IL PARCO DELLE BUFALE

Nanoscienze alternative della Sindone, 2° puntata

Con i potenti mezzi del CNR, tre fisici e un ingegnere credevano di aver scoperto su una fibra il sangue del Crocefisso in assenza di sangue.

Sindone

IL PARCO DELLE BUFALE – Un anno fa, il Parco aveva accolto con entusiasmo l’articolo sulla Sindone torinese di un quartetto di ricercatori: i fisici Elvio Carlino dell’Istituto Officina dei Materiali del CNR, Liberato De Caro  e Cinzia Giannini dell’Istituto di Cristallografia del CNR (diacono permanente il primo –nota 1) e primus inter pares l’ing. Guido Fanti dell’università di Padova.

L’ing. Fanti è sicuramente il più celebre in patria. L’Ateneo gli fornisce un ufficio stampa grazie al quale, per esempio il 18 luglio, il suo “Gruppo Scientifico Padovano” inveiva contro ricercatori di altre università, criticava i giornali che avevano osato citarne il lavoro e vantavano l’eccellenza del proprio (2). Inoltre l’Ateneo ne finanzia e promuove  la dimostrazione, avvallata da Gesù e dalla Madonna in persona, che le fibre carbonizzate della Sindone sono dovute a un’esplosione del cadavere di Cristo o forse no (3).

Grazie all’ulteriore finanziamento del Progetto premiale USCEF 2013 del Ministero per l’Università, l’Istruzione e la  Ricerca, un anno fa il quartetto aveva comprato la pubblicazione su PLoS ONE di

Atomic resolution studies detect new biologic evidences on the Turin Shroud

Con un microscopio elettronico a trasmissione (TEM) e diffrazione di raggi X ad ampio angolo, otteneva immagini di una fibra lunga un millimetro e del diametro di 15 micrometri. Era stata asportata nel 1978 dal signor Rogers,  contaminata da altri, lavata dalla signora Rogers e infine conservata dal signor Schwortz in condizioni ignote.

Senza curarsi di queste traversie, dalle proprie immagini De Caro et al. inferivano un’antica presenza di ferridrite presente nei suoli e di creatinina, o meglio della sua simulazione al computer. Dalle molecole meno abbondanti di altre nel sangue dei mammiferi, inferivano che l’intero telo era macchiato da sangue umano maschile.

Ne concludevano senza ombra di dubbio che aveva avvolto il cadavere di un “uomo torturato e ucciso”.

Il Parco è rimasto sconvolto nell’apprendere il 19 luglio scorso che PLoS One aveva appena ritrattato l’articolo inserendoci, su sfondo fucsia, un’elegante sintesi dei motivi. Eppure gli studi erano stati svolti con il metodo “niente campione di controllo” messo a punto da Antonietta Gatti al Dipartimento di Nanodiagnostica (4) del CNR.

Gli autori avevano scrupolosamente omesso di verificare l’abbondanza di creatinina lasciata dalle mani proprie o altrui su un panno di lino. O quali e quante molecole ambientali finiscono su fibre staccate con il metodo Rogers: un nastro adesivo che le rende appiccicose e due magneti che attraggono particelle ferrose.

Contro la volontà degli autori, il comitato editoriale della rivista ha concluso senza ombra di dubbio che non avevano escluso una banale contaminazione. Le seguenti affermazioni risultano pertanto infondate:

  • “Sulla base delle evidenze sperimentali dei nostri studi TEM a risoluzione atomica, l’uomo avvolto nella Sindone di Torino aveva sofferto un politrauma grave”
  • “la fibra era imbevuta di siero sanguigno tipico di un organismo umano che aveva sofferto un trauma grave”
  • “su nanoscala è codificato uno scenario di grande sofferenza registrato nelle nanoparticelle attaccate alle fibre [sic] di lino”

Il Bo dell’Università di Padova ha aggiornato i lettori e corretto l’annuncio trionfale del 2017 di cui si erano fidati The Independent, Sunday ExpressLa StampaL’AvvenireIl Corriere della Sera e… Il Fatto Quotidiano non più tardi del 17 luglio scorso.

Il Parco aveva chiesto all’ufficio stampa dell’Ateneo se, dopo la lezione di modestia impartita da Gesù e la Madonna il 19 luglio all’ing. Fanti e al suo Gruppo, prevede di mandare alle agenzie di stampa una versione aggiornata e corretta del comunicato emesso il 18 luglio, e rimosso tre giorni dopo dal sito dell’università.

Se avrà una risposta, aggiornerà il presente articolo.

Note

  1. De Caro si proclama della “Chiesa di Dio”, ma non è dato sapere a quale chiesa si riferisca. Come Fanti, è un devoto di Maria Valtorta, la sedicente mistica le cui opere erano state messe all’Indice nel 1959 (grazie della correzione) e condannate nel 1985 dal cardinale Ratzinger.
  2. Pietosamente accorciato dall’ADN Kronos, il comunicato è stato ripreso solo da Sardegna Oggi.
  3. Nel libro La sacra Sindone di Gesù Cristo, Fanti scrive che Gesù e la Madonna approvano con “voci” e “segni” le sue ricerche e bocciano quelle altrui.
  4. Inesistente.

Leggi anche: Nanoscienze alternative della Sindone; Verso una Grand Unified Theory della Sindone

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