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Italia: mai così pochi donatori di sangue in 10 anni

In particolare calano gli iscritti fra i più giovani, mentre aumentano fra gli over 46 e crescono le donazioni di plasma. Le differenze regionali sono evidenti.

APPROFONDIMENTO – “Sii disponibile per qualcun altro. Dona sangue e condividi la vita”. Con questo slogan l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di celebrare questo 14 giugno 2018, la quindicesima Giornata Mondiale del Donatore (World Blood Donor Day). L’iniziativa è nata per sottolineare il grande valore sociale e umano di tale gesto e per ribadire l’importanza di garantire ovunque la disponibilità di donazioni gratuite di sangue.

Un doppio anniversario

Duecento anni fa James Blundell effettua per la prima volta con successo una trasfusione di sangue tra due esseri umani, e il 13 giugno del 1829 ne fornisce una descrizione dettagliata su The Lancet. Troppe volte nella sua carriera di ostetrico Blundell ha visto neo madri morire a causa dell’emorragia post partum, un evento che all’epoca equivaleva quasi certamente a una condanna a morte. L’esperimento del 1818, attorno al quale i dettagli però sono in parte oscuri (si trattò di solo una paziente? Quante volte l’aveva tentato in precedenza?), coinvolge una neo madre in fin di vita a causa di un’emorragia post partum. Il donatore è il marito stesso della donna, che in seguito alla trasfusione si riprende.

Blundell era convinto che il sangue fosse portatore di una “forza vitale” e di una materia nutritiva essenziale alla salute. Effettua altri esperimenti negli anni successivi, ma con un tasso di successo ancora molto basso. Soprattutto, Blundell non sapeva che esistessero i gruppi sanguigni, che regolano la compatibilità tra donatore e ricevente: verranno scoperti solamente nel 1900 dall’austriaco Karl Landsteiner, premio Nobel per la Medicina nel 1930. Proprio in onore di quest’ultimo, nato il 14 giugno del 1848, dal 2004 viene celebrata la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue nel giorno del suo compleanno.

La situazione globale

A livello mondiale, le donazioni annue di sangue sono oggi stimate in 112,5 milioni (dati del Global Status Report on Blood Safety and Availability del 2016, il più recente), ma non sono equamente distribuite: la metà avviene nei paesi a reddito più alto, dove è concentrato solamente il 19% dell’umanità.

Nei paesi a basso reddito, fino al 65% delle trasfusioni di sangue viene somministrato a bambini di età inferiore ai 5 anni; mentre nei paesi ad alto reddito, il gruppo di pazienti più frequentemente trasfusi ha più di 65 anni di età, che rappresentano il 76% di tutte le trasfusioni.

Il tasso di donazione di sangue è di 32,1 donazioni per 1000 abitanti nei paesi ad alto reddito, 14,9 donazioni nei paesi a reddito medio-alto, 7,8 donazioni nei paesi a reddito medio-basso e 4,6 donazioni nei paesi a basso reddito.

Assistiamo inoltre a un altro disequilibrio: 74 paesi raccolgono oltre il 90% del loro afflusso di sangue da donatori volontari di sangue non retribuiti, mentre 71 paesi raccolgono oltre il 50% del loro afflusso di sangue da familiari o da donatori pagati. Solo 51 dei 180 paesi segnalanti producono medicinali derivati ​​dal plasma (PDMP) attraverso il frazionamento del plasma raccolto nel paese dichiarante.

La situazione in Italia

Parlando invece dell’Italia c’è una cattiva notizia: negli ultimi 10 anni non abbiamo mai avuto un numero così basso di donatori come nel 2017. Nel 2017, infatti, il numero dei donatori di sangue in Italia continua il trend negativo e raggiunge il record negativo dal 2009. I donatori nell’ultimo anno sono stati 1 milion e 680 mila: 60 mila in meno rispetto al picco del 2012. A raccontarlo sono i dati raccolti dal Centro Nazionale Sangue dell’ISS e presentati insieme a una campagna di sensibilizzazione realizzata con il CIVIS, il Coordinamento delle Associazioni di volontari del dono di sangue.

Nel 2017 ci sono stati 1,68 milioni di donatori, 8000 in meno rispetto al 2016, di cui 340 mila nuovi iscritti. Nel 2012 – anno che ha visto il più alto numero di donatori del decennio, se ne contavano 1,740 milioni.

In Italia sono i più giovani a latitare: solo il 13% dei donatori ha infatti meno di 25 anni, mentre uno su 3 è un 46-55 enne. Ma soprattutto ciò che si osserva è che l’unico aumento nel numero di donatori dal 2011 a oggi è all’interno della fascia di età dei 46-64 enni. Fra i più giovani invece il numero di donatori è in calo.

Se guardiamo il numero di donazioni, nel 2017 ne sono state effettuate 3.006.726, trentamila in meno rispetto all’anno precedente. Il 70% dell’attività di donazione è effettuata da AVIS, la più grande associazione presente in Italia, con 1.320.000 soci, per un totale di oltre 2.000.000 di unità di sangue ed emocomponenti donate.

La buona notizia viene invece dalle donazioni di plasma, indispensabile per la produzione di una serie di farmaci salvavita (ne parlavamo qui). Nonostante ancora l’Italia non possa dirsi autosufficiente su questo punto, grazie alle donazioni in aferesi sono stati raccolti 830mila chili di plasma, un aumento dell’1,8% rispetto al 2016.

Il risultato è che nel 2017 sono state effettuate oltre 637mila trasfusioni, per interventi chirurgici o terapie di malattie come la talassemia. Va precisato – spiega il Centro Nazionale Sangue – che se le trasfusioni di globuli rossi presentano un leggero calo, questo è dovuto alle tecniche di Patient Blood Management che permettono di ottimizzare l’utilizzo delle unità di sangue e migliorare i risultati in termini di salute per i cittadini. I dati del 2015 del Rapporto ISTISAN sono molto simili (635 mila), ma ci permettono di vedere nel dettaglio come si sono suddivise nei principali emocomponenti.

La situazione in Italia nel complesso è comunque buona, nonostante il calo rispetto agli anni precedenti. Le differenze regionali tuttavia sono ancora marcate, e in alcuni casi si assiste a carene periodiche, specie nei mesi estivi e in quelli di picco per l’influenza. Per far fronte a questo problema, per la prima volta il Ministero della Salute ha inserito i donatori di sangue tra le categorie per cui è possibile offrire gratuitamente il vaccino antinfluenzale, e una raccomandazione del Centro Nazionale Sangue dà la possibilità a tutte le Regioni di non sospendere i donatori che provengono da aree dove è presente il virus West Nile ma di fare loro il test per scoprirne l’eventuale presenza.

La campagna

Da oggi è online l’iniziativa del Centro Nazionale Sangue, sulla scia della giornata Mondiale dell’Oms, intitolata ‘Be there for someone else’, diretta in maniera particolare alla sensibilizzazione dei giovani sul tema della donazione e che raccoglie video di testimonianza raccolti sia tra i pazienti che tra i donatori, iniziative specifiche e contributi di personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport. La campagna prevede anche una conferenza internazionale sulla donazione di plasma prevista per il 15 giugno in collaborazione con Fiods, la federazione internazionale dei donatori di sangue.

Scritto a quattro mani da Marco BoscoloCristina Da Rold

Leggi anche: Perché è importante (e facilissimo) donare il plasma

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.