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LIBRI – Perché noi Boffi siamo così?

Il libro che Telmo Pievani ha definito "Un'idea semplice e davvero geniale per capire la selezione naturale"

LIBRI – Spiegare l’evoluzione a un bambino non è mai stato così semplice. Senza bisogno di nominare le specie, Darwin, giraffe e farfalle, ma solamente raccontando la storia dei mitici boffi e delle mitiche boffe, che vivono sul pianeta Ciribob, simile alla Terra, e si nutrono di muschio palmerino, producendo – citiamo – “cacche sferiche dei colori dell’arcobaleno”.

Le principali caratteristiche dei boffi di oggi sono il manto color del grano e il lungo collo, ma non sono sempre stati così. I loro antenati, i primissimi boffi erano molto diversi: avevano un manto blu, alcuni di loro peloso, altri per niente. Avevano però tutti il collo corto e il corpo tarchiato.

Parte dai primi Boffi blu la lunga storia dei boffi di oggi, in particolare da quella diversità di manto – peloso e non – che ha fatto sì che solo una parte di loro, quelli protetti dal pelo, potessero sopravvivere alla grande glaciazione che sovrastò il pianeta di Ciribob tanto tanto tempo fa.

Così, i piccoli boffini nati dopo la grande glaciazione, dai pochi boffi dal pelo lungo rimasti in vita, non solo erano metà blu e metà colore del fieno, ma tutti quanti rotondeggianti e con un manto lungo soffice.

Ma… come si è arrivati – chiederete voi a questo punto – a dei Boffi tutti gialli e dal collo affusolato? Quest’ultima parte della storia non la sveliamo qui, ma la lasciamo raccontare a Jonathan Emmett ed Elys Dolan ne “Perché noi boffi siamo così? L’avventura dell’evoluzione” (Editoriale Scienza, dai 6 anni), dove scoprirete anche che cosa c’entrano i grifalchi, i capacochi, gli sbafotti e i grufoli.

Perché noi essere umani altro non siamo che dei boffi un po’ meno pelosi!

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.