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Dodici nuove lune per Giove e anche la stravagante Valetudo

Giove arriva così a 79 lune conosciute, conquistando così il titolo di pianeta con il maggior numero di satelliti del sistema solare

SCOPERTE – Undici nuove lune “normali” e una decisamente stravagante per Giove, ribattezzata Valetudo. Questa la scoperta degli scienziati del Canergie Institution for Science guidati da Scott S. Sheppard che mentre davano la caccia al pianeta Nove si sono imbattuti nei satelliti naturali del pianeta gigante gassoso del nostro sistema solare. Le lune conosciute di Giove salgono così a quota 79, un numero che lo rende il pianeta con il maggior numero di satelliti a noi più vicino. Si tratta dunque di una scoperta che, sebbene arrivata per caso, può rivelare molto sull’era della formazione planetaria, cioè quando il nostro sistema solare era ancora molto giovane e i pianeti stavano nascendo.

Crediti immagine: Roberto Molar-Candanosa, courtesy of Carnegie Institution for Science

La scoperta

I ricercatori guidati da Sheppard hanno scoperto per caso i due gruppi di lune nella primavera del 2017, durante una campagna di osservazione di oggetti molto distanti nel cielo. Il loro obiettivo, infatti, era stanare la possibile presenza di un oggetto celeste molto massivo al di là di Plutone, ormai noto come Pianeta Nove o Pianeta X. Analizzando i dati di diversi telescopi insieme ai colleghi Dave Tholen, della University of Hawaii, e Chad Trujillo, della Northern Arizona University, notarono che qualcosa non tornava.

Non era il cielo oltre Plutone però a turbarli, ma quello più “vicino” al pianeta Giove, che si è trovato proprio nel campo di cielo in cui gli astronomi stavano concentrando i loro sforzi. Una fortunata coincidenza che ha avuto bisogno di ulteriori osservazioni, come spiegato da Gareth Williams dell’International Astronomical Union’s Minor Planet Center, che ha ricalcolato le orbite dei satelliti naturali del pianeta partendo dai dati raccolti dal team di Sheppard e ha spiegato:

“Ci sono volute diverse osservazioni per confermare che un oggetto stesse orbitando intorno a Giove, dunque l’intero processo per le 12 lune ha richiesto circa un anno”.

Studiando le orbite lunare gli astronomi hanno diviso i 12 satelliti scoperti in tre diverse categorie. Un gruppo di lune che orbita in posizione retrograda, cioè nella direzione opposta al moto di rotazione di Giove. Un secondo gruppo che invece ruota con il pianeta, dunque si trova in posizione prograda. E infine una luna stravagante, che ruota in posizione prograda ma ha un’orbita più inclinata e distante, tanto da incrociare le orbite del gruppo retrogrado e avere un concreto rischio di collisione con esse. Questa luna è stata ribattezzata Valetudo, in omaggio alla divinità romana della salute e dell’igiene e pronipote di Giove.

Le 9 lune retrograde sono caratterizzate da orbite molto distanti dal pianeta, impiegano circa due anni per completare l’orbita e sono raggruppate in tre gruppi orbitali distinti, tanto che gli scienziati hanno ipotizzato che siano i resti di un corpo genitoriale 3 volte più grande che si è spaccato in seguito a collisioni con asteroidi, comete o altre lune.

Le 2 lune prograde invece fanno parte di un gruppo di satelliti che è più vicino e interno, impiegano poco meno di un anno per completare la propria orbita intorno a Giove e hanno distanze orbitali e angoli di inclinazioni molto simili tra loro. Proprio per questo motivo gli astronomi ritengono che possano trattarsi di frammenti di una luna più grande.

Valetudo

Ad attirare l’attenzione è stata soprattutto Valetudo, dato che la sua orbita non somiglia a nessuna delle lune note gioviane. La luna è infatti la più piccola mai scoperta intorno al pianeta gigante gassoso, con un diametro inferiore al chilometro, ed è più distante e inclinata rispetto alle lune prograde. Il periodo necessario a completare l’orbita intorno a Giove è di un anno e mezzo e soprattutto questa incrocia l’orbita delle lune retrograde, rendendo una collisione molto più che probabile. Si tratta, sottolinea Sheppard, di una situazione decisamente instabile, dato che in caso di collisione frontale tutto l’oggetto sarebbe ridotto in polvere per la violenza dell’impatto.

Crediti immagine: Roberto Molar-Candanosa, courtesy of Carnegie Institution for Science

Osservare la stravaganza di Valetudo però suggerisce agli astronomi che il vario gruppo di 79 lune che si sono formate intorno a Giove possa essere passato nell’antichità proprio da questo processo. I ricercatori ritengono infatti che la piccola e stravagante luna possa essere l’ultimo resto di un oggetto più grande che ha formato il gruppo di lune retrograde proprio dalle passate collisioni frontali.

Scoprire 12 nuove lune rappresenta per gli scienziati un’occasione unica per studiare la formazione del nostro sistema solare. Il fatto, ad esempio, che le lune più piccole di Giove siano ancora così abbondanti suggerisce che le collisioni che le hanno create si siano verificate nell’era della formazione planetaria, quando un Sole ancora giovane era ancora circondato da un disco di gas e polvere da cui i pianeti neonati hanno iniziato a emergere.

Un altro fattore che può fornire preziose informazioni agli scienziati è la dimensione di queste lune, con diametri che vanno da 1 a 3 chilometri, e che le rende più soggette all’influenza di gas e polveri presenti nello spazio. Se infatti queste “materie prime” fossero state ancora presenti quando la prima generazione di lune è nata, la resistenza esercitata da povere e gas sarebbe stata sufficiente a farle spiraleggiare fino a precipitare su Giove. Il poterle osservare ancora oggi quindi ci fornisce una indicazione unica sulla data della loro nascita: per poter osservare ad oggi Giove beato tra le sue 79 lune, sia normali che decisamente stravaganti, esse devono essersi formate dopo l’era della formazione planetaria, quando gas e polveri si erano ormai dissipati.

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.