ANIMALI

L’introduzione del rinoceronte in Australia

Gli animali africani verranno aerotrasportati in una riserva vicino ad Adelaide per formare una popolazione di salvataggio.

ANIMALI – La gran parte delle volte che abbiamo introdotto una specie animale in un territorio diverso da quello di origine i risultati non sono stati molto buoni, anzi. In questo caso, però, il trasferimento forzato di un animale potrebbe essere l’ultima disperata chance per evitarne l’estinzione. Parliamo del The Australian Rhino Project, un’organizzazione che vuole tentare il tutto e per tutto per salvare i rinoceronti – le cui cinque specie rimaste sembrano condannate a estinguersi – trasferendo circa 80 esemplari di rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum) dall’Africa nientemeno che in Australia.

Crediti immagine: Pixabay

L’idea

Gli animali verranno aerotrasportati in una riserva denominata “Wild Africa”, situata vicino ad Adelaide, per formare una sorta di popolazione di salvataggio, con la speranza che i rinoceronti possano vivere in un ambiente protetto e favorevole alla riproduzione. Gli organizzatori, infatti, sono al lavoro da anni per ricreare in Australia un’area il più simile possibile alla savana, ideale e attrezzata per incentivare la crescita della popolazione. Il gruppo di persone che coordina il progetto è formato da veterinari, zoologi, comunicatori e legali determinati a compiere un’azione senza precedenti grazie alla collaborazione con la Taronga Conservation Society Australia, la Royal Zoological Society of Australia e la Orana Wildlife Trust and the Zoos and Aquarium Association.

L’idea può sembrare folle ma prima di esprimere qualsiasi giudizio è bene considerare i motivi che hanno spinto gli organizzatori a intraprendere questo progetto.vAttualmente esistono cinque specie di rinoceronte, tre in Africa e due in Asia. Il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis) è così raro che i biologi rifiutano di fornire indicazioni sulle aree in cui vive per evitare che venga cacciato. Il rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) è addirittura uno dei più rari mammiferi che esistano sulla Terra, con una popolazione che arriva a stento ai 60 esemplari.

In Africa, il rinoceronte nero (Diceros bicornis) è a un passo dall’estinzione mentre è notizia di pochi mesi fa che una delle due sottospecie di rinoceronte bianco (quella settentrionale, Ceratotherium simum cottoni) sia virtualmente estinta: dopo la morte dell’ultimo esemplare maschio rimangono solo due femmine. La sottospecie meridionale del rinoceronte bianco è quella che vanta la popolazione numerosa – circa 20.000 esemplari – ed è quella su cui si concentrano gli sforzi dei promotori dell’Australian Rhino Project che prevedono di compiere il primo trasporto entro il prossimo anno.

Come avverrà il trasporto?

Dopo un periodo di quarantena passato in una struttura in Sud Africa, i rinoceronti verranno trasferiti all’aeroporto di Johannesburg e, successivamente, trasportati in Australia. Nel corso dei viaggi sarà presente un team di veterinari, per somministrare agli animali una lieve sedazione in volo e per monitorare le loro condizioni di salute.

Una volta arrivati, i rinoceronti rimarranno di nuovo in quarantena al Taronga Western Plain Zoo per un periodo stabilito dal governo australiano per poi, infine, essere trasferiti nella riserva. Se l’intera operazione dovesse andare a buon fine, tra qualche anno i rinoceronti faranno ritorno nella loro terra d’origine, forti di una popolazione numericamente consistente.

In questo momento, infatti, si stima che i cacciatori di frodo uccidano tre rinoceronti al giorno, ogni giorno. Il motivo di questa strage permanente è la forte domanda di corna di rinoceronte, considerate (in particolare nel sud-est asiatico) il rimedio miracoloso per qualsiasi male, dal cancro all’impotenza. Per comprendere il grande interesse dei bracconieri bisogna considerare che, in base ai prezzi del mercato nero, le corna di rinoceronte costano più della cocaina, 92.000 € al chilogrammo contro 88.000. Il corno del rinoceronte spesso viene estirpato quando l’animale è ancora in vita, condannandolo a morire tra dolori atroci e insensati. La credenza secondo cui il corno di rinoceronte abbia effetti benefici per l’essere umano è priva di qualsiasi fondamento scientifico. Esso è costituito dalla stessa sostanza delle nostre unghie o dei nostri capelli: la cheratina.

Le difficoltà sono numerose, a detta dagli stessi organizzatori, e i costi per il trasporto degli animali sono elevati: circa 60.000 euro per ogni esemplare. È proprio la questione economica a generare le maggiori critiche all’Australian Rhino Project. Perché spendere così tanti soldi per questo piano bizzarro quando si potrebbe investire per la salvaguardia dei rinoceronti direttamente in loco?

Altri progetti di conservazione

Allo stato attuale ci sono molti programmi, sia in Africa che in Asia, per sensibilizzare la popolazione sulle condizioni dei rinoceronti. Esistono, inoltre, numerose iniziative per combattere il bracconaggio e per garantire agli animali un’esistenza in un ambiente protetto. Tuttavia non sempre queste azioni hanno portato a un successo. Il numero di episodi di bracconaggio è in costante aumento e, secondo molti esperti, di questo passo non ci saranno più rinoceronti da salvaguardare nel giro di 15/20 anni. Inoltre in molte occasioni sono emerse le prove di una rete ben strutturata all’interno della quale operano bracconieri, esportatori e autorità locali compiacenti.

I promotori dell’Australian Rhino Project sottolineano che non considerano il loro progetto come la sola e unica risposta per evitare l’estinzione dei rinoceronti e di sicuro, nel periodo di confino forzato in Australia, bisognerà gettare solide basi per far sì che il bracconaggio sparisca per sempre. Se così non dovesse essere, al loro rientro nelle terre d’origine i rinoceronti si troveranno esposti agli stessi pericoli di sempre e anche un’azione eclatante come l’Australian Rhino Project sarà stata inutile.

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Gianluca Liva
Giornalista scientifico freelance.