamme nei paesi ricchi: l’obesità. Una ricerca che aveva studiato gli indici di massa corporea tra più di 19 milioni di adulti in 200 paesi aveva rilevato che la proporzione globale standardizzata delle donne sottopeso è diminuita dal 15% al 10% dra il 1975 e il 2014, mentre la percentuale di donne obese è salita dal 6% al 15% tra il 1975 e il 2014. Nel documento, i ricercatori hanno anche notato che in molti paesi a basso, medio e alto reddito fino al 50% delle donne è sovrappeso o obeso quando rimane incinta.
L’obesità della madre, aumenta il rischio di problemi di salute alla nascita, come lo sviluppo della preeclampsia (segni di edema, proteinuria o ipertensione in gravidanza) e del diabete infantile. Gli uomini che sono obesi invece hanno in media una maggiore probabilità di avere una diminuzione del numero di spermatozoi.

Dall’altro versante, quello della sotto nutrizione, sappiamo che le persone che sono estremamente sottopeso hanno un rischio maggiore di avere bambini a loro volta sottopeso.

Lo studio osserva che anche la dieta e il peso del padre possono avere un impatto sullo stato di salute dei figli, e pare proprio che anche i geni del padre siano molto importanti per un corretto sviluppo della placenta, come mostra per esempio uno studio condotto sui muli, che ha scoperto appunto che i geni dei padri degli animali erano predominanti nella placenta. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio esattamente perché ciò accade.

Il secondo articolo si focalizza invece sui rischi a lungo termine per il bambino, dal punto di vista cioè di eventuali problemi cardiovascolari, metabolici, immunitari e neurologici. Secondo i ricercatori ci sono prove sufficienti grazie a ricerche condotte su animali, del fatto che il periodo di pre-concepimento “è una finestra chiave durante la quale la scarsa fisiologia materna e paterna, la composizione corporea, il metabolismo e la dieta possono indurre un aumento del rischio di malattia cronica nella prole”.

Il terzo e ultimo articolo della serie individua alcune strategie per migliorare la salute pre-concepimento dei futuri genitori. Si tratta di integrare le diete delle donne denutrite o spiegare come arricchire la dieta con micronutrienti prima del concepimento e durante la gravidanza, e spiegare perché è necessario interrompere il consumo di alcol e il fumo.

Un aspetto centrale e poco discusso è anche il coinvolgimento dei padri in questi aspetti durante la gestazione. I ricercatori hanno scoperto che il 40% degli uomini in un importante ospedale di Boston ha riferito di non aver fatto domande mentre accompagnavano i loro partner a visite di assistenza prenatale. Uno studio pubblicato l’anno scorso sulla rivista JAMA Psychiatry evidenziava invece che i padri possono essere a rischio di sintomi di depressione se si sentono stressati o se sono in cattive condizioni di salute prima dell’arrivo del bambino.

“Piuttosto che concentrare tutti gli sforzi per cercare di rimanere incinte – concludono gli autori – sarebbe bene che i futuri genitori, sia madri che padri, si sottoponessero a un controllo generale dello stato di salute, anche per ricevere qualche dritta su ciò che possono fare per mantenersi sani prima e dopo la nascita del bambino.”

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.